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  • Mercoledì 12 ottobre 2011

Un altro buon dibattito per Romney

Ieri sera il candidato favorito alle primarie repubblicane se l'è cavata bene, mentre l'emergente Cain tentava di confermare la sua ascesa

Republican presidential candidates businessman Herman Cain and former Massachusetts Gov. Mitt Romney shakes hands after a Republican presidential debate at Dartmouth College in Hanover, N.H., Tuesday, Oct. 11, 2011. (AP Photo/Toni Sandys, Pool)

Republican presidential candidates businessman Herman Cain and former Massachusetts Gov. Mitt Romney shakes hands after a Republican presidential debate at Dartmouth College in Hanover, N.H., Tuesday, Oct. 11, 2011. (AP Photo/Toni Sandys, Pool)

Ieri sera ad Hanover, in New Hampshire, i candidati alle primarie repubblicane degli Stati Uniti si sono sfidati in un nuovo dibattito in vista dell’inizio del processo di selezione, che comincerà a gennaio 2012 in Iowa. Il format del dibattito era diverso dai precedenti: i candidati erano seduti attorno a un tavolo e c’era un solo tema di cui discutere, l’economia. I fatti principali della settimana che ha portato al dibattito erano due: il confermato declino di Rick Perry, i cui dibattiti deludenti hanno per il momento affondato la campagna elettorale, e l’ascesa di Herman Cain, ex dirigente di una catena di pizzerie, dall’esperienza politica quasi nulla.

Quasi tutti gli osservatori sono concordi nel dire che il dibattito di ieri è stato vinto da Mitt Romney. Il New York Times scrive che Romney “si è presentato come il leader meglio preparato per sfidare il presidente Obama”, ed effettivamente il governatore del Massachusetts è emerso come quello con le idee più chiare e la maggiore esperienza. Ha ben rintuzzato gli attacchi dei suoi avversari sulla riforma sanitaria che approvò da governatore, tema su cui ormai si trova a rispondere quotidianamente da anni, e si è dimostrato in grado di difendere provvedimenti impopolari, spiegando le ragioni del bailout di Wall Street – il cosiddetto TARP – approvato dall’amministrazione Bush e dal Congresso alla fine del 2008. Inoltre, Romney ha dedicato molto più tempo a criticare Obama piuttosto che a prendersela con i suoi avversari, mostrando così di essere già concentrato su novembre e dando di sé l’impressione dell'”unico adulto nella stanza”. Tanto che, quando il moderatore del dibattito gli ha chiesto di rivolgere una domanda a un suo avversario, Romney ha deciso di rivolgersi a Michele Bachmann e non a Rick Perry, col quale ultimamente aveva molto battibeccato (bisogna dire anche che Bachmann contende a Perry lo stesso blocco di elettorato, quindi Romney pensa di potersi avvantaggiare del suo rafforzamento).

Cain si è trovato per la prima volta al centro del dibattito, anche concretamente: ha soffiato a Perry il posto centrale accanto a Romney. Il suo piano economico si chiama 9-9-9 in ragione della distribuzione delle aliquote e ieri sera è stato molto discusso: questa è certamente la vittoria di un candidato fino a poche settimane fa del tutto sconosciuto, ma anche una potenziale insidia. Cain è cresciuto nei sondaggi anche perché, non vedendolo come una minaccia, i suoi avversari non hanno perso molto tempo parlando male di lui: ieri invece il piano di Cain è stato criticato sia da Romney che da Michele Bachmann e dall’influente Ron Paul. Sarà interessante vedere come reagirà il suo elettorato. Oggi i sondaggi danno Cain al secondo posto in Iowa e in New Hampshire e addirittura in testa in South Carolina.

Dopo due dibattiti deludenti e un crollo nei sondaggi, Perry stasera doveva tentare di risollevare le sorti della sua campagna. Il suo staff aveva detto che i primi due dibattiti erano andati male perché Perry aveva dormito poco, e che stavolta arrivava all’evento fresco e riposato. Dopo alcuni giorni di attacchi furiosi a Romney – anche sul fronte religioso, visto che Romney è mormone – il governatore del Texas ieri sera è rimasto a lungo ai margini della discussione. E quando gli è stato chiesto di descrivere nei dettagli il suo piano per rilanciare l’economia, ha rinviato tutto al prossimo venerdì, quando dedicherà al tema un discorso. La campagna di Perry resta dov’era, in stallo e in crisi.

Gli altri candidati hanno faticato per farsi notare. Jon Huntsman ci ha provato, infruttuosamente, con qualche battuta. Rick Santorum e Newt Gingrich ci hanno provato sparandola grossa: quest’ultimo ha addirittura chiesto l’arresto di due parlamentari democratici, Barney Frank e Christopher Dodd.

foto: AP Photo/Toni Sandys, Pool