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Le copertine di Internazionale
Il primo numero di Internazionale, datato 6 novembre 1993, inaugura la grafica di copertina del primo periodo, fatta di grandi titoli e grandi temi con piccole illustrazioni accessorie. Costa tremila lire.
Il primo numero di Internazionale, datato 6 novembre 1993, inaugura la grafica di copertina del primo periodo, fatta di grandi titoli e grandi temi con piccole illustrazioni accessorie. Costa tremila lire.
Ma già al numero 6 ci si prendono delle libertà - e sarà così sempre, anche nei successivi restyling grafici, sempre duttili - con la prima grande foto, dedicata all'Italia
Sette anni prima della strage delle torri gemelle, si racconta di come il terrorismo islamista stia diventando il tema centrale della geopolitica internazionale
La prima copertina su Berlusconi, che del resto era diventato da poco PresdelCons. Ce ne saranno altre.
"La più grande rete di computer del mondo", è una delle espressioni con cui nel 1994 si cerca di spiegare internet a un paese che ne è ancora ampiamente all'oscuro, malgrado la rete abbia compiuto 25 anni
Vista con gli occhi di oggi, quando ci sembrano discussioni attualissime e nuove quelle sul potere della rete nel liberare i popoli dalle oppressioni o informare su guerre e repressioni, la copertina del 1995 su come internet aiutò gli abitanti di Sarajevo durante l'assedio, è istruttiva.
Ancora internet, e anche qui si vede come la discussione sul destino della rete e nostro nella nuova era duri ormai da parecchio
All'inizio del 1996 Internazionale avvisa i lettori italiani che la Cina sta diventando una cosa nuova
L'Iraq prima che diventasse centrale per il mondo, un paese "schiacciato da un dittatore e dove non c'è niente da ridere".
Una raccolta di autorevoli consigli di letture e una bella scelta di foto in copertina
Un'altra bellissima immagine di copertina per raccontare un altro paese che anni dopo arriverà sulle prime pagine (salvo sparirne presto).
Un'altra bella scelta di foto in bianco e nero e un annuncio di crisi economiche che saranno protagoniste dell'informazione mondiale per tutti i tempi successivi
Aprile 1997, tra una settimana Tony Blair diventerà protagonista della storia successiva della Gran Bretagna, e anche di un pezzo rilevante della storia politica mondiale
La Groenlandia, invece, non è di quei posti di cui Internazionale raccontò e dopo un po' ne parlarono tutti; è uno di quei posti di cui non parla mai nessuno e basta. E la copertina era bella.
1997, e c'era un problema di internet e privacy di cui era il caso di cominciare a parlare
Detto ancora più esplicitamente, "La fine della privacy" dovuta a internet e telefonini, "l'era del piccolo fratello" quando la citazione aveva ancora a che fare solo con Orwell.
"Un paese che rischia di affondare", il Belgio: gli avessero detto, al titolista, che dieci anni dopo le copertine sul Belgio avrebbero cominciato a sostenerlo letteralmente.
Una scelta di immagine "scura" e rossa per la storia della corsa alla luna ricostruita.
Una bella copertina sul potere femminile in Finlandia.
Siamo nel 2000, il Vermont approva i matrimoni gay, Matticchio fa un disegno per la copertina di Internazionale.
Un altro pezzo della storia di internet che oggi sembra sparito ma fu probabilmente il primo caso rivoluzionario di una serie che poi passò per altre rivoluzioni di YouTube, di Facebook, di Twitter, eccetera.
Novembre 2000, la prima copertina su Osama bin Laden. L'ultima arriverà quasi 11 anni dopo, e sarà davvero l'ultima, si immagina.
"L'ultima estate con la lira. Tra sei mesi arriva l'euro". Sembra un'eternità, no?
Internazionale, che aveva già dedicato una copertina ai fatti del G8 di Genova, raccolse con grande attenzione lo sguardo della stampa straniera su quello che era successo, consegnandolo a molti lettori italiani interessati a quello sguardo.
La copertina da film sull'11 settembre, che cambiò la vita dell'America, di un bel pezzo di mondo, e anche l'attenzione dell'opinione pubblica sulle vicende della politica internazionale. Da quel giorno quello che raccontava Internazionale divenne ancora più importante.
Aprile 2002, la destra di Le Pen ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali francesi, spaventando mezza Francia e mezza Europa: la prima correrà - anche da sinistra - a far vincere Chirac al ballottaggio.
"La bolla", la chiamammo. Chi se ne era accorto prima, chi dopo, ma alla fine esplose e rimise con i piedi per terra la sovreccitazione finanziaria intorno alle nuove tecnologie.
Una copertina di grande bellezza estetica e tremenda forza di notizia, sugli stupri durante la guerra in Ruanda.
È il 2003 e l'Economist ha pubblicato un severo dossier contro Silvio Berlusconi, in una guerra tra il settimanale e il PresdelCons che come si sa dura ancora oggi e che avrà un inevitabile vincitore, presto o tardi.
Mentre nell'Occidente l'Aids comincia a trovare cure che ne indeboliscono l'effetto letale, nei paesi meno ricchi è ancora un pericolo enorme.
C'era una crisi del Berlusconismo già nel 2004. Quante volte lo abbiamo letto, eh?
Beppe Grillo, il primo nudo - diciamo - nella storia delle copertine di Internazionale.
Una delle copertine "artistiche" dedicate al rituale numero estivo di lettura.
L'ultimo numero del 2005 racconta lo tsunami di natale con una copertina ipnotica.
Un altro esempio delle piccole libertà e deroghe grafiche che tengono sempre vivaci e versatili le copertine di Internazionale, la titolazione di "Iraq, tre anni di guerra".
Cinque anni dopo la strage delle torri gemelle, il racconto di un mondo che ne è ancora conseguenza e una foto di New York com'era prima, ma minacciata.
La grande foto di Anna Politkovskaya, giornalista russa collaboratrice di Internazionale, e uccisa il 7 ottobre del 2006 senza che se ne siano ancora individuati i colpevoli, tra molti sospetti di responsabilità da parte del regime di Putin.
La prima (e unica volta) di Romano Prodi sulla copertina di Internazionale, e la stampa straniera non ne è del tutto convinta (di Prodi, non della copertina).
Un'analisi del "miracolo economico cinese" che nel frattempo è diventato luogo comune e quindi va forse studiato un po' meglio.
Internazionale traduce uno degli articoli più citati e letti in questi anni tra chi segue le cose di internet, "Google ci rende stupidi?" pubblicato da Nicholas Carr sull'Atlantic Monthly.
Novembre 2008, l'evento storico numero uno (o numero due? se la batte con l'11 settembre) nella storia delle copertine di Internazionale: Barack Obama ha vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti.
Una bella scelta di colori per sostenere un vecchio cavallo di battaglia dell'Economist, la liberalizzazione delle droghe leggere.
Un'altra bella copertina racconta i problemi della California.
Giugno 2009, la prima copertina italiana su Twitter, probabilmente.
Un'accorta scelta di proporzioni sulla copertina dedicata alle prime delusioni sull'amministrazione Obama.
Agosto 2010, Wikileaks ha ribaltato - forse - l'informazione mondiale, e ha ottenuto un'attenzione enorme anche grazie alla faccia e alla chioma del suo portavoce.
Il naufragio di Sarkozy annunciato nel 2010 sarà come la crisi del Berlusconismo della copertina del 2005? Probabilmente no, lo vedremo alle elezioni francesi dell'anno prossimo.
Un altro articolo di cui si è discusso molto in tutto il mondo, la descrizione del sistema educativo "cinese" fatta sul Wall Street Journal da Amy Chua, "mamma tigre".
2011, un altro tsunami, in Giappone.
L'ultima copertina su bin Laden, ucciso il 2 maggio 2011, mentre il mondo aveva già cominciato a ignorarlo.