Groupon ha sbagliato i conti

Ed è stata costretta a rettificare al ribasso guadagni e ricavi dell'ultimo trimestre, facendo aumentare le diffidenze nei suoi confronti

Dopo la sua quotazione in borsa dello scorso anno, Groupon è stata spesso criticata per una gestione poco accurata delle proprie finanze, che ha diffuso scetticismo tra gli investitori. Diffidenze che negli ultimi giorni sono state rafforzate da un errore ammesso dalla società nello stimare l’andamento dei propri affari nell’ultimo trimestre fiscale. Lo scorso venerdì, dopo la chiusura delle borse, i responsabili di Groupon hanno annunciato di aver sovrastimato l’entità dei ricavi e dei guadagni della società, rivedendoli al ribasso. Il comunicato ha preoccupato diversi investitori e ieri, con la riapertura delle borse, le azioni dell’azienda hanno perso circa il 17 per cento del loro valore.

Groupon gestisce un servizio molto popolare online per ottenere coupon e offerte commerciali. Un ristoratore può, per esempio, decidere di offrire su Groupon cento cene per due persone a 35 euro invece che a 55. Gli iscritti al sito possono aderire all’offerta, consapevoli che questa avrà valore solo se saranno vendute tutte le cento cene. L’acquisto viene pagato in anticipo, Groupon trattiene una percentuale come commissione e dà il resto al ristoratore. Il cliente ha un certo numero di settimane per riscuotere la promozione che ha comprato. Se non si raggiunge il numero necessario di partecipanti, l’offerta decade e non vengono prelevati i soldi dalla carta di credito degli acquirenti. Le offerte sono su base locale, quindi il sito consente di trovare le promozioni nei posti più vicini a dove si vive.

La società è stata costretta a rivedere i dati trimestrali perché i suoi analisti hanno scoperto, evidentemente in ritardo, che la quota dei rimborsi ai clienti per il mancato raggiungimento del numero minimo di persone per una offerta era più alta del previsto. Come spiegano su BusinessWeek il motivo dei rimborsi più alti è semplice: la società ha iniziato a vendere con maggiore successo offerte economicamente più impegnative, come pacchetti vacanze e buoni per piccoli trattamenti di chirurgia estetica. In questi casi, se l’offerta non viene attivata a causa della bassa partecipazione, la società deve rimborsare acquisti più costosi rispetto a quelli per una semplice cena.

Groupon è quotata in borsa da circa cinque mesi, ma secondo diversi analisti fatica ancora nel mostrare di essere una società affidabile. Ha grandi ambizioni, spiegano, ma al tempo stesso non ha le risorse e le capacità per raggiungerle. E in effetti venerdì i responsabili della società hanno anche dovuto ammettere di avere qualche problema con i loro sistemi di controllo, cioè i sistemi utilizzati dalle aziende per fare una doppia verifica sui bilanci e appurare che siano effettivamente raggiungibili gli obiettivi finanziari prefissati.

La rettifica di venerdì ha dato l’ennesima idea che la società non sia molto affidabile, ma occorre comunque ammettere che le modifiche pubblicate non sono particolarmente ingenti. Groupon ha spiegato di aver ricavato il 3 per cento in meno rispetto a quanto aveva detto in precedenza, dunque ha ottenuto 492 milioni di dollari. Le perdite nette con la revisione sono passate al 12 per cento per ogni azione, circa 4 centesimi di dollari in più di quanto precedentemente comunicato.

Con i conti di Grupon accadde qualcosa di analogo lo scorso anno, quando la società calcolò nei propri ricavi anche la quota di denaro che doveva girare ai commercianti per le loro offerte sul sito. Le autorità statunitensi contestarono l’operazione e chiesero un riconteggio appropriato, che fu svolto tenendo in considerazione solamente la percentuale che rimaneva materialmente nelle casse di Groupon per ogni offerta. Con i nuovi calcoli i ricavi si ridussero del 50 per cento circa. La vicenda avvenne prima della quotazione in borsa, ma contribuì a far nascere un certo scetticismo nei confronti dell’azienda nata nel 2008.

foto: Scott Olson/Getty Images