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  • Giovedì 3 maggio 2012

Le fidanzate di Obama

Ieri negli Stati Uniti si è molto discusso del contenuto di una nuova biografia di Obama, scritta dal premio Pulitzer David Maraniss

Tra questo mese, a poche settimane dalle elezioni presidenziali, sarà pubblicato negli Stati Uniti il libro Barack Obama: The Story del giornalista americano e premio Pulitzer David Maraniss. Il libro è una biografia di Obama, ricca di interviste – una anche allo stesso Obama – e materiali inediti che Maraniss ha recuperato contattando le persone più vicine al presidente degli Stati Uniti nel corso della sua vita. Tra questi, molti familiari ma anche alcune ex fidanzate che l’attuale presidente degli Stati Uniti ha avuto quando era all’università.

Alcune di queste ragazze avrebbero fatto vedere a Maraniss i loro diari, dove scrivevano pensieri e riflessioni sulla relazione con il giovane Obama. Ampi estratti di questi passaggi del libro di Maraniss sono stati pubblicati nell’ultimo numero dell’edizione statunitense di Vanity Fair, e ieri negli Stati Uniti sono stati molto commentati e discussi online e in televisione. In questi stralci due donne, Genevieve Cook e Alex McNear, ricordano la loro relazione con Obama all’inizio degli anni Ottanta, citando i loro diari dell’epoca.

Cook, figlia di un diplomatico australiano e allora insegnante di scuola elementare, dice di aver conosciuto Obama durante una festa di Natale del 1983, quando lui aveva 22 anni e lei 25. La loro relazione è descritta più o meno dettagliatamente, e Cook ricorda che “Barry” (cioè Obama, come lo chiamava lei) girava a torso nudo in casa e faceva spesso le parole crociate. Cook, tra le altre cose, lamentava un affetto “ingannevole” di Obama nei suoi confronti, descritto come molto più maturo della sua età anagrafica.

McNear, invece, incontrò Obama nel 1982 all’Occidental College di Los Angeles e passò con lui l’estate di quell’anno. Oltre ai resoconti sentimentali, McNear parla anche di altri aspetti del giovane Obama, raccontandone l’ammirazione per lo scrittore T.S. Eliot, di cui diceva: “C’è un certo tipo di conservatorismo che rispetto più del liberalismo borghese”.

Secondo McNear, poi, Obama ogni tanto si lamentava di essere figlio del multiculturalismo, in quanto si ritrovava “senza una classe sociale, una struttura o una tradizione che mi possa sostenere”, diceva Obama (che è mezzo bianco e mezzo nero, mezzo americano e mezzo kenyota). Da questo punto di vista, secondo il racconto di McNear, Obama preferiva la vita dei suoi amici pachistani, in quanto le loro tradizioni e origini erano molto più definite.

L’anticipazione del libro di Maraniss, tuttavia, sembra smentire alcune dichiarazioni precedenti di Obama. Nella sua autobiografia I sogni di mio padre, infatti, Obama diceva sì di esser stato con una “ragazza di New York”, ma il suo racconto non combacia in diversi punti con quello di Maraniss che ha raccolto la testimonianza di Cook, “la ragazza di New York”. Sempre nel libro di Cook viene riportata un’intervista con Obama, in cui il presidente ricorda che nel suo libro ci sono alcuni composite characters, cioè che alcuni personaggi sono l’unione di più persone reali. Cosa che era già stata specificata nella prefazione della prima edizione del libro.

foto: AP/Obama Presidential Campaign, File