Si trova nel nord-est del Marocco, nella regione montagnosa del Rif. Venne fondata nel 1471 dai musulmani per difendersi dalle incursioni portoghesi, e a partire dal Cinquecento divenne un rifugio per i musulmani e gli ebrei sefarditi cacciati dalla Spagna. Furono gli ebrei a dipingerne le strade e le case del tipico colore blu.
(amateur_photo_bore)
Il centro storico della città è molto conosciuto per avere strade piccole e strette circondate da edifici colorati che risalgono ai secoli Sedicesimo e Diciassettesimo, quando l'isola era ancora una colonia spagnola. I colori delle case della parte vecchia di San Juan, formata da sette blocchi di edifici, sono talmente vari che gli abitanti sostengono che nessuna tonalità di colore sia ripetuta.
(Emilio Santacoloma)
Si trova nella regione dello Yucatán ed è stata definita dal ministro del Turismo messicano un «pueblo mágico»: gli edifici coloniali della città sono di un giallo molto intenso che crea un effetto molto particolare, facendola sembrare soleggiata in qualsiasi periodo dell'anno. Oggi Izamal è un luogo di pellegrinaggio in cui venerare alcuni santi cattolici.
(antenne)
La facciata del Hawa Mahal, il Palazzo dei venti, nel 2011. (ROBERTO SCHMIDT/AFP/Getty Images)
Jaipur è nota anche come la Città Rosa dell'India. La sua costruzione iniziò nel 1727 e nel 1853 il Maharaja Sawai Ram Singh la fece dipingere di rosa per festeggiare la visita diplomatica di Edoardo, principe del Galles, futuro Edoardo VII d'Inghilterra e imperatore d'India. Da allora la capitale del Rajasthan ha mantenuto il suo tipico colore sia nelle strade che negli edifici più antichi.
È un quartiere di Città del Capo fondato dalla comunità Cape Malay, i discendenti degli schiavi portati dagli olandesi dall'Asia (soprattutto Giava), tra la fine del XVII e il XVIII secolo. Adesso è un quartiere multiculturale, ma inizialmente era esclusivamente musulmano ed è qui che nel 1794 venne fondata la prima Moschea del Sudafrica. Le case, i negozi e anche gli edifici sacri sono dipinti con colori vivaci e brillanti.
(Swiv)
È considerata una delle città più colorate d'Europa. La sua architettura è diventata nel tempo uno dei caratteri più importanti dell'identità cittadina: il centro della città si sviluppa su diverse isole collegate da più di 100 ponti, con moltissime chiese in mattoncino a vista, strette e alte, e moltissime case colorate con tetti spioventi. Per la sua conformazione è chiamata anche la Venezia della Bassa Slesia. Durante gli ultimi due secoli Breslavia è stata sotto la sovranità della Germania, della Prussia, dell'Austria e, infine, della Polonia.
(cinnamon_girl)
È un quartiere di Londra, ultimamente molto alla moda ma abitato dagli anni Cinquanta dalla comunità di immigrati caraibici. Ogni anno vi organizzano il famoso carnevale e qui si trova anche il mercato di Portobello Road; l'omonima strada è caratterizzata dalle facciate color pastello dei suoi negozi.
(suvodeb)
Questo quartiere di oltre 46 mila abitanti della città di Buenos Aires, sulle rive del fiume Riachuelo, è uno dei più colorati al mondo. Venne sviluppato dagli immigranti genovesi nel Diciannovesimo secolo, che utilizzarono per lo più materiali di scarto provenienti dai cantieri vicini, compresi gli avanzi di vernice e pittura utilizzati per colorare le pareti degli edifici. A differenza di molte altre città colorate del mondo, le case della Boca non sono monocromatiche: uno stesso edificio può essere dipinto anche con 4 o 5 colori diversi.
(paula soler-moya)
Fa parte delle Cinque Terre, un frastagliato tratto di costa della riviera ligure del Levante, diventato patrimonio dell'umanità nel 1997. Le sue case, molto famose per essere coloratissime, hanno subito dei danni molto gravi dopo l'alluvione dell'ottobre 2011. Nei mesi successivi, oltre 60 artisti italiani e stranieri si sono organizzati per ridipingere alcune parti della città, partendo dalle porte provvisorie in compensato che erano state messe per sostituire quelle distrutte dall'alluvione.
(Jason OX4)
È un antico quartiere ebraico del distretto di Fatih, nella parte europea di Istanbul. Le sue case, vecchie di duecento anni, sono molto particolari: in legno, spesso con l'intonaco scrostato, coloratissime, e si alternano a case ristrutturate, più nuove, e piccole botteghe e sinagoghe. Anche se non è una delle zone più visitate a Istanbul, la bellezza di Balat ha spinto l'UNESCO ad avviare un progetto di riqualificazione, acquistando e ristrutturando alcune delle case del quartiere.
(Moyan_Brenn)
È una città portuale molto nota per essere uno dei centri culturali più importanti del Cile (qui visse per diverso tempo anche il poeta Pablo Neruda). Lo spirito artistico della città ha fatto sì che nel corso del tempo gli edifici venissero dipinti con colori molto vivaci e arricchiti con svariati murales. I quartieri più colorati e meglio mantenuti sono quelli del centro turistico, tra cui Cerro Alegre, Concepción e Bellavista. La città sembra ancora più spettacolare se vista dalle funicolari che dalla fine del Diciannovesimo secolo aiutano gli abitanti di Valparaíso a risalire le colline su cui le case sono state costruite.
(MARTIN BERNETTI/AFP/Getty Images)
Tra le città bianche dell'Andalusia, la regione meridionale della Spagna al confine con il Portogallo, Júzcar è unica: le sue case, che fino al 2011 erano completamente bianche, sono oggi colorate di blu. Due anni fa alcuni produttori di Hollywood proposero agli abitanti del piccolo comune andaluso (di soli 223 abitanti) di dipingere le loro case di blu per la prima del film I Puffi (2011). Nel dicembre 2011 la Sony Pictures si offrì di ridipingere la città di bianco. Gli abitanti di Júzcar, però, avendo visto i vantaggi che potevano ottenere dal turismo, rifiutarono la proposta.
(Jose Canorea)
Le Painted Ladies, una fila di case vittoriane ed edoardiane nel distretto di Lower Haight, è una delle parti di San Francisco più conosciute, e sicuramente una delle più colorate. Nel corso del tempo gli abitanti delle zona vollero migliorare l'architettura delle loro case: per questo decisero di dipingerne i muri con colori diversi, anche se non molto forti. Il termine Painted Ladies fu usato per la prima volta dagli scrittori Elizabeth Pomada e Micheal Larsen nel libro Painted Ladies. San Francisco's Resplendent Victorians del 1978. Successivamente, il termine fu usato per descrivere più in generale i gruppi di case vittoriane colorate in altre città americane, come il quartiere Charles Village di Baltimora, la piazza Lafayette a St. Louis, in Missouri, e la città di Cape May, in New Jersey.
(Olivander)
Un ristorante a Izamal, nella regione dello Yucatán. È stata definita dal ministro del Turismo messicano un «pueblo mágico»: gli edifici coloniali della città sono di un giallo molto intenso che crea un effetto molto particolare, facendola sembrare soleggiata in qualsiasi periodo dell'anno. Oggi Izamal è un luogo di pellegrinaggio in cui venerare alcuni santi cattolici.
(antenne)
Il 13 novembre 2011 le tropas de elitee brasiliane entrarono nella favela di Rocinha, a Rio de Janeiro, per prenderne il comando, dopo che il trafficante che la controllava era già finito in carcere. Da allora la favela è stata oggetto di diversi piani di ristrutturazione, anche se alcuni abitanti hanno continuato a denunciare perquisizioni arbitrarie e abusi di potere da parte delle forze di sicurezza. Tra le altre cose, la comunità ha beneficiato di alcuni investimenti pubblici con i quali sono stati costruite diverse infrastrutture. È stato anche ricostruito un intero quartiere, la Rua 4, con strade molto più larghe di quelle tipiche delle favelas brasiliane e con case nuove dipinte con colori molto intensi, disposti come una composizione di tasselli colorati.
(CHRISTOPHE SIMON/AFP/Getty Images)
Si trova nel nord-est del Marocco, nella regione montagnosa del Rif. Venne fondata nel 1471 dai musulmani per difendersi dalle incursioni portoghesi, e a partire dal Cinquecento divenne un rifugio per i musulmani e gli ebrei sefarditi cacciati dalla Spagna. Furono gli ebrei a dipingerne le strade e le case del tipico colore blu.
(Mark Fischer)
Il palazzo della città, in una foto del 2010. (Robert Cianflone/Getty Images)
Jaipur è nota anche come la Città Rosa dell'India. La sua costruzione iniziò nel 1727 e nel 1853 il Maharaja Sawai Ram Singh la fece dipingere di rosa per festeggiare la visita diplomatica di Edoardo, principe del Galles, futuro Edoardo VII d'Inghilterra e imperatore d'India. Da allora la capitale del Rajasthan ha mantenuto il suo tipico colore sia nelle strade che negli edifici più antichi.
È un quartiere di Città del Capo fondato dalla comunità Cape Malay, i discendenti degli schiavi portati dagli olandesi dall'Asia (sopratutto Giava), tra la fine del XVII e il XVIII secolo. Adesso è un quartiere multiculturale, ma inizialmente era esclusivamente musulmano ed è qui che nel 1794 venne fondata la prima Moschea del Sudafrica. Le case, i negozi e anche gli edifici sacri sono dipinti con colori vivaci e brillanti.
(Swiv)
È un quartiere della città di Miami, molto conosciuto per i suoi tanti colori: luci al neon, edifici Art Déco con facciate colorate, torrette dei bagnini dipinte in modo diverso una dall'altra, sono tutti simboli di uno dei posti più visitati dai turisti a Miami. Il paesaggio, che si estende dalla famosa strada Ocean Drive, è reso ancora più affascinante dalla presenza, in diversi periodi dell'anno, di molti fenicotteri rosa a fianco dell'ampia spiaggia di sabbia bianca di Miami Beach.
(mahler711)
È un quartiere di Londra, ultimamente molto alla moda ma abitato dagli anni Cinquanta dalla comunità di immigrati caraibici. Ogni anno vi organizzano il famoso carnevale e qui si trova anche il mercato di Portobello Road; l'omonima strada è caratterizzata dalle facciate color pastello dei suoi negozi.
(incurable_hippie)
Il convento di Sant'Antonio da Padova, costruito tra il 1549 e il 1567, riutilizzando molte pietre del tempio maya di Ppapp-Hol-Chac. (Joel Abroad)
Izamal, nella regione dello Yucatán, è stata definita dal ministro del Turismo messicano un «pueblo mágico»: gli edifici coloniali della città sono di un giallo molto intenso che crea un effetto molto particolare, facendola sembrare soleggiata in qualsiasi periodo dell'anno. Oggi Izamal è un luogo di pellegrinaggio in cui venerare alcuni santi cattolici.
(antenne)
Il fortino di Amer, in una foto del 2010 (Robert Cianflone/Getty Images)
Jaipur è nota anche come la Città Rosa dell'India. La sua costruzione iniziò nel 1727 e nel 1853 il Maharaja Sawai Ram Singh la fece dipingere di rosa per festeggiare la visita diplomatica di Edoardo, principe del Galles, futuro Edoardo VII d'Inghilterra e imperatore d'India. Da allora la capitale del Rajasthan ha mantenuto il suo tipico colore sia nelle strade che negli edifici più antichi.
Ll'edificio Diwan-i-Khas, all'interno del Palazzo della città, nel 2010. (Simon de Trey-White/Getty Images)
Jaipur è nota anche come la Città Rosa dell'India. La sua costruzione iniziò nel 1727 e nel 1853 il Maharaja Sawai Ram Singh la fece dipingere di rosa per festeggiare la visita diplomatica di Edoardo, principe del Galles, futuro Edoardo VII d'Inghilterra e imperatore d'India. Da allora la capitale del Rajasthan ha mantenuto il suo tipico colore sia nelle strade che negli edifici più antichi.
Questo quartiere di oltre 46 mila abitanti della città di Buenos Aires, sulle rive del fiume Riachuelo, è uno dei più colorati al mondo. Venne sviluppato dagli immigranti genovesi nel Diciannovesimo secolo, che utilizzarono per lo più materiali di scarto provenienti dai cantieri vicini, compresi gli avanzi di vernice e pittura utilizzati per colorare le pareti degli edifici. A differenza di molte altre città colorate del mondo, le case della Boca non sono monocromatiche: uno stesso edificio può essere dipinto anche con 4 o 5 colori diversi.
(Kike Calvo via AP Images)
È un antico quartiere ebraico del distretto di Fatih, nella parte europea di Istanbul. Le sue case, vecchie di duecento anni, sono molto particolari: in legno, spesso con l'intonaco scrostato, coloratissime, e si alternano a case ristrutturate, più nuove, e piccole botteghe e sinagoghe. Anche se non è una delle zone più visitate a Istanbul, la bellezza di Balat ha spinto l'UNESCO ad avviare un progetto di riqualificazione, acquistando e ristrutturando alcune delle case del quartiere.
(Moyan_Brenn)
Le Painted Ladies, una fila di case vittoriane ed edoardiane nel distretto di Lower Haight, è una delle parti di San Francisco più conosciute, e sicuramente una delle più colorate. Nel corso del tempo gli abitanti delle zona vollero migliorare l'architettura delle loro case: per questo decisero di dipingerne i muri con colori diversi, anche se non molto forti. Il termine Painted Ladies fu usato per la prima volta dagli scrittori Elizabeth Pomada e Micheal Larsen nel libro Painted Ladies. San Francisco's Resplendent Victorians del 1978. Successivamente, il termine fu usato per descrivere più in generale i gruppi di case vittoriane colorate in altre città americane, come il quartiere Charles Village di Baltimora, la piazza Lafayette a St. Louis, in Missuri, e la città di Cape May, in New Jersey.
(jafsegal)
È la città più colorata del Messico ed è conosciuta anche come la Città d'Argento, per le sue miniere d'argento che in epoca coloniale furono tra le più produttive al mondo. Grazie all'attività di estrazione dell'argento, Guanajuato crebbe molto rapidamente e attirò molti lavoratori che contribuirono nel tempo al suo boom edilizio e alla sua varietà architettonica. Dal 1998 la città e le vicine miniere sono state incluse dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità. (HECTOR GUERRERO/AFP/Getty Images)
È la città più colorata del Messico ed è conosciuta anche come la Città d'Argento, per le sue miniere d'argento che in epoca coloniale furono tra le più produttive al mondo. Grazie all'attività di estrazione dell'argento, Guanajuato crebbe molto rapidamente e attirò molti lavoratori che contribuirono nel tempo al suo boom edilizio e alla sua varietà architettonica. Dal 1998 la città e le vicine miniere sono state incluse dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità. (HECTOR GUERRERO/AFP/Getty Images)
È un quartiere della città di Miami, molto conosciuto per i suoi tanti colori: luci al neon, edifici Art Déco con facciate colorate, torrette dei bagnini dipinte in modo diverso una dall'altra, sono tutti simboli di uno dei posti più visitati dai turisti a Miami. Il paesaggio, che si estende dalla famosa strada Ocean Drive, è reso ancora più affascinante dalla presenza, in diversi periodi dell'anno, di molti fenicotteri rosa a fianco dell'ampia spiaggia di sabbia bianca di Miami Beach.
(Joe Raedle/Getty Images)
Questo quartiere di oltre 46 mila abitanti della città di Buenos Aires, sulle rive del fiume Riachuelo, è uno dei più colorati al mondo. Venne sviluppato dagli immigranti genovesi nel Diciannovesimo secolo, che utilizzarono per lo più materiali di scarto provenienti dai cantieri vicini, compresi gli avanzi di vernice e pittura utilizzati per colorare le pareti degli edifici. A differenza di molte altre città colorate del mondo, le case della Boca non sono monocromatiche: uno stesso edificio può essere dipinto anche con 4 o 5 colori diversi.
(DANIEL GARCIA/AFP/Getty Images)
È considerata una delle città più colorate d'Europa. La sua architettura è diventata nel tempo uno dei caratteri più importanti dell'identità cittadina: il centro della città si sviluppa su diverse isole collegate da più di 100 ponti, con moltissime chiese in mattoncino a vista, strette e alte, e moltissime case colorate con tetti spioventi. Per la sua conformazione è chiamata anche la Venezia della Bassa Slesia. Durante gli ultimi due secoli Breslavia è stata sotto la sovranità della Germania, della Prussia, dell'Austria e, infine, della Polonia.
(Klearchos Kapoutsis)
È la città più colorata del Messico ed è conosciuta anche come la Città d'Argento, per le sue miniere d'argento che in epoca coloniale furono tra le più produttive al mondo. Grazie all'attività di estrazione dell'argento, Guanajuato crebbe molto rapidamente e attirò molti lavoratori che contribuirono nel tempo al suo boom edilizio e alla sua varietà architettonica. Dal 1998 la città e le vicine miniere sono state incluse dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità. (HECTOR GUERRERO/AFP/Getty Images)
È una città di circa 125.000 abitanti, capitale dell'isola di Curaçao, nel Mar dei Caraibi. La leggenda vuole che nel Diciannovesimo secolo, l'allora governatore olandese dell'isola desse la colpa della sua forte emicrania al potente sole dei Caraibi, che riflettendosi sulle pareti bianche e spoglie delle case della città creava un effetto ancora più "accecante". Il governatore decise allora di emanare un decreto ufficiale che ordinava agli abitanti di dipingere le pareti delle case di qualsiasi colore fuorché il bianco. Ancora oggi i colori pastello sono rimasti tipici delle case della città, tutto a causa della malattia di un solo uomo.
(Jessica B)
Si trova sull'isola di Terranova, ed è una cittadina con delle strade piccole e tortuose affiancate da una schiera di case colorate. C'è una ragione per cui il centro della città viene chiamato Jellybean Row (più o meno "Fila delle caramelle gelatinose"): in passato i capitani delle navi che arrivavano sull'isola di Terranova avrebbero dipinto le proprie case con dei colori molto accesi per renderle più visibili dal mare. Per il suo aspetto, St. John's è stata descritta anche come una «San Francisco in miniatura».
(Zach Bonnell)
Il 13 novembre 2011 le tropas de elitee brasiliane entrarono nella favela di Rocinha, a Rio de Janeiro, per prenderne il comando, dopo che il trafficante che la controllava era già finito in carcere. Da allora la favela è stata oggetto di diversi piani di ristrutturazione, anche se alcuni abitanti hanno continuato a denunciare perquisizioni arbitrarie e abusi di potere da parte delle forze di sicurezza. Tra le altre cose, la comunità ha beneficiato di alcuni investimenti pubblici con i quali sono state costruite diverse infrastrutture. È stato anche ricostruito un intero quartiere, la Rua 4, con strade molto più larghe di quelle tipiche delle favelas brasiliane e con case nuove dipinte con colori molto intensi, disposti come una composizione di tasselli colorati.
(CHRISTOPHE SIMON/AFP/Getty Images)
È un antico quartiere ebraico del distretto di Fatih, nella parte europea di Istanbul. Le sue case, vecchie di duecento anni, sono molto particolari: in legno, spesso con l'intonaco scrostato, coloratissime, e si alternano a case ristrutturate, più nuove, e piccole botteghe e sinagoghe. Anche se non è una delle zone più visitate a Istanbul, la bellezza di Balat ha spinto l'UNESCO ad avviare un progetto di riqualificazione, acquistando e ristrutturando alcune delle case del quartiere.
(tururu-u)
Questo quartiere di oltre 46 mila abitanti della città di Buenos Aires, sulle rive del fiume Riachuelo, è uno dei più colorati al mondo. Venne sviluppato dagli immigranti genovesi nel Diciannovesimo secolo, che utilizzarono per lo più materiali di scarto provenienti dai cantieri vicini, compresi gli avanzi di vernice e pittura utilizzati per colorare le pareti degli edifici. A differenza di molte altre città colorate del mondo, le case della Boca non sono monocromatiche: uno stesso edificio può essere dipinto anche con 4 o 5 colori diversi.
(DANIEL GARCIA/AFP/Getty Images)
È considerata una delle città più colorate d'Europa. La sua architettura è diventata nel tempo uno dei caratteri più importanti dell'identità cittadina: il centro della città si sviluppa su diverse isole collegate da più di 100 ponti, con moltissime chiese in mattoncino a vista, strette e alte, e moltissime case colorate con tetti spioventi. Per la sua conformazione è chiamata anche la Venezia della Bassa Slesia. Durante gli ultimi due secoli Breslavia è stata sotto la sovranità della Germania, della Prussia, dell'Austria e, infine, della Polonia.
(wyzk)
Il centro storico della città è molto conosciuto per avere strade piccole e strette circondate da edifici colorati che risalgono ai secoli Sedicesimo e Diciassettesimo, quando l'isola era ancora una colonia spagnola. I colori delle case della parte vecchia di San Juan, formata da sette blocchi di edifici, sono talmente vari che gli abitanti sostengono che nessuna tonalità di colore sia ripetuta.
(vxla)
È una città portuale molto nota per essere uno dei centri culturali più importanti del Cile (qui visse per diverso tempo anche il poeta Pablo Neruda). Lo spirito artistico della città ha fatto sì che nel corso del tempo gli edifici venissero dipinti con colori molto vivaci e arricchiti con svariati murales. I quartieri più colorati e meglio mantenuti sono quelli del centro turistico, tra cui Cerro Alegre, Concepción e Bellavista. La città sembra ancora più spettacolare se vista dagli "ascensori" che dalla fine del Diciannovesimo secolo aiutano gli abitanti di Valparaíso a risalire le colline su cui le case sono state costruite.
(Deslízate Naranja!)
Il centro storico della città è molto conosciuto per avere strade piccole e strette circondate da edifici colorati che risalgono ai secoli Sedicesimo e Diciassettesimo, quando l'isola era ancora una colonia spagnola. I colori delle case della parte vecchia di San Juan, formata da sette blocchi di edifici, sono talmente vari che gli abitanti sostengono che nessuna tonalità di colore sia ripetuta.
(Joe Raedle/Getty Images)
È un quartiere di Città del Capo fondato dalla comunità Cape Malay, i discendenti degli schiavi portati dagli olandesi dall'Asia (sopratutto Giava), tra la fine del XVII e il XVIII secolo. Adesso è un quartiere multiculturale, ma inizialmente era esclusivamente musulmano ed è qui che nel 1794 venne fondata la prima Moschea del Sudafrica. Le case, i negozi e anche gli edifici sacri sono dipinti con colori vivaci e brillanti.
(Dan Kitwood/Getty Images)
Fa parte delle Cinque Terre, un frastagliato tratto di costa della riviera ligure del Levante, diventato patrimonio dell'umanità nel 1997. Le sue case, molto famose per essere coloratissime, hanno subito dei danni molto gravi dopo l'alluvione dell'ottobre 2011. Nei mesi successivi, oltre 60 artisti italiani e stranieri si sono organizzati per ridipingere alcune parti della città, partendo dalle porte provvisorie in compensato che erano state messe per sostituire quelle distrutte dall'alluvione.
(Seth Lemmons)
(Jason OX4)
È una città portuale molto nota per essere uno dei centri culturali più importanti del Cile (qui visse per diverso tempo anche il poeta Pablo Neruda). Lo spirito artistico della città ha fatto sì che nel corso del tempo gli edifici venissero dipinti con colori molto vivaci e arricchiti con svariati murales. I quartieri più colorati e meglio mantenuti sono quelli del centro turistico, tra cui Cerro Alegre, Concepción e Bellavista. La città sembra ancora più spettacolare se vista dagli "ascensori" che dalla fine del Diciannovesimo secolo aiutano gli abitanti di Valparaíso a risalire le colline su cui le case sono state costruite.
(Luis Felipe Padilla)
È un quartiere di Città del Capo fondato dalla comunità Cape Malay, i discendenti degli schiavi portati dagli olandesi dall'Asia (sopratutto Giava), tra la fine del XVII e il XVIII secolo. Adesso è un quartiere multiculturale, ma inizialmente era esclusivamente musulmano ed è qui che nel 1794 venne fondata la prima Moschea del Sudafrica. Le case, i negozi e anche gli edifici sacri sono dipinti con colori vivaci e brillanti.
(Dan Kitwood/Getty Images)
Tra le città bianche dell'Andalusia, la regione meridionale della Spagna al confine con il Portogallo, Júzcar è unica: le sue case, che fino al 2011 erano completamente bianche, sono oggi colorate di blu. Due anni fa alcuni produttori di Hollywood proposero agli abitanti del piccolo comune andaluso (di soli 223 abitanti) di poter dipingere le loro case di blu per girare la première del film I Puffi (2011). Nel dicembre 2011 la Sony Pictures si offrì di ridipingere la città di bianco. Gli abitanti di Júzcar, però, avendo visto i vantaggi che potevano ottenere dal turismo, rifiutarono la proposta.
(Landahlauts)
È una città di circa 125.000 abitanti, capitale dell'isola di Curaçao, nel Mar dei Caraibi. La leggenda vuole che nel Diciannovesimo secolo, l'allora governatore olandese dell'isola desse la colpa della sua forte emicrania al potente sole dei Caraibi, che riflettendosi sulle pareti bianche e spoglie delle case della città creava un effetto ancora più "accecante". Il governatore decise allora di emanare un decreto ufficiale che ordinava agli abitanti di dipingere le pareti delle case di qualsiasi colore fuorché il bianco. Ancora oggi i colori pastello sono rimasti tipici delle case della città, tutto a causa della malattia di un solo uomo.
(Matthew T Rader)
Si trova sull'isola di Terranova, ed è una cittadina con delle strade piccole e tortuose affiancate da una schiera di case colorate. C'è una ragione per cui il centro della città viene chiamato Jellybean Row (più o meno "Fila delle caramelle gelatinose"): in passato i capitani delle navi che arrivavano sull'isola di Terranova avrebbero dipinto le proprie case con dei colori molto accessi per renderle più visibili dal mare. Per il suo aspetto, St. John's è stata descritta anche come una «San Francisco in miniatura».
(Ayrcan)
Fa parte delle Cinque Terre, un frastagliato tratto di costa della riviera ligure del Levante, diventato patrimonio dell'umanità nel 1997. Le sue case, molto famose per essere coloratissime, hanno subito dei danni molto gravi dopo l'alluvione dell'ottobre 2011. Nei mesi successivi, oltre 60 artisti italiani e stranieri si sono organizzati per ridipingere alcune parti della città, partendo dalle porte provvisorie in compensato che erano state messe per sostituire quelle distrutte dall'alluvione.
(LeeLeFever)
Il centro storico della città è molto conosciuto per avere strade piccole e strette circondate da edifici colorati che risalgono ai secoli Sedicesimo e Diciassettesimo, quando l'isola era ancora una colonia spagnola. I colori delle case della parte vecchia di San Juan, formata da sette blocchi di edifici, sono talmente vari che gli abitanti sostengono che nessuna tonalità di colore sia ripetuta.
(Emilio Santacoloma)
Le Painted Ladies, una fila di case vittoriane ed edoardiane nel distretto di Lower Haight, è una delle parti di San Francisco più conosciute, e sicuramente una delle più colorate. Nel corso del tempo gli abitanti delle zona vollero migliorare l'architettura delle loro case: per questo decisero di dipingerne i muri con colori diversi, anche se non molto forti. Il termine Painted Ladies fu usato per la prima volta dagli scrittori Elizabeth Pomada e Micheal Larsen nel libro Painted Ladies. San Francisco's Resplendent Victorians del 1978. Successivamente, il termine fu usato per descrivere più in generale i gruppi di case vittoriane colorate in altre città americane, come il quartiere Charles Village di Baltimora, la piazza Lafayette a St. Louis, in Missuri, e la città di Cape May, in New Jersey.
(SJL)
Tra le città bianche dell'Andalusia, la regione meridionale della Spagna al confine con il Portogallo, Júzcar è unica: le sue case, che fino al 2011 erano completamente bianche, sono oggi colorate di blu. Due anni fa alcuni produttori di Hollywood proposero agli abitanti del piccolo comune andaluso (di soli 223 abitanti) di poter dipingere le loro case di blu per girare la première del film I Puffi (2011). Nel dicembre 2011 la Sony Pictures si offrì di ridipingere la città di bianco. Gli abitanti di Júzcar, però, avendo visto i vantaggi che potevano ottenere dal turismo, rifiutarono la proposta.
(manuelfloresv)
È nota anche come Città Blu dell'India, per il colore dei muri delle sue case. Secondo la tradizione, molti secoli fa alcune famiglie brahmani - ovvero membri della casta sacerdotale del Varṇaśrama dharma o Varṇa vyavastha - decisero di dipingere le proprie case di blu, il colore della nobiltà, per distinguersi dalla massa degli abitanti del resto della città. La scelta però piacque molto e tutte le case vennero dipinte di blu. Secondo un'altra ricostruzione, invece, il composto chimico da cui derivava il colore blu venne appiccato sui muri delle case per allontanare le termiti.
(Ben Lepley +_+)
Fa parte delle Cinque Terre, un frastagliato tratto di costa della riviera ligure del Levante, diventato patrimonio dell'umanità nel 1997. Le sue case, molto famose per essere coloratissime, hanno subito dei danni molto gravi dopo l'alluvione dell'ottobre 2011. Nei mesi successivi, oltre 60 artisti italiani e stranieri si sono organizzati per ridipingere alcune parti della città, partendo dalle porte provvisorie in compensato che erano state messe per sostituire quelle distrutte dall'alluvione.
(Seth Lemmons)
È nota anche come Città Blu dell'India, per il colore dei muri delle sue case. Secondo la tradizione, molti secoli fa alcune famiglie brahmani - ovvero membri della casta sacerdotale del Varṇaśrama dharma o Varṇa vyavastha - decisero di dipingere le proprie case di blu, il colore della nobiltà, per distinguersi dalla massa degli abitanti del resto della città. La scelta però piacque molto e tutte le case vennero dipinte di blu. Secondo un'altra ricostruzione, invece, il composto chimico da cui derivava il colore blu venne appiccato sui muri delle case per allontanare le termiti.
(Jared Zimmerman)
Nel 2005 i due artisti olandesi Haas&Hahn fecero un documentario per MTV sulla musica hip hop nelle favelas di Rio de Janeiro e São Paolo. Ispirati da quell'esperienza, i due artisti decisero di presentare alcuni progetti per disegnare enormi murales nelle favelas brasiliane. Nel 2007 portarono a termine il loro primo murales a Vila Cruzeiro, la favela più conosciuta di Rio de Janeiro, e nel 2008 terminarono il secondo, entrambi realizzati con la collaborazione di molti giovani locali. L'enorme murales della Favela di Santa Marta è il terzo progetto concluso di Haas&Hahn, forse il più impressionante. Le case della favela danno oggi l'impressione di essere un arcobaleno grandissimo, formato da molti raggi di diverse sfumature che si stagliano sulle facciate delle abitazioni. Sul Post ne avevamo già parlato, qui le foto. Sul Post ne avevamo già parlato, qui altre foto.
(Haas&Hahn)
Si trova nel nord-est del Marocco, nella regione montagnosa del Rif. Venne fondata nel 1471 dai musulmani per difendersi dalle incursioni portoghesi, e a partire dal Cinquecento divenne un rifugio per i musulmani e gli ebrei sefarditi cacciati dalla Spagna. Furono gli ebrei a dipingerne le strade e le case del tipico colore blu.
(Mark Fischer)
È un quartiere della città di Miami, molto conosciuto per i suoi tanti colori: luci al neon, edifici Art Déco con facciate colorate, torrette dei bagnini dipinte in modo diverso una dall'altra, sono tutti simboli di uno dei posti più visitati dai turisti a Miami. Il paesaggio, che si estende dalla famosa strada Ocean Drive, è reso ancora più affascinante dalla presenza, in diversi periodi dell'anno, di molti fenicotteri rosa a fianco dell'ampia spiaggia di sabbia bianca di Miami Beach.
(lumierefl)
Si trova sull'isola di Terranova, ed è una cittadina con delle strade piccole e tortuose affiancate da una schiera di case colorate. C'è una ragione per cui il centro della città viene chiamato Jellybean Row (più o meno "Fila delle caramelle gelatinose"): in passato i capitani delle navi che arrivavano sull'isola di Terranova avrebbero dipinto le proprie case con dei colori molto accessi per renderle più visibili dal mare. Per il suo aspetto, St. John's è stata descritta anche come una «San Francisco in miniatura».
(kennymatic)
È un quartiere di Città del Capo fondato dalla comunità Cape Malay, i discendenti degli schiavi portati dagli olandesi dall'Asia (sopratutto Giava), tra la fine del XVII e il XVIII secolo. Adesso è un quartiere multiculturale, ma inizialmente era esclusivamente musulmano ed è qui che nel 1794 venne fondata la prima Moschea del Sudafrica. Le case, i negozi e anche gli edifici sacri sono dipinti con colori vivaci e brillanti.
(coda)
È la città più colorata del Messico ed è conosciuta anche come la Città d'Argento, per le sue miniere d'argento che in epoca coloniale furono tra le più produttive al mondo. Grazie all'attività di estrazione dell'argento, Guanajuato crebbe molto rapidamente e attirò molti lavoratori che contribuirono nel tempo al suo boom edilizio e alla sua varietà architettonica. Dal 1998 la città e le vicine miniere sono state incluse dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità.
(Lucy Nieto)
È nota anche come Città Blu dell'India, per il colore dei muri delle sue case. Secondo la tradizione, molti secoli fa alcune famiglie brahmani - ovvero membri della casta sacerdotale del Varṇaśrama dharma o Varṇa vyavastha - decisero di dipingere le proprie case di blu, il colore della nobiltà, per distinguersi dalla massa degli abitanti del resto della città. La scelta però piacque molto e tutte le case vennero dipinte di blu. Secondo un'altra ricostruzione, invece, il composto chimico da cui derivava il colore blu venne appiccato sui muri delle case per allontanare le termiti.
(To Uncertainty And Beyond)
Nel 2005 i due artisti olandesi Haas&Hahn fecero un documentario per MTV sulla musica hip hop nelle favelas di Rio de Janeiro e São Paolo. Ispirati da quell'esperienza, i due artisti decisero di presentare alcuni progetti per disegnare enormi murales nelle favelas brasiliane. Nel 2007 portarono a termine il loro primo murales a Vila Cruzeiro, la favela più conosciuta di Rio de Janeiro, e nel 2008 terminarono il secondo, entrambi realizzati con la collaborazione di molti giovani locali. L'enorme murales della Favela di Santa Marta è il terzo progetto concluso di Haas&Hahn, forse il più impressionante. Le case della favela danno oggi l'impressione di essere un arcobaleno grandissimo, formato da molti raggi di diverse sfumature che si stagliano sulle facciate delle abitazioni. Sul Post ne avevamo già parlato, qui altre foto.
(Haas&Hahn)
Si trova sull'isola di Terranova, ed è una cittadina con delle strade piccole e tortuose affiancate da una schiera di case colorate. C'è una ragione per cui il centro della città viene chiamato Jellybean Row (più o meno "Fila delle caramelle gelatinose"): in passato i capitani delle navi che arrivavano sull'isola di Terranova avrebbero dipinto le proprie case con dei colori molto accessi per renderle più visibili dal mare. Per il suo aspetto, St. John's è stata descritta anche come una «San Francisco in miniatura».
(Asmaa Dee Photography)
Nel 2005 i due artisti olandesi Haas&Hahn fecero un documentario per MTV sulla musica hip hop nelle favelas di Rio de Janeiro e São Paolo. Ispirati da quell'esperienza, i due artisti decisero di presentare alcuni progetti per disegnare enormi murales nelle favelas brasiliane. Nel 2007 portarono a termine il loro primo murales a Vila Cruzeiro, la favela più conosciuta di Rio de Janeiro, e nel 2008 terminarono il secondo, entrambi realizzati con la collaborazione di molti giovani locali. L'enorme murales della Favela di Santa Marta è il terzo progetto concluso di Haas&Hahn, forse il più impressionante. Le case della favela danno oggi l'impressione di essere un arcobaleno grandissimo, formato da molti raggi di diverse sfumature che si stagliano sulle facciate delle abitazioni.
Nella foto, abitanti della favela e imbianchini dipingono le facciate delle case, nel 2010. (VANDERLEI ALMEIDA/AFP/Getty Images)