Il PD potrebbe rinunciare alla stepchild adoption

Per approvare il ddl Cirinnà forse sarà necessario un accordo con l'NCD di Angelino Alfano, ha detto Renzi all'assemblea del PD

Matteo Renzi durante l'Assemblea Nazionale del Partito Democratico, Roma, 21 Febbraio 2016. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Matteo Renzi durante l'Assemblea Nazionale del Partito Democratico, Roma, 21 Febbraio 2016. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Il presidente del Consiglio e segretario del PD Matto Renzi è intervenuto all’Assemblea nazionale del partito, dove, tre le altre cose, ha parlato anche di cosa succederà al ddl Cirinnà sulle unioni civili. Renzi ha detto che per far approvare la legge potrebbe essere necessario fare un nuovo accordo con la maggioranza che sostiene il governo. Si tratta di una frase che sembra implicare l’eliminazione dal testo della legge dell’articolo 5, quello che estende la “stepchild adoption” anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso, a cui una parte della maggioranza di governo è contraria.

L’intervento di Renzi all’Assemblea era molto atteso dopo che mercoledì il voto sul dd Cirinnà era stato rinviato in seguito alla decisione del Movimento 5 Stelle di non votare il cosiddetto “supercanguro“, un emendamento che avrebbe reso l’approvazione della legge molto più semplice e rapida. Senza il Movimento 5 Stelle, l’approvazione del “supercanguro” era a rischio e il gruppo dei senatori del PD hanno così deciso di prendersi una settimana per studiare una nuova strategia. All’assemblea, Renzi ha detto che la decisione su come comportarsi con il ddl sarà presa martedì sera dall’assemblea dei Senatori del PD, alla quale parteciperà personalmente.

Renzi ha anche detto che secondo lui al momento il PD può percorrere due strade per approvare il ddl Cirinnà: affrontare l’aula senza “supercanguro”, votando quindi per diversi giorni le centinaia di emendamenti proposti dall’opposizione; oppure trovare un accordo con la maggioranza di governo per sveltire la votazione, se necessario ponendo anche la questione di fiducia. In questo caso la votazione sarebbe molto più rapida. Non è chiaro cosa intendesse Renzi quando ha parlato di porre la fiducia su uno degli emendamenti che riguardano il ddl Cirinnà, ma secondo giornali e commentatori che hanno parlato con persone vicine al presidente del Consiglio, la strada della fiducia e dell’accordo con il resto della maggioranza porterebbe all’abbandono della stepchild adoption per permettere al resto della legge di passare. Il Nuovo Centrodestra (NCD), una forza politica che sostiene il governo, ma che al momento si oppone al ddl Cirinnà, ha più più volte detto che è disposta a votare le unioni civili, ma solo se sarà rimosso l’articolo 5 che riguarda la stepchild adoption.

L’approvazione del ddl Cirinnà è particolarmente complicata perché fino ad ora la maggioranza di cui ha goduto la legge nei suoi passaggi preliminari era diversa da quella che sostiene il governo. Fino a questa settimana, la maggioranza ha contato sui voti del M5S, che di solito si trova all’opposizione. Mercoledì, però, il M5S ha annunciato un po’ a sorpresa che non avrebbe votato l’emendamento “supercanguro”, una tecnica parlamentare introdotta in questa legislatura e utilizzata per la prima volta in occasione della discussione sulla legge elettorale. All’epoca il M5S si era duramente opposto al suo utilizzo, definendola “incostituzionale”.

Senza “supercanguro”, il Senato sarà costretto a votare circa 500 emendamenti proposti dalle opposizioni per rallentare l’approvazione della legge, un procedimento che potrebbe richiedere diversi giorni. Il M5S ha detto che è disposto a votare insieme alla maggioranza su tutti gli emendamenti, ma il problema è che diverse votazioni avverranno a scrutinio segreto. Secondo i giornalisti che si occupano di politica italiana, i capi del PD al Senato temono che in queste votazioni il M5S potrebbe votare insieme all’opposizione per mettere in difficoltà la maggioranza, ma temono anche che potrebbero approfittarne i circa 25 senatori cattolici del PD ostili alla legge.

Molti emendamenti sono definiti delle “trappole”, nel senso che modificano parti importanti della legge. Se venissero approvati, la maggioranza sarebbe costretta a modificare la legge nel successivo passaggio alla Camera. A quel punto, il ddl Cirinnà dovrebbe passare ancora una volta al Senato, dove si ripresenterebbero gli stessi problemi di questi giorni.