• Mondo
  • Martedì 6 aprile 2010

Ribelli maosti fanno strage di soldati indiani

70 soldati indiani sono morti nel corso di una operazione di contrasto dei ribelli Maosti nel "corridoio rosso"

I ribelli maosti hanno ucciso almeno 70 soldati indiani impegnati in un’operazione condotta nel Chhattisgarh, uno stato nell’India centrale. Le truppe stavano pattugliando un’area della foresta del distretto di Dantewada quando sono stati sorpresi dai ribelli, che hanno aperto il fuoco e collocato alcuni esplosivi per colpire e disperdere i soldati.

Secondo le autorità locali, si tratta di uno dei più gravi episodi registrati dal lancio di una poderosa offensiva da parte delle forze indiane per reprimere l’attività dei ribelli. Nelle operazioni sono coinvolti circa 50mila soldati e alcune decine di migliaia di poliziotti, impegnati nell’area del “corridoio rosso” controllata per buona parte dai Naxaliti. «Qualcosa è andato storto. Sembra che siano finiti in una trappola preparata dai Maoisti e il numero delle vittime è abbastanza alto» ha dichiarato il ministro dell’interno indiano P. Chidambaram.

Gli scontri nell’area sono proseguiti coinvolgendo anche le forze di soccorso inviate per prestare supporto ai militari feriti. I Naxaliti proseguiranno le ostilità fino a quando le forze indiane non sospenderanno l’offensiva. Nel corso degli ultimi giorni l’operazione è costata la vita a una decina di poliziotti.

Nonostante l’alto numero di vittime fino a ora registrato, il governo indiano intende intensificare l’offensiva per indurre i ribelli a deporre le armi e intraprendere la strada della pacificazione dell’area. Raggiungere un compromesso non sarà però semplice: i maoisti richiedono la liberazione di quattro loro leader prima di sedersi al tavolo delle trattative.

I Naxaliti possono fare affidamento su una milizia di oltre 10mila unità. Per il primo ministro indiano, Manmohan Singh, la rivolta dei ribelli maoisti costituisce la sfida più importante degli ultimi anni per la sicurezza interna dell’intero paese.