Lauryn Hill, quindici anni fa

Uscì oggi nel 1998 uno dei più leggendari e venduti dischi della storia della musica nera: lei intanto ha avuto parecchi guai

di Luca Sofri

NEW YORK - MARCH 14: Singer Lauryn Hill performs during a party to celebrate Montblanc's 100th Anniversary at The Newspace March 14, 2006 in New York City. (Photo by Paul Hawthorne/Getty Images)
NEW YORK - MARCH 14: Singer Lauryn Hill performs during a party to celebrate Montblanc's 100th Anniversary at The Newspace March 14, 2006 in New York City. (Photo by Paul Hawthorne/Getty Images)

L’hip-hop, non è che tutti lo abbiano capito ancora. Per molti è semplicemente un sinonimo del genere musicale che prima chiamavano rap: anche se si tratta di un mondo assai più esteso. Ci sono ritmi e atteggiamenti ed estetiche e persino filosofie. Devi essere nero e americano per starci dentro, o fingere di esserlo. Oppure – come avvenne quindici anni fa oggi – deve arrivare un Messia. Il Messia quella volta fu una donna, e due anni prima aveva partecipato a uno dei più grandi successi della discografia nera di tutti i tempi: il disco “The Score” dei Fugees. I Fugees erano in tre, e lei era “la cantante dei Fugees” (quella di una cover leggendaria). Ma quindici anni fa oggi lei diventò per il mondo Lauryn Hill, pubblicando “The miseducation of Lauryn Hill”, un disco che a oggi si stima abbia venduto dodici milioni di copie e che stabilì che l’hip-hop non era solo violenza del ghetto ed esibizionismo verbale: poteva raccontare anche storie personali, relazioni “normali”. Canzoni per tutti. I suoi soci dei Fugees non volevano facesse un disco suo, e allora Lauryn Hill si fece aiutare da suo marito Rohan Marley (uno dei figli di Bob), da un allora sconosciuto John Legend, da Mary J. Blige e Carlos Santana.

Il disco andò fortissimo da subito, poi vennero sei singoli da classifica e cinque premi Grammy. Dopo, ci furono liti tra i musicisti e lei si trovò presto a disagio con il suo successo: sparì dalla scena (salvo un bel disco dal vivo acustico qualche anno dopo, nella cui introduzione accenna ai suoi desideri di cambiare) e tornò in pubblico poche volte, tra cui una in Vaticano in cui attaccò la Chiesa per le vicende sulla pedofilia. Contestò spesso l’industria musicale, ma nell’ultimo anno si è mossa – forzatamente, dice lei – per rispettare degli obblighi di contratto e legali.  A luglio è entrata in un carcere del Connecticut per scontare una condanna a tre mesi per evasione fiscale: e lì si trova per i quindici anni del suo disco (la cui grandezza è più accuratamente spiegata in questo articolo di Stereogum). Si dice da tanto che stia per fare un nuovo disco, e chissà cosa possa essere, a questo punto. Ma nell’attesa, sapete cosa ascoltare.

(una versione di questo articolo fu pubblicata nel 2008 sulla Gazzetta dello Sport)