Fratelli di Twitter

A me fanno schifo i Kinder Delice. Anche gli omogeneizzati al manzo, per dire la verità: mi piacevano molto quando ero piccolo. Li mangiavo guardando i telefilm di Ufo, seduto sul tappeto, con il comandante Straker, e quel momento per me, con il mio omogeneizzato al manzo mangiato davanti alla sede centrale della Shado, era il paradiso. Ho provato ad assaggiarli da adulto, per poco non vomito.

Bene. Si è offeso qualcuno?

Michele Serra ha scritto che Twitter gli fa schifo. A me non me ne importa assolutamente niente. Twitter non mi fa più schifo del telefono, o del freno a mano dell’automobile. A volte li uso entrambi, ma non nutro per essi un affetto fraterno e se qualcuno mi dice che odia il freno a mano, non mi offendo. Magari penso: ci vediamo su una strada in discesa, a parcheggiare, ma non ne faccio una questione personale.

Oggi molti utilizzatori di Twitter erano inferociti nei confronti di Serra. Eppure, sono quasi sicuro, nessuno di loro ha una partecipazione negli utili dell’azienda Twitter e credo che pochi siano pure gli sviluppatori del software in questione. Allora perché, noi moderni, difendiamo i prodotti che utilizziamo? Davvero ci identifichiamo in loro tanto da indignarci se qualcuno li disprezza?

E se è così, se diventiamo fratelli di un oggetto, siamo sicuri che sia una cosa che ci fa bene?

Gipi Pacinotti

Disegnatore e regista, collabora con la Repubblica e Internazionale. Con il suo graphic novel Appunti per una storia di guerra ha vinto il premio Goscinny al festival del fumetto di Angoulême. Il suo primo film si chiama L'Ultimo terrestre.