SOPA e PIPA non ci sono più

I promotori di entrambi i provvedimenti accusati di minacciare la libertà di Internet hanno fatto marcia indietro, dopo le proteste dei giorni scorsi

People hold signs at a protest by the technology organization New York Tech Meetup against proposed laws to curb Internet piracy outside the offices of US Democratic Senators from New York Chuck Schumer and Kirsten Gillibrand January 18, 2012 on Third Avenue in New York. Schumer and Gillibrand are co-sponsors of the Senate bill PIPA (Protect Intellectual Property Act). SOPA (Stop Online Piracy Act) is the US House version. AFP PHOTO/Stan HONDA (Photo credit should read STAN HONDA/AFP/Getty Images)
People hold signs at a protest by the technology organization New York Tech Meetup against proposed laws to curb Internet piracy outside the offices of US Democratic Senators from New York Chuck Schumer and Kirsten Gillibrand January 18, 2012 on Third Avenue in New York. Schumer and Gillibrand are co-sponsors of the Senate bill PIPA (Protect Intellectual Property Act). SOPA (Stop Online Piracy Act) is the US House version. AFP PHOTO/Stan HONDA (Photo credit should read STAN HONDA/AFP/Getty Images)

Il deputato repubblicano Lamar Smith, promotore dello Stop Online Piracy Act (SOPA), la legge contro la pirateria informatica in discussione alla Camera degli Stati Uniti che aveva causato grandi proteste nelle ultime settimane, ha annunciato il ritiro del provvedimento “fino a quando non ci sarà un accordo più ampio su una soluzione” al problema della pirateria informatica. Smith ha detto all’agenzia di stampa Reuters che “c’è bisogno di rivedere l’approccio su come risolvere al meglio il problema dei ladri stranieri che rubano e vendono invenzioni e prodotti americani”. Il SOPA era fermo alla commissione per gli affari legali del Congresso degli Stati Uniti. Il capo dei democratici al Senato, Harry Reid, ha annunciato oggi il rinvio a data da destinarsi del voto sul Protect Intellectual Property Act (PIPA), provvedimento analogo al SOPA, inizialmente previsto per martedì 24 gennaio. Ieri tutti i candidati repubblicani alla presidenza si erano dichiarati contrari alle leggi, così come aveva fatto in passato l’amministrazione Obama.

Le due proposte di legge riguardano la protezione dei diritti d’autore su Internet e hanno portato a prese di posizione in un senso o nell’altro delle più grandi società e aziende attive in Rete (quasi tutte contrarie) e dell’industria musicale, cinematografica e farmaceutica (quasi tutte a favore). Non è la prima volta che vengono presentate al Congresso proposte di legge restrittive sulla pubblicazione e la pubblicità di contenuti attraverso internet, ma le proposte precedenti sono state sempre bloccate o respinte. Il 18 gennaio migliaia di siti Internet si sono oscurati per 24 ore in segno di protesta, e oltre 3 milioni di persone hanno manifestato il proprio dissenso firmando petizioni o inviando mail ai politici statunitensi.

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foto: STAN HONDA/AFP/Getty Images