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Berlusconiadi (foto)
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Silvio Berlusconi si candidò a presidente del Consiglio per la prima volta nel 1994, le prime elezioni dopo Tangentopoli e la fine del proporzionale puro. (AP Photo)
Silvio Berlusconi si candidò a presidente del Consiglio per la prima volta nel 1994, le prime elezioni dopo Tangentopoli e la fine del proporzionale puro. (AP Photo)
Berlusconi guidò una coalizione di centrodestra composta al nord da Forza Italia e Lega Nord e al sud da Forza Italia e Alleanza Nazionale, insieme al CCD e altre formazioni minori centriste. (AP Photo/Massimo Sambucetti)
La coalizione di centrosinistra era guidata da Achille Occhetto, capo del Partito Democratico della Sinistra, e comprendeva Rifondazione Comunista, Verdi, PSI, La Rete, Alleanza Democratica e i Cristiano Sociali. (LaPresse)
C’era poi una coalizione di centro, il Patto per l’Italia, guidata da Mariotto Segni e che comprendeva il Partito Popolare Italiano e il Patto Segni. (AP-PHOTO)
Vinse la coalizione di centrodestra, il Polo delle Libertà, che ottenne la maggioranza sia alla Camera che il Senato. Il sostegno della Lega era però indispensabile, e il governo cadde infatti quando il partito di Bossi ritirò il suo sostegno, dopo appena otto mesi. (LaPresse)
Silvio Berlusconi si ricandidò alle successive elezioni politiche, nel 1996. Stavolta la Lega si presentò separatamente da Forza Italia, Alleanza Nazionale e il CCD-CDU. (Ap Photo/Massimo Sambuceti)
Il centrosinistra invece si presentò più largo: PDS, PPI e Verdi si allearono e si accordarono con Rifondazione Comunista, guidati da Romano Prodi. (LaPresse)
Vinse il centrosinistra di Prodi, che però diventò dipendente dalla “desistenza” parlamentare di Rifondazione Comunista. (Ap Photo/Giulio Broglio)
Il governo Prodi cadde nel 1998, gli seguirono tre governi di centrosinistra, uno guidato da Massimo D’Alema e due guidati da Giuliano Amato. (AP Photo/Antonio Calanni)
Nel frattempo il centrodestra ottenne una serie rilevante di vittorie alle elezioni amministrative e Berlusconi ricostruì il suo rapporto con la Lega. (AP Photo/Massimo Sambucetti)
Silvio Berlusconi si candidò per la terza volta alla presidenza del Consiglio guidando la “Casa delle Libertà”: comprendeva Forza Italia, Alleanza Nazionale, la Lega Nord, il CCD-CDU e il Nuovo PSI. (LaPresse)
Lo sfidò una coalizione di centrosinistra guidata dall’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, e composta dai Democratici di Sinistra, dalla Margherita, dai Verdi, dai Socialisti Democratici Italiani e dai Comunisti italiani. Andarono da soli Rifondazione Comunista e l’Italia dei Valori, neonato partito dell’ex pm Antonio Di Pietro.
Il centrodestra vinse e tornò al governo. Silvio Berlusconi condusse il governo più longevo della storia della repubblica italiana, che cadrà soltanto il 23 aprile 2005, dopo una rovinosa sconfitta alle elezioni regionali. (AP Photo/Forza Italia)
Si trattava però di una crisi “pilotata”: Berlusconi ricevette infatti il re-incarico e condusse la legislatura fino alla sua fine naturale, nel 2006. (AP Photo/Plinio Lepri)
Alla fine della legislatura il centrodestra cambiò unilateralmente sia la Costituzione (ma le modifiche saranno poi bocciate da un referendum) sia la legge elettorale, approvando il cosiddetto “Porcellum”, ancora in vigore. (AP Photo/Andrew Medichini)
Sono le prime elezioni col nuovo sistema elettorale: proporzionale su base regionale, liste bloccate, premio di maggioranza nazionale alla Camera e regionale al Senato. (LaPresse)
Berlusconi, presidente del Consiglio uscente, guidava una coalizione di centrodestra composta da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, UdC e una serie di formazioni minori. (Franco Origlia/Getty Images)
Il candidato del centrosinistra è di nuovo Romano Prodi, questa volta la coalizione si chiama “l’Unione” ed è composta da Democratici di Sinistra, Margherita, Verdi, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Italia dei Valori, Udeur, Rosa nel Pugno e altre formazioni minori. (Marco Di Lauro/Getty Images)
Vince il centrosinistra, ma di un pelo: alla Camera ottiene il premio di maggioranza per appena 24.000 voti, al Senato prende 500.000 voti in meno del centrodestra ma raggiunge la maggioranza grazie a tre senatori eletti all’estero. (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
Il governo Prodi dura poco: va in crisi dopo due anni e si torna a votare. Berlusconi annuncia la formazione di un nuovo partito, Gianfranco Fini all’inizio lo irride («sono le comiche finali») ma poi decide di sciogliere Alleanza Nazionale in quel partito: il Popolo delle Libertà. (VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)
Berlusconi si candida per la quinta volta alla presidenza del Consiglio, a capo di una coalizione composta dal neonato Popolo della Libertà, dalla Lega Nord e dal Movimento per l’Autonomia. (LaPresse)
L’UdC va da sola. Il Partito Democratico, anche lui appena nato, si allea con i Radicali e l’Italia dei Valori e candida Walter Veltroni alla presidenza del Consiglio. Un’altra coalizione mette insieme Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica. (LaPresse)
Vince il centrodestra, che ottiene una larga maggioranza sia alla Camera che al Senato. L’UdC riesce per poco a superare lo sbarramento, la coalizione di sinistra invece non ci riesce. (LaPresse)
Il governo Berlusconi subisce alcune pesanti sconfitte alle elezioni amministrative nel 2011 e le condizioni del paese si vanno deteriorando, mentre sia Berlusconi stesso sia diversi suoi ministri vengono coinvolti in inchieste giudiziarie. (LaPresse)
Il governo cade nel novembre del 2011, pochi giorni dopo entra in carica un governo di grande coalizione guidato da Mario Monti, nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il governo si tiene in piedi anche grazie al sostegno del partito di Berlusconi, il Popolo della Libertà. Finché c’è. (LaPresse)