NewsletterPodcast
ShopRegala
  • Home
    • Italia
    • Mondo
    • Politica
    • Tecnologia
    • Internet
    • Scienza
    • Cultura
    • Economia
    • Sport
    • Moda
    • Libri
    • Consumismi
    • Storie/Idee
    • Da Costa a Costa
    • Ok Boomer!
    • Media
    • Europa
    • Altrecose
  • Podcast
  • Newsletter
  • I miei preferiti
  • Shop
  • Calendario
  • Area Personale
    • Entra
Friedrich Miescher
1 di 10

Dieci cose sul DNA

In principio fu il pus

Per quanto riguarda la scoperta del DNA, tutto iniziò nella seconda metà dell'Ottocento grazie al pus. Il biologo svizzero Johan Friedrich Miescher stava studiando i nuclei dei leucociti, il principale componente del pus, ottenuti da alcune garze usate per medicazioni, quando notò al microscopio la presenza di una sostanza sconosciuta. Poiché si trovava all'interno dei nuclei delle cellule, la chiamò "nucleina". Ma per capire che cosa fosse e arrivare a una definizione chiara di DNA ci sarebbero voluti anni e il lavoro di molti altri ricercatori.

foto: Wikimedia

Thomas Hunt Morgan
2 di 10

Dieci cose sul DNA

Cromosomi

Miescher aveva a un certo punto ipotizzato che la nucleina potesse avere un qualche legame con i processi della trasmissione dei caratteri ereditari. La sua ipotesi in un certo senso precorse di decenni gli studi che portarono a questa conclusione. All'inizio del Novecento diversi ricercatori iniziarono a sospettare che i cromosomi, i "pacchetti" che contengono DNA e proteine, fossero parte in causa nella trasmissione dei caratteri ereditari da una generazione all'altra. La dimostrazione fu data da Thomas Hunt Morgan grazie alle sue ricerche sui moscerini della frutta, che gli valsero il premio Nobel nel 1933. Ma non tutti, nella comunità scientifica, erano convinti che esistessero davvero i "geni", cioè le porzioni di codice genetico che servono per produrre una specifica proteina. Solo dieci anni dopo il Nobel a Morgan, grazie agli studi di Oswald Avery, fu possibile dire con certezza che i geni esistono e che sono fatti di DNA.

foto: Wikimedia

Watson e Crick
3 di 10

Dieci cose sul DNA

Watson e Crick

James Watson e Francis Crick non hanno quindi "scoperto" il DNA, come si sente dire spesso in giro. Dopo molte ricerche, il 25 aprile del 1953 pubblicarono su Nature uno studio in cui veniva descritta la struttura del DNA, ovvero la doppia elica che ormai conosciamo tutti. Nel loro breve articolo scientifico spiegarono che quella particolare forma "suggerisce un meccanismo di copiatura del materiale genetico". La loro scoperta, che di fatto spiegava per la prima volta con completezza come funziona il DNA, è stata un punto chiave per comprendere come funziona la vita e ha dato il via a una miriade di nuovi studi e ricerche nel campo della biologia moderna. È valsa loro il Nobel per la medicina nel 1962 insieme con Maurice Wilkins.

(AP PHOTO)

Rosalind Franklin
4 di 10

Dieci cose sul DNA

Raggi X

Il primo modello accurato della struttura del DNA non sarebbe stato probabilmente realizzato senza l'apporto fondamentale di una donna, la chimica e fisica britannica Rosalind Franklin. Abilissima nell'utilizzo dei preparati chimici e nell'analisi ai raggi X, Franklin realizzò immagini molto più chiare e nitide dei singoli filamenti del DNA. Anche per questo motivo si dibatte da tempo se Franklin debba essere considerata o meno uno degli autori della scoperta della struttura del DNA insieme con Watson e Crick. Su Nature del 25 aprile 1953 fu comunque pubblicato anche un suo studio legato alla doppia elica.

foto: Wikimedia

Alfabeto del DNA
5 di 10

Dieci cose sul DNA

L'alfabeto del DNA

Il modo in cui si organizza e funziona il DNA è spiegato proprio dalla sua forma, quella indicata da Watson e Crick sessant'anni fa. Ogni piolo della scala è formato da un paio di lettere tra le quattro disponibili nell'alfabeto del DNA (basi azotate): A (adenina), G (guanina), C (citosina) e T (timina). A si unisce solo a T, e C si unisce solo con G. Questo significa che se la scala viene divisa verticalmente a metà, rompendo i pioli formati da ogni coppia di lettere, le mezze parti di gradini saranno sufficienti per ricostruire la parte mancante. Basta quindi una molecola di DNA per farne un'altra identica. E questo processo avviene di continuo da miliardi di anni e si sta verificando in questo momento anche nel nostro organismo, a un ritmo stimato intorno alle tremila lettere al minuto. I tessuti di cui siamo fatti, e quelli di tutti gli esseri viventi, hanno bisogno di rigenerarsi di continuo e per farlo seguono le istruzioni del DNA.

foto: Wikimedia

Codice
6 di 10

Dieci cose sul DNA

Codice

Il DNA è quindi il "codice della vita", perché porta con sé all'interno di ogni cellula le istruzioni necessarie per costruire altre cellule e consentire agli organismi di vivere. L'alfabeto genetico - cioè adenina, guanina, citosina e timina - produce parole che si chiamano aminoacidi. Questi sono i "mattoncini" che messi insieme formano le proteine, i costituenti fondamentali di tutte le cellule animali e vegetali. E la cosa notevole è che il DNA dà il codice per formare solo 20 tipi di aminoacidi, e questi combinandosi tra loro in modi diversi danno forma a tutte le forme di vita che conosciamo. Lo stesso meccanismo, lo stesso codice, lo stesso alfabeto si applicano a tutte le specie viventi, dal più semplice batterio al più grande degli elefanti, passando per fiori, topi, gatti, cani e noi.

LSD
7 di 10

Dieci cose sul DNA

LSD

Avere l'intuizione giusta per identificare la struttura del DNA non fu semplice, soprattutto con le tecnologie e le risorse per effettuare le analisi sulle molecole dell'epoca. Da tempo circolano voci, mai smentite né confermate del tutto, sul fatto che Crick utilizzasse regolarmente LSD mentre conduceva le sue ricerche per rivelare la struttura del DNA. Non era così insolito che alcuni ricercatori assumessero piccole quantità di LSD come "strumento" per liberare i loro pensieri. Pare che Crick abbia raccontato a diversi amici nel corso degli anni di avere "percepito la forma a doppia spirale mentre era sotto LSD".

(AP Photo/Markus Schreiber)

Testa o Croce
8 di 10

Dieci cose sul DNA

Testa o Croce

L'articolo pubblicato 60 anni fa su Nature, quello che rivelava la struttura del DNA e avrebbe rivoluzionato la ricerca in biologia, fu firmato da Watson e Crick in questo stesso ordine. E a pensarci appare controintuivo: i due ricercatori erano allo stesso livello, quindi perché non seguire il classico sistema dell'ordine alfabetico per la firma? In una intervista Watson ha spiegato che insieme a Crick decise di tirare a sorte per decidere chi dovesse essere il primo a firmare l'articolo. Vinse lui e per questo motivo gli scopritori della struttura del DNA sono per tutti Watson e Crick e non viceversa.

(DON EMMERT/AFP/Getty Images)

Dinosauri
9 di 10

Dieci cose sul DNA

Dinosauri

A distanza di 60 anni, il DNA è ormai familiare alla maggior parte di noi, anche ai meno esperti e avvezzi alle cose scientifiche. Parte della sua fama è dovuta sicuramente al film Jurassic Park di Steven Spielberg del 1993, ispirato all'omonimo romanzo pubblicato tre anni prima da Michael Crichton. Il film racconta di un'isola in cui i dinosauri sono stati riportati in vita grazie a particolari tecniche di clonazione, rese possibili dall'unione di campioni di DNA preistorico con quelli di alcuni rospi dei giorni nostri. La cosa funziona benissimo in un film di fantasia, meno nella realtà: una ricerca del 2012 ha confermato che il DNA si degrada e che oltre gli 1,5 milioni di anni alle attuali conoscenze è impossibile recuperarlo. I dinosauri popolarono la Terra fino a 65 milioni di anni fa, quindi niente Jurassic Park.

Numeri
10 di 10

Dieci cose sul DNA

Numeri

Tutti i filamenti di DNA nelle nostre cellule coprirebbero, se srotolati e messi in fila, 6mila volta la distanza dalla Terra alla Luna. Sono passati dieci anni dal completamento della sequenza di riferimento del genoma umano realizzato dal Progetto Genoma, è sostanzialmente la mappa più intima di come siamo fatti e funzioniamo. Il genoma umano è composto da circa tre miliardi di lettere dell'alfabeto del DNA. Due gemelli identici (monozigoti) hanno in comune il 100 per cento dei loro geni. Un genitore ha il 50 per cento di geni uguali a quelli del proprio figlio. Un essere umano ha 46 cromosomi, un delfino 44, un ratto 42, un gorilla 48 e un piccione 80.

(Mario Tama/Getty Images)

  • Chi Siamo
  • Privacy
  • Gestisci le preferenze
  • Condizioni d'uso
  • Pubblicità

Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980