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  • Domenica 7 agosto 2011

La risposta di Rick Perry

Migliaia di americani si sono radunati ieri a Houston per pregare e piangere con il più bigotto dei possibili candidati presidenziali e "salvare l'America"

A woman prays at The Response, a call to prayer for a nation in crisis, Saturday, Aug. 6, 2011, in Houston. Texas Gov. Rick Perry attended the daylong prayer rally despite criticism that the event inappropriately mixes religion and politics. (AP Photo/David J. Phillip)
A woman prays at The Response, a call to prayer for a nation in crisis, Saturday, Aug. 6, 2011, in Houston. Texas Gov. Rick Perry attended the daylong prayer rally despite criticism that the event inappropriately mixes religion and politics. (AP Photo/David J. Phillip)

Almeno 30 mila persone hanno raggiunto sabato a Houston il governatore del Texas Rick Perry che aveva convocato un raduno di preghiera per “una nazione in crisi”, durato sette ore e svoltosi al reliant Stadium, lo stadio del football degli Houston Texans (che ospita oltre 70 mila spettatori). L’evento, esempio spettacolare e supremo di sovrapposizione tra religione e politica negli Stati Uniti, era intitolato “The response” (anche questo termine sia laico che religioso) ed è letto come un ulteriore passo nelle ambizioni di candidatura alla presidenza di Perry, che lui ha sempre negato pubblicamente ma su cui si è mostrato più possibilista negli ultimi mesi.

Perry ha 51 anni ed è governatore del Texas ininterrottamente dal 2000. È di religione metodista e frequenta regolarmente le funzioni evangeliche e ha posizioni politiche e sociali molto conservatrici. Contrario ai matrimoni omosessuali, contrario all’aborto, favorevole alla pena di morte (con lui governatore il Texas ha ucciso 200 condannati: i suoi avversari gli contestano soprattutto l’avallo all’uccisione di Todd Willingham, condannato a morte con forti dubbi sulla sua colpevolezza), favorevole all’insegnamento del “disegno intelligente” della creazione del mondo, critico sul riscaldamento globale.

Dal palco di Houston, affiancato da predicatori e amici, Perry ha parlato per 13 minuti e ha invitato i presenti a pregare e ha chiesto a Gesù di guidare i leader politici e militari del paese e “coloro che non riescono a vedere la luce in mezzo all’oscurità”.

«Signore, tu sei l’origine di ogni buona cosa. Sei la nostra sola speranza e oggi noi ti siamo di fronte nel timore della tua potenza e nella gratitudine della tua benedizione, e nell’umiltà dei nostri peccati. Padre, i nostri cuori soffrono per l’America. Vediamo divisioni nel nostro paese. Vediamo paura nei mercati. Vediamo rabbia nelle stanze del governo, e la nostra nazione ha dimenticato chi ci creò, chi ci protegge, chi ci benedice, per questo chiediamo il tuo perdono»

Al raduno – in programma sermoni, canti evangelici e christian rock: e un digiuno seguito da Perry ma non da tutti i presenti – ha partecipato anche il governatore del Kansas, e ha mandato un messaggio video quello della Florida. C’erano moltissimi giornalisti curiosi di passi avanti di Perry nei progetti presidenziali: qualcuno ha commentato su Twitter che “diventeranno matti: per loro sette ore in chiesa è più di quanto ci siano stati in tutta la vita”. Un’associazione ateista aveva chiesto con una denuncia che l’evento fosse bloccato perché violava la norma costituzionale di separazione tra stato e chiesa, ma la richiesta è stata bocciata da un giudice federale una settimana fa. La scelta di coinvolgere cospicuamente l’ufficio e il ruolo del governatore in un evento religioso è stata però molto contestata. Perry ha chiesto nella sua preghiera anche che il Signore proteggesse e aiutasse con la sua saggezza Obama e la sua famiglia.