Grillo e la tecnologia

Oggi Beppe Grillo sul suo blog si occupa della contrapposizione fra voto elettronico e voto fisico al seggio elettorale. Parla, quindi, di una tecnologia, visto che ovviamente anche la scheda di carta e la matita lo sono esattamente come il voto online. Fra le altre cose afferma:

 

Clic o scheda è una questione di progresso tecnologico e di offrire un servizio migliore ai cittadini. Il MoVimento 5 Stelle, tramite Rousseau, offre ai suoi iscritti il servizio del voto online perchè è più comodo e costa meno: è più efficiente. Scagliarsi contro la “democrazia dei clic” è come protestare contro il “bonifico dei clic” e rimpiangere i tempi in cui dovevi fare la fila in banca per pagare l’affitto o mandare soldi ai tuoi figli, o come prendersela con l’e-commerce perchè andare fisicamente in un negozio sarebbe meglio per fare un acquisto. Ma dove vivono? Per loro offrire ai cittadini la possibilità di avere un servizio online sarebbe ideologicamente sbagliato perchè cosi com’è è più “giusto”.

Hanno la stessa lungimiranza di quelli che si opponevano ai treni e alle automobili perchè riuscivano a pensare solo a cavalli più veloci. Non possiamo lasciare il nostro futuro nelle mani di questa gente che ha lo sguardo sempre rivolto al passato.

Al di là delle questioni ideologiche contenute nel post (come quella sul passatismo del PD in termini di innovazione, contestazione davvero difficile da scalfire) quelle tecnologiche si risolvono in un secondo. Non tutte le tecnologie sono uguali. Per esempio, se devo andare a Singapore la bicicletta, che è un’ottima tecnologia, non mi servirà a molto.

Il passo successivo, lo scatto intellettuale che potremmo chiedere a Grillo, sarebbe quello di ragionare sul come mai quasi nessuno al mondo per andare a Singapore usa la bici. Ovvero sul come mai il voto elettronico via Internet viene usato pochissimo, non solo in Italia, patria certo dei dinosauri del PD, ma nemmeno in altre nazione abitate da creature meno orribili. Una risposta rapida potrebbe essere che i suoi standard tecnologici, anche nei contesti meglio presidiati, non sono stati ad oggi considerati sufficienti. E ovviamente non ci riferiamo al ridicolo accrocchio proprietario di Rousseau.

Arriviamo così ad uno dei canoni più usuali di Casaleggio, Grillo, M5S ecc. Un gruppo di persone che propaganda la tecnologia – da sempre – senza averla compresa (forse). Che la utilizza come uno stendardo superficiale utile per abbindolare i meno furbi. Che dopo tanti anni dalle teorie utopiche di Casaleggio (che M5S sta piano piano nascondendo sotto il tappeto) deve ancora farci comprendere appieno se tutto questo rumoreggiare sia semplice ignoranza, cinica speculazione o un sapiente (e per ora vincente) mix di entrambe.

 

Massimo Mantellini

Massimo Mantellini ha un blog molto seguito dal 2002, Manteblog. Vive a Forlì. Il suo ultimo libro è "Dieci splendidi oggetti morti", Einaudi, 2020