Craig Venter, demiurgo

Il Foglio racconta vita e metodi dello sponsor della "cellula artificiale"

Il Foglio di oggi pubblica un ritratto di Craig Venter, lo sponsor della ricerca, e della struttura che ha portato all’annuncio della creazione della prima cellula artificiale.

Tre settimane fa Craig Venter ha venduto il suo antro, cinque palazzi torniti in una striscia benestante dove lo stato del Maryland approccia il confine urbano di Washington. Il contratto da 53 milioni di dollari che il genetista ha firmato con la compagnia BioMed Realty Trust Inc. onora un senso degli affari che ha lubrificato in modo consistente la sua fama scientifica di supremo manipolatore di geni. Ma i 300 scienziati che lavorano nel campus non si muoveranno da lì, non ora che la cellula dal contenuto totalmente sintetico – il mycoplasma laboratorium – è stata fatta funzionare fra gli applausi dell’accademia e i titoli all’incenso.
I ricercatori rimarranno al loro posto – assieme ai cento colleghi del centro di San Diego – per proseguire nelle missioni apparentemente impossibili che lui, Craig Venter, ha affidato loro; ci rimarranno nonostante i turni massacranti, la leadership dispotica e le due misere settimane di ferie all’anno concesse dal capo. Giorni di malattia compresi, s’intende.

Le diffidenze per Venter in questi giorni sono state molte, e molte sono state riscoperte da tempi precedenti, quando le sue intenzioni di ricerca scientifica avevano avuto altri momenti di visibilità.

Il modello di Venter si è affermato per la sua miscela di ricerca senza limiti e fiuto per gli affari, anarcocapitalismo applicato alla più sensibile delle materie, la vita. Quando Venter ha messo a punto un metodo rapido per individuare la sequenza del Dna, lavorava per il National Institute of Health (Nih), il centro di ricerca del governo. Era deluso dalle cautele usate verso una ricerca in cui vedeva già oltre l’orizzonte della mappatura del genoma. Con uno spirito a metà fra Prometeo e Bill Gates, Venter ha lasciato il settore pubblico. Nel 2000 ha dovuto condividere la mappatura con alcuni ex colleghi, primo fra tutti il genetista Francis Collins, ex ateo che si è convertito al cristianesimo leggendo C.S. Lewis e un anno fa è stato nominato da Obama alla direzione del Nih. Ovvero il principe degli avversari della ricerca faustiana di Venter. Dopo licenziamenti, turbolenze e un centinaio di milioni di dollari fruttati in stock option ha messo in piedi l’antro del dottor Faust, il suo centro di ricerca, che in mancanza di idee migliori ha intitolato a se stesso. Ha assunto il premio Nobel Hamilton Smith, che tratta poco meglio di uno sguattero. Qualche tempo fa Smith ha tenuto una conferenza in Spagna. Alla fine del suo intervento un ricercatore si è avvicinato per chiedere ulteriori spiegazioni e lui, ligio nel servizio alla scienza, si è prestato volentieri finché due uomini in borghese lo hanno fermato, perché rischiava di violare i segreti aziendali. Erano uomini mandati da Venter a controllare che nemmeno una molecola di informazione uscisse dal suo regno.