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  • Mercoledì 31 agosto 2016

Dilma Rousseff ha perso

Il Senato ha reso definitiva la rimozione dell'ex presidente brasiliana dopo mesi dall'inizio della procedura per impeachment: Michel Temer è il nuovo presidente del Brasile

(AP Photo/Eraldo Peres)
(AP Photo/Eraldo Peres)

Aggiornamento delle 18.52: Il Senato brasiliano, con 61 voti a favore e 20 contro, ha approvato la destituzione di Dilma Rousseff da presidente del Brasile, al termine di un lungo procedimento per impeachment iniziato nel dicembre del 2015. Rousseff, che era già sospesa dall’incarico in attesa della fine del processo in Senato, sarà sostituita ufficialmente dal Michel Temer, che guidava già il governo ad interim e che resterà in carica per i restanti due anni e mezzo del mandato di Rousseff o fino alle prossime eventuali elezioni anticipate. Temer ha giurato come nuovo presidente poco dopo il voto del Senato, promettendo nel suo primo discorso pubblico da presidente di unire il paese e salvare l’economia.

Intervistata nella sua residenza ufficiale di Brasilia dopo il voto in Senato, Rousseff, che ha sempre parlato della procedura di impeachment come di un colpo di stato, ha detto: «pensano di averi vinto ma si sbagliano, lotteremo tutti insieme», e ha promesso di lottare ancora contro l’impeachment chiedendo aiuto ai suoi sostenitori. «Oggi non vi dico addio. Sono certa di potervi dire “a presto”», ha concluso. In un voto successivo a quello sulla destituzione della presidente, il Senato ha deciso di non applicare a Rousseff l’interdizione di otto anni dagli incarichi pubblici, una pena accessoria dell’impeachment.

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Oggi al Senato brasiliano si terrà la votazione finale sul procedimento di impeachment per Dilma Rousseff, ex presidente del paese sospesa dal suo incarico tre mesi fa dopo alcune accuse di corruzione. Rousseff, che ha 68 anni ed era stata eletta nel 2011, si è sempre difesa negando ogni accusa. Il voto finale sull’impeachment è previsto per le 11 brasiliane, le 16 italiane.

Tutti i giornali brasiliani e gli osservatori internazionali si aspettano che i senatori brasiliani votino per l’impeachment di Rousseff. Per approvare l’impeachment definitivo servono 54 voti, cioè due terzi dei senatori. La coalizione di governo di centrodestra, che ha sostituito quella di Rousseff, controlla 63 seggi: secondo fonti del quotidiano brasiliano Folha de S. Paulo, al momento i voti dichiarati a favore dell’impeachment sarebbero 59. Se il procedimento di impeachment sarà ratificato, il governo ad interim attualmente presieduto da Michel Temer subentrerà ufficialmente a quello di Rousseff, cosa che gli consentirà di rimanere in carica fino al 2018 (a meno di elezioni anticipate).

Rousseff è nei guai almeno dal 2014, quando il suo partito –  il Partito dei Lavoratori di centrosinistra, che governa dal 2003 – fu coinvolto pesantemente nel caso Petrobras, la compagnia petrolifera statale del Brasile che dal 2014 è al centro di una vasta indagine per corruzione. Rousseff non è mai stata indagata personalmente, ma in molti l’hanno accusata fra le altre cose di non aver fatto abbastanza per contrastare la corruzione nel suo partito e nel suo governo e di aver messo in pratica politiche economiche che hanno portato il Brasile in recessione. Nell’ottobre del 2015 il Tribunal de Contas da União (TCU), l’equivalente della Corte dei Conti italiana, aveva detto che il bilancio dello stato del 2014 presentato dal governo Rousseff era stato “truccato” per nascondere la reale cattiva condizione economica del paese, e quindi condizionare la campagna elettorale per le elezioni presidenziali con cui Rousseff è stata poi rieletta. Era la prima volta dal 1937 che il bilancio dello Stato veniva rigettato. La procedura di impeachment è iniziata nel dicembre 2015, ed è proseguita nonostante i diversi ricorsi di Rousseff alla Corte Suprema brasiliana.

Nella sua testimonianza di lunedì, durante le fasi finali del procedimento di impeachment, Rousseff ha detto che è in corso una specie di golpe, e che «la mia coscienza è serena riguardo tutto quello che ho fatto da presidente del paese. […] Non ho commesso i crimini di cui sono accusata in modo arbitrario ed ingiusto».

Reuters ha scritto che il procedimento per impeachment «paralizza» da mesi il Brasile, uno dei paesi più dinamici degli ultimi anni ma da qualche tempo in gravi difficoltà. Nel primo trimestre del 2016 l’economia si è contratta del 5,4 per cento rispetto al 2015. Il paese sta affrontando un’epidemia del virus Zika, e non sembra che le Olimpiadi appena concluse siano riuscite a cambiare in meglio le cose. Secondo il Washington Post, lo scandalo Petrobras e il conseguente caso di Rousseff hanno mostrato le debolezze intrinseche del sistema politico brasiliano, in cui il presidente deve accordarsi con diversi piccoli partiti dall’ideologia poco comprensibile, cosa che incoraggia un certo mercato del voto e la corruzione. Anche il nuovo governo brasiliano – che sin dai primissimi giorni sta cercando di smantellare le ingenti politiche di spesa pubblica approvate del Partito dei Lavoratori – rischia guai simili a quello di Rousseff: anche Temer è stato coinvolto nell’inchiesta su Petrobras e potrebbe subire un processo di impeachment.