La domanda di perquisizione a Berlusconi
Non dicono niente di nuovo ma circostanziano le accuse nei confronti del premier
Durante le perquisizioni di venerdì scorso nell’ambito dell’inchiesta su Silvio Berlusconi, gli inquirenti non erano riusciti a entrare nello studio di Giuseppe Spinelli, perché parte della segreteria politica di Berlusconi, che oltre a essere presidente del Consiglio dei ministri è anche deputato. Come prevede la legge, allora, i pm di Milano hanno depositato alla Camera dei deputati la richiesta di perquisizione dei locali, all’interno della quale hanno sintetizzato gli elementi probatori a carico di Berlusconi.
La documentazione si può leggere qui (pdf). È stata pubblicata dai siti di Repubblica e del Corriere della Sera, è lunga sei pagine e non dice niente che non si sappia già: la sua lettura aiuta però a circostanziare le accuse nei confronti del premier. I pm scrivono di avere “motivo di ritenere, sulla base degli elementi qui indicati” che nei locali “possano trovarsi documenti, anche riversati su supporto informatico, pertinenti le abitazioni date in comodato ad alcune prostitute, nonché attinenti ai rapporti economici con queste ultime intrattenuti da Spinelli o dai suoi collaboratori”. Le prove raccolte, inoltre, “fanno ritenere che Minetti Nicole, in concorso con Fede Emilio e Mora Dario, nonché in concorso con ulteriori soggetti, abbia continuamente svolto un’attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni, e della minore El Marough Karima, individuando, selezionando e accompagnando un rilevante numero di giovani donne, che si sono prostituite con Silvio Berlusconi, presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest’ultimo, nonché gestendo ed intermediando il sistema di retribuzione delle suddette ragazze a fronte dell’attività di prostituzione svolta”.
Le carte in questione non sono né le trecento pagine che costituiscono il cuore dell’inchiesta, quelle che da oggi sono nella disponibilità dei componenti della giunta per le autorizzazioni della Camera, né le intercettazioni telefoniche allegate all’invito a comparire. Alcuni passaggi di queste ultime stanno però trapelando grazie ai parlamentari che hanno visionato la documentazione. Due ragazze, al telefono, commenterebbero così le notti passate a casa del premier.
“E’ allucinante. Non sai. Lo chiamano tutte ‘amore’, ‘tesorino’. Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì… Nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano”.
“Sembra di stare al Bagaglino ma è peggio. Un puttanaio. Con Berlusconi che toccava i culi alle ragazze. Ora se quelle cose le fai in camera da letto, sono affari tuoi, ma così, davanti a tutti! Mi chiedo, il giorno dopo, come faccia a lavorare”.
“O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai”
“Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. E’ molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri”
Dice Ruby: “Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D’Addario e della Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni. Cinque milioni a confronto del macchiamento del mio nome…” […] “Non siamo preoccupati per niente perché Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto ‘cerca di passare per pazza, racconta cazzate'”.
Agli atti c’è anche una telefonata tra la parlamentare del PdL Maria Rosaria Rossi ed Emilio Fede. “Ma tu stai venendo qui?”, chiede la deputata. Fede risponde che ci sarà intorno alle 21 e aggiunge: “Ho anche due amiche mie…”. Lei ribatte: “Che palle che sei, quindi bunga bunga, 2 di mattina, ti saluto…”.