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    I migliori documentari di sempre

    9 ex aequo

    Grey Gardens
    Albert Maysles, David Maysles, Ellen Hovde e Muffie Meyer (Stati Uniti, 1975)

    Racconta e ripercorre la vita di Edith Ewing Bouvier e sua figlia Edith Bouvier Beale ("Big Edie Bouvier" e "Little Edie"), rispettivamente cugina e zia di Jacqueline Kennedy, protagoniste fino agli anni Cinquanta della vita mondana newyorkese e poi finite lentamente in solitudine e abbandono nella "Grey Gardens" del titolo, un'imponente e decadente casa al mare ad East Hampton, Long Island.

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    I migliori documentari di sempre

    9 ex aequo

    Dont Look Back
    D.A. Pennebaker (Stati Uniti, 1967)

    Girato in presa diretta, è il racconto della tournée di concerti che il cantautore statunitense Bob Dylan, poco più che ventenne, tenne nel Regno Unito nel 1965. Vi compaiono, tra gli altri, Joan Baez, Donovan, il manager di Dylan dell'epoca Albert Grossman, Marianne Faithfull e il poeta Allen Ginsberg.

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    Les glaneurs et la glaneuse
    Agnès Varda (Francia, 2000)

    Presentato a Cannes nel 2000, racconta un viaggio attraverso la campagna francese e in diverse città per raccontare le storie dei moderni "spigolatori", coloro che alla fine del raccolto o alla fine del mercato rovistano tra ciò che resta in cerca di cibo per sopravvivere.

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    Nanuk l'eschimese
    Robert Flaherty (Stati Uniti, 1922)

    È considerato il primo lungometraggio documentario e mostra la vita di una famiglia eschimese da un'estate all'inverno successivo, in un villaggio nei pressi della Baia di Hudson. A metà strada tra il film antropologico e il documento didattico, è probabilmente il documentario più famoso della storia ed ebbe un'enorme influenza sugli autori successivi.

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    Chronique d'un été (Paris 1960)
    Jean Rouch ed Edgar Morin (Francia, 1961)

    Realizzato da un antropologo (Jean Rouch) e un sociologo (Edgar Morin), racconta la vita quotidiana a Parigi nei primi anni Sessanta. È considerato uno dei primi esempi del cosiddetto cinema verità ("vero come un documentario, ma col contenuto di un film di fiction, cioè col contenuto della vita soggettiva"): gli intervistati, infatti, erano trovati per caso ma venivano sollecitati a rivelare la propria "verità interiore".

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    La sottile linea blu
    Errol Morris (Stati Uniti, 1989)

    La storia di Randall Dale Adams, che nel 1976 fu condannato a morte da un tribunale del Texas per l'assassinio di un poliziotto, pur dichiarandosi sempre innocente. Il regista si era convinto della sua innocenza dopo la lettura degli atti processuali, e realizzò il film, suscitando tanto scalpore da far riaprire il processo. L'imputato fu assolto e uscì dopo 13 anni di carcere e si scoprì che il colpevole era stato il principale teste d'accusa.

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    Notte e nebbia
    Alain Resnais (Francia, 1955)

    Dura 32 minuti e racconta l'Olocausto attraverso materiali d'archivio, alternando inquadrature in bianco e nero con altre a colori. Fu realizzato su progetto dello storico Henri Michel e con il patrocinio del Comitée d'historie de la seconde guerre mondiale, in occasione del decimo anniversario della Shoah.

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    Sans soleil
    Chris Marker (Francia, 1982)

    Oscilla tra documentario e fiction, mostrando una serie di lettere scritte da un operatore cinematografico e lette dalla donna alla quale sono indirizzate, con commenti e riflessioni sulle immagini che l'operatore ha ripreso in diverse parti del mondo (Giappone, Guinea Bissau, Capo Verde, Islanda). La maggior parte delle riprese sono state realizzate da Chris Marker, insieme ad immagini di altri filmmakers citati nei titoli del film.

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    Shoah
    Claude Lanzmann (Francia, 1985)

    Della durata di oltre nove ore e girato in Polonia racconta lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti durante la Seconda Guerra mondiale, attraverso interviste ai sopravvissuti, ex SS e gente del luogo.

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    I migliori documentari di sempre

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    L'uomo con la macchina da presa
    Dziga Vertov (USSR, 1929)

    La giornata di un cineoperatore che riprende scene di vita quotidiana per le strade di Odessa, Kiev e Mosca. Nei titoli di testa si legge: "Questo film rappresenta un'esperienza di comunicazione cinematografica di avvenimenti visibili senza ricorrere all'aiuto di didascalie, di una sceneggiatura o di elementi teatrali (scenografie, attori, ecc.). Lo scopo di questa opera sperimentale è quello di creare un linguaggio cinematografico assoluto e universale, completamente libero dal linguaggio del teatro e della letteratura".

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    Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980

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