È morto M. F. Husain

Era uno dei più famosi pittori indiani del XX secolo, lo chiamavano "il Picasso indiano" e fu costretto a lasciare il suo paese nel 2006

Husain di fronte a un altro quadro esposto alla O2 Arena di Londra.
(Chris Jackson/Getty Images)
Husain di fronte a un altro quadro esposto alla O2 Arena di Londra. (Chris Jackson/Getty Images)

Oggi è morto a Londra Maqbool Fida Husain, noto semplicemente come M. F. Husain, uno dei pittori indiani più celebri della seconda metà del Novecento. L’artista aveva deciso di lasciare il suo paese nel 2006 a seguito di violente proteste scatenate da alcuni suoi quadri, che risalivano però agli anni Settanta.

Da quando aveva iniziato il suo esilio volontario, Husain viveva tra Dubai (che gli aveva dato la cittadinanza nel 2010) e Londra. Aveva ricevuto minacce di morte da religiosi estremisti per una serie di opere tra cui una raffigurazione giudicata irrispettosa di “Madre India” (Bhārat Mātā in hindi) la personificazione del paese come una dea nata alla fine del XIX secolo negli anni del movimento nazionalismo indiano. I quadri scatenarono le proteste dopo un servizio molto critico del mensile hindu Vichar Mimansa, nel 1996: nella maggior parte delle opere incriminate le divinità induiste erano raffigurate nude, e la rabbia degli hindu era accresciuta dal fatto che Husain è musulmano. Contro il pittore furono aperti diversi procedimenti legali e al momento di lasciare il paese lui dichiarò che la situazione giuridica era diventata troppo complicata per permettergli una serena permanenza in India.

M. F. Husain era nato nel 1915. Nel 1937 si trasferì a Mumbai, deciso a diventare un artista: iniziò la sua carriera disegnando poster per la copiosa produzione cinematografica di Bollywood. Si fece notare per la prima volta nel 1947, quando vinse un premio alla mostra annuale della Bombay Art Society, dopo di che Francis Newton Souza lo chiamò a far parte del suo Progressive Artist’s Group, che fu fondamentale nell’abbandono degli schemi pittorici tradizionali indiani. In pochi anni Husain divenne uno dei più conosciuti artisti del suo paese, vincendo diversi premi importanti a partire dalla metà degli anni Cinquanta. Alla Biennale di Sao Paolo, in Brasile (1971), fu uno dei due ospiti d’onore insieme a Pablo Picasso (uno dei suoi soprannomi fu proprio “il Picasso indiano”). Le sue opere iniziarono a essere richiestissime nel mercato indiano e raggiunsero quotazioni massime di milioni di dollari. Nel 1967, intanto, Husain aveva vinto l’Orso d’Oro al festival del cinema di Berlino per il suo documentario “Through the Eyes of a Painter”, e da allora aveva girato diversi cortometraggi.