La storia d’Italia inventata
Pianoforte, 10 marzo 1868
Luigi Caldera – Ludovico Montù
Il melopiano è un pianoforte dotato di un motore con carica a manovella, che messo in azione per mezzo di un pedale consente di «continuare alla corda il suono ripercotendola velocemente con un secondo martelletto, il quale, obbediente alla variata pressione del dito che [agisce] sul tasto, oltreché prolungare, [modifica] anche l’intensità del suono, superando in ciò la potenza dell’organo, e dando al pianoforte una fluidità, una dolcezza una varietà di suono inaccostumata e veramente nuova, sorprendente, aggradevolissima». Questo strumento, ideato nel 1862 dall’ingegner Luigi Caldera di Cuneo e prodotto in collaborazione con Ludovico Montù e Stefano Brossa, costruttore torinese di pianoforti, fu presentato nel 1867 all’Esposizione Universale di Parigi, dove suscitò l’interesse perfino dell’«imperturbabile Rossini». Il melopiano fu apprezzato da musicisti come Berlioz, Hans von Bülow, Meyerbeer e Thalberg, e fu guardato con interesse da importanti costruttori (Herz, Érard, Pleyel, Bösendorfer). Stefano Brossa, il primo costruttore, ottenne all’esposizione di Torino del 1868 una medaglia di prima classe per «pianoforti verticali nei quali si scorge limpidezza e sonorità di voce, sveltezza di forme e tastiera obbedientissima». La produzione continuò ad essere premiata sino all’esposizione del 1898.