L’iPad insidia l’elettronica giapponese

L'iPad è molto richiesto in Giappone e molti si interrogano sul destino dell'industria elettronica del paese

Le migliori diavolerie elettroniche fino a qualche tempo fa arrivavano dal Giappone, ma le cose ultimamente sono cambiate, come racconta Hiroko Tabuchi sul blog Bits del New York Times. L’ennesima dimostrazione che i dispositivi elettronici giapponesi non sono più quelli di una volta è arrivata con l’avvio delle vendite dell’iPad nel paese asiatico. Migliaia di persone si sono messe in fila per mettere le mani sul nuovo tablet di Apple, ripetendo scene già viste in occasione del lancio dell’iPhone e ancor prima dell’iPod.

Il primo shock per i gadget costruiti in Giappone, scrive Tabuchi, fu proprio l’arrivo dell’iPod per la riproduzione dei file musicali. Di lettori mp3 portatili ne esistevano già, ma Apple riuscì a imporre un modello forte, anche grazie all’integrazione con iTunes, rendendo rapidamente marginale il Walkman di Sony che per decenni aveva controllato il mercato dei riproduttori audio portatili. Poco tempo dopo toccò all’iPhone: il telefono cellulare ottenere un rapido successo, superando i produttori di cellulari giapponesi costretti a lanciarsi in una affannosa rincorsa per non perdere quote di mercato.

Venerdì, l'”iPad shock” ha colpito il Giappone, minacciando di portare scompiglio in un insieme di società di una nazione un tempo orgogliosa di essere all’avanguardia della tecnologia. […] Un’enorme quantità di ordini in Giappone per l’iPad ha fatto sì che Softbank, la compagnia telefonica che vende in esclusiva il dispositivo nel paese, smettesse di accettare gli ordini dopo tre giorni. Almeno 1.200 persone si sono messe in fila per acquistare l’iPad davanti a un Apple Store nell’area centrale di Tokyo.

In alcuni campi dell’elettronica, il Giappone sembra essere in crescente affanno. Molte società non riescono più a produrre prodotti davvero innovativi e si guardano intorno, imitando spesso le idee all’estero delle altre imprese. Basta pensare alle quote di mercato di alcune delle principali industrie dell’elettronica giapponesi per rendersene conto. Sony e Panasonic sono rimaste ferme al palo a causa della crescente concorrenza proveniente dagli altri paesi asiatici. I televisori più economici e di qualità della coreana Samsung, per esempio, hanno ridotto le quote di mercato dei produttori di televisori giapponesi. Samsung da sola detiene ormai un quarto delle vendite su scala globale.

Le cose non vanno certo meglio per l’informatica. La società di Taiwan Acer ha da poco conquistato il secondo posto come principale produttore di personal computer, subito dopo il colosso americano Hewlett-Packard. Grazie ai propri computer più economici, specialmente i portatili, Acer ha ormai il doppio della quota di mercato di Toshiba, il principale produttore di PC in Giappone.

Inoltre, i dispositivi elettronici prodotti in Giappone hanno perso la sfida dell’innovazione rispetto ad alcune società statunitensi come Apple. L’iPod guida il mercato della musica digitale anche in Giappone. E nonostante lo scetticismo iniziale – secondo cui l’iPhone non aveva buona parte delle funzionalità in genere ricercate dai giapponesi, come la TV in mobilità – lo smartphone si è rivelato di successo tra i giapponesi. Le consegne di iPhone sono praticamente raddoppiate, passando da 1,69 milioni di unità, nell’anno finito lo scorso marzo, consegnando così a Apple una quota di mercato pari al 72% nel paese, stando alle rilevazioni di MM Research Institute.

Società come Sony hanno annunciato il prossimo lancio di nuovi prodotti per leggere ebook e accedere ai contenuti online sulla falsa riga dell’iPad. La sfida sarà naturalmente globale e l’impressione è che almeno inizialmente i concorrenti cercheranno di inseguire Apple, determinata a puntare molto sul proprio nuovo dispositivo.