La strage di San Martin Texmelucan, in Messico

L'esplosione è stata probabilmente innescata da un maldestro tentativo di furto

La devastante esplosione di un oleodotto ieri a San Martin Texmelucan, in Messico, ha causato la morte di almeno ventotto persone.

Secondo le autorità l’incidente è stato probabilmente innescato da un maldestro tentativo di furto: i ladri avrebbero cercato di rubare il petrolio dall’impianto ma non sarebbero poi riusciti a controllarne la fuoriuscita. «Hanno perso il controllo a causa della pressione con cui il petrolio ha iniziato a uscire», ha spiegato Laura Gurza, capo della Protezione Civie federale.

Il petrolio è fuoriuscito per oltre un chilometro lungo le strade della città prima di finire nel fiume che la attraversa. Poi qualcosa ha innescato l’incendio e l’intero centro abitato è stato avvolto dalle fiamme, che in alcuni casi hanno superato anche i dieci metri di altezza. Più di 115 case sono andate a fuoco, 32 sono state completamente distrutte.

«Sembrava di essere all’inferno», ha detto una donna che è riuscita a salvarsi con la sua famiglia fuggendo dal retro della sua abitazione. Suo cognato è in ospedale, ma non ha ancora notizie di sua sorella e dei loro bambini. In molti casi non è ancora stato possibile identificare i corpi perché le fiamme li hanno totalmente carbonizzati.

Vicino all’impianto sono stati ritrovati quattro corpi, ma non si sa ancora se siano quelli dei ladri che hanno causato l’incidente o di altre persone che passavano di lì al momento dell’esplosione. San Martin Texmelucan è una città di 150mila abitanti vicino alla capitale Ctttà Del Messico. Nel 2010 c’erano già stati almeno altri 100 furti di petrolio in quell’oleodotto, 580 in tutto il Messico.

Continua sul Post