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  • Martedì 5 novembre 2013

Quello che era “il nuovo Zidane”

La storia romanzesca di Yoann Gourcuff, promessa mancata del calcio mondiale

Daniele Manusia ha raccontato sull’Ultimo Uomoun sito che si occupa di sport e cultura pop, la storia di Yoann Gourcuff: gli appassionati di calcio se lo ricorderanno soprattutto per aver giocato nel Milan dal 2006 al 2008 con scarsi risultati, nonostante fosse arrivato descritto come “il nuovo Zidane”. Gourcuff secondo Manusia è “uno dei calciatori più belli da veder giocare dell’era moderna”, esteticamente una specie di Federer del calcio, che però non ha avuto una carriera all’altezza delle aspettative. Oggi ha 27 anni, gioca nell’Olympique Lione e (pochissimo) nella Nazionale francese.

Yoann Gourcuff ha ventisette anni, l’età migliore per affrontare il Mondiale brasiliano, e ne avrà ventinove quando la Francia ospiterà il prossimo Europeo, eppure le probabilità che partecipi a una di queste due competizioni sono prossime allo zero. Tormentato dagli infortuni, arrivato a Lione (per 22 milioni più bonus) quando il Lione ha cominciato il proprio declino dentro e fuori dai confini francesi, messo in ombra dall’esplosione recente della generazione di Alexandre Lacazette e Clément Grenier, prodotti del vivaio lionese. Grenier a ventidue anni è capitano, organizza pizza party per la squadra nei periodi difficili e ha preso il suo posto in campo, al centro del gioco del Lione, costringendolo sulla fascia; Gourcuff è il giocatore con lo stipendio più alto della rosa che lo scorso anno ha totalizzato appena 18 presenze (e quello prima 13 presenze, di cui solo 10 da titolare; il che significa che nelle ultime due stagioni ha realizzato appena 5 gol e 4 assist). Sull’ultimo numero di France Football è rappresentato in una vignetta sulle spalle di Jean-Michel Aulas, presidente dell’OL che, a uno sportello del Tesoro, con la faccia rossa e sudata dalla fatica, chiede una riduzione delle tasse per «persone a carico». Nella vignetta YG ha un sorriso stupido e gira la testa in direzione di una farfalla.

 Se lasciasse il mondo del calcio di lui rimarrebbe un ricordo triste, quello di un talento espresso solo in parte, ma anche così è doloroso guardare i video del suo periodo d’oro e pensare: “Wow, sembra proprio Zidane”. Se lasciasse il mondo del calcio per fare, che ne so, l’attore, il modello di biancheria intima, almeno potremmo mettere le cose in prospettiva. Potremmo ragionare sulla differenza tra sembrare Zidane, muoversi come Zidane, fare la veronica come Zidane, guardare da sotto un paio di sopracciglia sporgenti come Zidane, e diventare davvero “il nuovo Zidane”. O sulla quantità di variabili che devono allinearsi positivamente perché un calciatore dotato in maniera ridicola di tutto quello di cui si può avere bisogno per ambire ai traguardi maggiori abbia una carriera all’altezza o per lo meno decente.

Invece capita, tra un infortunio e l’altro, tra una ricaduta e la ricaduta della ricaduta, che YG torni in campo e faccia qualcosa di così sorprendente che sembra davvero tutto ancora possibile. L’ultimo dei momenti Gourcuff (quei momenti in cui, appunto, non si può fare a meno di pensare: “Wow sembra proprio Zidane”) è di quest’estate, quando alla prima giornata di campionato ha realizzato due assist (entrambi, primo e secondo, notevoli) e un gol. Una punizione da trentadue metri, calciata forte e a giro, con una parabola alta a uncino che si piega all’ultimo sotto l’incrocio dei pali. YG ha preparato la punizione con i passettini divertenti che fa sempre prima dei calci da fermo, ha seguito la traiettoria della palla come il campione mondiale di bowling prima dell’ennesimo strike. Si è tolto qualcosa dal naso con una mano girando su se stesso in senso orario, non si capisce bene se per scrollarsi di dosso l’abbraccio dei compagni, con l’aria fiera ma anche a testa bassa.

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