Per il nuovo capo dell’EPA non siamo noi la causa del riscaldamento globale

Scott Pruitt contro la scienza, in pratica

Scott Pruitt, capo dell'EPA (Tom Williams/CQ Roll Call via AP Images)
Scott Pruitt, capo dell'EPA (Tom Williams/CQ Roll Call via AP Images)

Scott Pruitt, il nuovo capo dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) degli Stati Uniti scelto da Donald Trump, ha detto di non essere convinto che le emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dall’attività umana siano una delle principali cause del riscaldamento globale. La sua dichiarazione sta facendo molto discutere perché dopo anni di ricerche, migliaia di studi scientifici pubblicati sulle principali riviste e numerosi modelli matematici, la stragrande maggioranza della comunità scientifica ha concluso che siano proprio le attività umane – a partire dall’utilizzo dei combustibili fossili – la causa preponderante dell’aumento della CO2 nell’atmosfera con il conseguente aumento della temperatura globale registrata nell’ultimo secolo.

Nel corso di un’intervista condotta dall’emittente CNBC, Pruitt ha risposto a una domanda sul ruolo della CO2 e in generale dell’attività umana nel fenomeno:

Penso che misurare con precisione l’impatto dell’attività umana sul clima sia molto impegnativo e c’è un’enorme mancanza di consenso sul suo ruolo, quindi: no, non concordo che sia la causa principale del riscaldamento globale.

Nei fatti non c’è una “mancanza di consenso”, né tantomeno “enorme”. Negli ultimi anni tutte le principali organizzazioni scientifiche hanno concluso che siano le attività umane a contribuire più di ogni altra cosa agli attuali ritmi di riscaldamento del pianeta, attraverso le emissioni di CO2. Solo negli Stati Uniti, agenzie governative come NASA, National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e la stessa EPA hanno raccolto una mole enorme di dati sull’andamento delle temperature e le anomalie registrate, tutte verificabili.

Pruitt ha del resto una lunga storia alle spalle di negazionismo del riscaldamento globale. Da procuratore generale dell’Oklahoma, Pruitt fece causa all’EPA per 13 volte contestando i suoi regolamenti per proteggere l’ambiente, ridurre le emissioni e regolamentare lo sversamento di sostanze pericolose nei fiumi. Nel corso degli anni, Pruitt ha inoltre ricevuto numerosi contribuiti e finanziamenti da parte delle aziende petrolifere. Secondo un articolo del New York Times, Scott Pruitt intende portare nell’EPA suoi ex collaboratori e conoscenti che negano il riscaldamento globale.

In passato Pruitt ha anche detto di essere contrario all’accordo di Parigi sul clima, il più importante e incisivo degli ultimi anni, già osteggiato dall’amministrazione Trump. Il nuovo capo dell’EPA vorrebbe inoltre rivedere le regole dell’agenzia che impongono ai produttori di veicoli di costruire motori più efficienti e meno inquinanti.

Stando alle rilevazioni e ai dati NOAA, il febbraio da poco finito è stato il secondo più caldo degli ultimi 123 anni negli Stati Uniti. Il 2016 è stato l’anno più caldo mai registrato su scala globale, dopo che lo era stato il 2015 e prima ancora il 2014. Dei 17 anni più caldi mai registrati per quanto riguarda le temperature globali, 16 si sono verificati a partire dal 2000.