La gara delle case farmaceutiche sul cancro

Negli ultimi anni sono state investite enormi quantità di denaro per i farmaci contro i tumori, anche per compensare i minori ricavi dovuti alla scadenza dei brevetti

Entro tre anni, le principali società farmaceutiche del mondo perderanno circa 50 miliardi di dollari di ricavi a causa della scadenza di numerosi brevetti, che non consentono alla concorrenza di produrre farmaci con gli stessi principi attivi. Per compensare questa significativa perdita di denaro, le società farmaceutiche stanno puntando molto sulla ricerca di nuovi medicinali per curare il cancro. Gli attuali trattamenti si rivelano spesso inadeguati e ci sono quindi grandi possibilità per realizzare farmaci più efficaci, meno invasivi e protetti per anni da brevetti che consentano di incrementare i ricavi.

Nel 2010, segnala l’Economist, negli Stati Uniti sono stati spesi circa 125 miliardi di dollari per le terapie legate alla lotta contro il cancro e si stima che nel 2020 la cifra spesa possa arrivare a 207 miliardi di dollari. Le società farmaceutiche fanno quindi a gara per ricercare e mettere sul mercato nuovi farmaci contro il cancro, come dimostra il grafico qui sotto. I medicinali in via di sperimentazione o approvazione per il cancro sono tre volte tanto rispetto a quelli per la cura dei disturbi che interessano il sistema nervoso centrale. Roche, una delle più grandi società farmaceutiche, è in attesa di ricevere dalla Food and Drug Administration il via libera per il vemurafenib, un nuovo principio attivo contro il melanoma. Pfizer attende la revisione di un nuovo farmaco per curare alcuni tipi di cancro al polmone.

La ricerca di questi nuovi principi attivi richiede diversi miliardi di dollari di investimenti e non sempre, dopo anni di ricerca e sperimentazione, i farmaci si rivelano efficaci o sicuri a sufficienza per essere commercializzati. Le case farmaceutiche stanno scommettendo molto su un piano nel medio-lungo periodo che consenta loro di produrre nuovi brevetti tali da rendere costosi, e profittevoli, i nuovi farmaci.

foto di Carsten Koall/Getty Images