1 di 10
10 fotografie di Stanley Greene
Francois Gilson e Basil, Parigi, 1980
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
Francois Gilson e Basil, Parigi, 1980
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
Caroline la mattina che sono partito per la Russia
Parigi, settembre 1993
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
A seguito della guerra tra l'esercito Popolare di Liberazione del Sudan e le diverse fazioni spinge diversi rifugiati a percorrere 160 chilometri dalla città di Nasir, nel sud Sudan, fino al campo profughi delle Nazioni Unite a Ayod dove morirono più di 2000 persone.
Tra Waat e Ayod, 1993
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
Provini a contatto raccontano il ‘The Kibbutz’ di Brooklyn, una comunità di artisti che sopravvive alla riqualificazione del condomnio in cui lavorano e vivono. Nel palazzo ci sono circa 200 fotografi, musicisti, scultori, filmakers e artisti.
Brooklyn, New York, 2009
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
Esplosione sulla strada per Kirkuk.
Kirkuk, Iraq, aprile 2004
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
Abdul Kadhir, ha vent'anni ed è un testimone: "Hanno impiccato i corpi ad un ponte e poi hanno lanciato in mezzo alla folla altri due corpi bruciati. La persone si sono riunite intorno come a un barbecue"
Fallujah, Iraq, 31 marzo 2004
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
Al Hadj Asdelkarim (85) e suo nipote Asdallah Asdel Khaled (35) disegnano sulla sabbia l'attacco dei miliziani filogovernativi janjāwīd al villaggio Furawiya in Darfur.
Asdel Khaled è il capo del villaggio e ha assistito alle violenze nascosto. Ha visto lo stupro di sua moglie, l'uccisione degli uomini e la devastazione del villaggio.
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
Membri della stasi in piedi sul muro durante una manifestazione
Berlino, novembre 1989
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
Alcuni corpi di persone di Cana a terra dopo un'esplosione.
Tyre, libano, agosto 2006
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport
Asya una volta mi ha detto che la guerra cambia tutto: è il vero banco di prova di amicizia. La guerra è un piccolo 'Ghazavat,' o guerra santa, ha detto citando il Corano, ed "è dopo la guerra che l'Ghazavat ha un grande inizio."
Le ultime notizie di Asya riguardano il suo suicidio contro un convoglio russo nel 2000.
Grozny, 1997.
Courtesy of Stanley Greene, Black Passport