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  • Venerdì 19 agosto 2011

Che cos’è un attentato-in-Afghanistan

Oggi nove persone sono morte a Kabul, e bisogna vedere le foto per dare un significato concreto a una formula giornalistica a cui ci siamo abituati

Afghan security forces and firefighters gather at the site of a suicide attack and a clash at The British Council in Kabul on August 19, 2011. At least three people were killed as a wave of suicide explosions rocked a British cultural centre in Kabul, a public holiday marking Afghanistan's independence from Britain in 1919. Four blasts, claimed by the Taliban, struck the British Council offices in Kabul, while an AFP reporter at the scene reported heavy gunfire ongoing inside the compound. AFP PHOTO/Massoud HOSSAINI (Photo credit should read MASSOUD HOSSAINI/AFP/Getty Images)
Afghan security forces and firefighters gather at the site of a suicide attack and a clash at The British Council in Kabul on August 19, 2011. At least three people were killed as a wave of suicide explosions rocked a British cultural centre in Kabul, a public holiday marking Afghanistan's independence from Britain in 1919. Four blasts, claimed by the Taliban, struck the British Council offices in Kabul, while an AFP reporter at the scene reported heavy gunfire ongoing inside the compound. AFP PHOTO/Massoud HOSSAINI (Photo credit should read MASSOUD HOSSAINI/AFP/Getty Images)

Questa mattina in Afghanistan un attentato suicida ha ucciso nove persone al British Council di Kabul. Un kamikaze si è ha fatto esplodere accanto a un muro di recinzione, distruggendolo e permettendo a un gruppo di uomini armati di entrare nell’edificio e aprire il fuoco. I talebani hanno rivendicato l’attacco, dicendo di averlo condotto in memoria dell’anniversario dell’indipendenza dell’Afghanistan dal Regno Unito, nel 1919. Tra i morti ci sono otto poliziotti afghani e un funzionario neozelandese. Successivamente le forze di sicurezza hanno fatto ingresso nell’edificio, uccidendo gli attentatori. Il British Council è un’organizzazione che conduce programmi culturali e di istruzione.

La guerra in Afghanistan è cominciata ufficialmente il 7 ottobre del 2001, tra poco saranno dieci anni. Come molte altre guerre di questo inizio di secolo, è combattuta da un esercito moderno ma “tradizionale” – quello della NATO – contro avversari dai mezzi antiquati ma tutt’altro che convenzionali – i talebani e Al Qaida. Questa circostanza ha generato l’assenza di un fronte e di battaglie definite, come quelle che hanno caratterizzato i conflitti del Novecento, a favore invece di un tipo di guerra più imprevedibile, più simile alla guerriglia e segnata dal proliferare di attentati e attacchi suicidi che spesso e volentieri hanno preso di mira obiettivi civili, oltre che militari. La frequenza di questo genere di attacchi ha fatto sì che in questi dieci anni la formula “attentato in Afghanistan” sia entrata nel lessico quotidiano dei giornali e dei telegiornali, fino a diventare in qualche modo trasparente e perdere parte del suo significato. Come accade per molte altre cose, però, le fotografie che mostrano cos’è un luogo – un mercato, un edificio, una stazione, una piazza – dopo un attentato rendono meglio l’idea della portata di questi eventi, che non dovremmo considerare ridotta dalla loro frequenza. Ricordandoci, certo, che gli attentati suicidi non sono stati gli unici a uccidere civili in questi dieci anni: le forze militari che fanno capo alla NATO sono responsabili di molte morti innocenti, di incidenti, errori e missili rivelatisi meno intelligenti di quanto avrebbero dovuto. Ma c’è una differenza tra la colpevole e ingiustificabile negligenza e la volontà indiscriminata di uccidere persone innocenti.