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  • Lunedì 9 luglio 2012

Mursi riapre il Parlamento egiziano

E la Corte Costituzionale gli ha ripetuto di nuovo che non può farlo: lo scontro istituzionale prosegue

Egyptian President Mohamed Morsi meets with US deputy secretary of State William Burns (not seen) in Cairo on July 8, 2012. AFP PHOTO/KHALED DESOUKI (Photo credit should read KHALED DESOUKI/AFP/GettyImages)
Egyptian President Mohamed Morsi meets with US deputy secretary of State William Burns (not seen) in Cairo on July 8, 2012. AFP PHOTO/KHALED DESOUKI (Photo credit should read KHALED DESOUKI/AFP/GettyImages)

Aggiornamento delle 14.40. La Corte Costituzionale ha ribadito che la sentenza che ha portato allo scioglimento del Parlamento è ancora valida e vincolante per tutte le istituzioni del paese (governo e presidenza compresa, quindi)

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Il presidente egiziano Mohammed Mursi ha emanato un decreto che stabilisce la riapertura del Parlamento, sciolto da una decisione del Consiglio Supremo delle Forze Armate, il cosiddetto SCAF, assunta un mese fa a pochi giorni dalle elezioni presidenziali. La decisione era arrivata dopo un parere della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, che era stata definita parzialmente incostituzionale. Mursi ha stabilito che il Parlamento può riprendere l’attività legislativa.

Il Parlamento era stato eletto a novembre e il partito politico di riferimento dei Fratelli Musulmani aveva ottenuto quasi la metà dei seggi. Mursi ha lasciato incarichi e responsabilità dirigenziali nell’organizzazione prima di candidarsi alle elezioni ma ne è rimasto membro. Con la decisione di ieri, Mursi tenta di ripristinare il Parlamento senza contraddire la Corte Costituzionale: questa, infatti, aveva solo dato un parere sulla legittimità della legge elettorale, senza disporre lo scioglimento dell’assemblea. La mossa era stata decisa dai militari, che all’epoca esercitavano il potere esecutivo, così come dalla caduta del governo di Mubarak.

I Fratelli Musulmani hanno sempre contestato la decisione della Corte e sostenuto che i militari non avessero legalmente il diritto di sciogliere un’assemblea elettiva. La Corte è stata accusata da molti di agire come il braccio giudiziario dei militari, che da mesi di fatto si contendono il potere con i Fratelli Musulmani. Il presidente Mursi ha stabilito anche che gli elettori egiziani tornino ai seggi entro sessanta giorni dal varo della nuova Costituzione, entro la fine di quest’anno, per eleggere un nuovo Parlamento. Un’assemblea costituzionale, scelta dal Parlamento nel febbraio scorso, sta lavorando al testo della nuova Costituzione.

Il decreto di Mursi non priva i militari dell’esercizio del potere legislativo, finché il Parlamento non sarà ripristinato. Rawya Rageh, corrispondente di Al Jazeera dal Cairo, dice per questo che non è chiaro se Mursi ha voluto sfidare i generali o ha invece trovato una soluzione di equilibrio, magari anche attraverso un accordo con loro. I Fratelli Musulmani hanno proposto di sottoporre a referendum popolare lo scioglimento del Parlamento. Tutta la situazione è comunque di lettura legale complicata: basti pensare che la Costituzione temporanea approvata dopo la caduta di Mubarak non attribuisce a nessuna istituzione il potere di dissolvere il Parlamento.

foto: KHALED DESOUKI/AFP/GettyImages