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  • Lunedì 24 novembre 2014

Perché gli juventini vengono chiamati “gobbi”

Ci sono diverse versioni sulla nascita di uno dei soprannomi più famosi del calcio italiano: la più accreditata riguarda una maglia degli anni Cinquanta

Omar Sivori, della Juventus, contro la Roma, nel 1957. (©LaPresse 
Archivio Storico)
Omar Sivori, della Juventus, contro la Roma, nel 1957. (©LaPresse Archivio Storico)

Chi segue il calcio italiano a un certo punto si è probabilmente imbattuto nel soprannome “gobbi” con cui si fa riferimento ai tifosi e ai giocatori della Juventus: è uno dei soprannomi sportivi più famosi in Italia nonostante non venga usato praticamente mai da giornalisti e telecronisti ma solo nelle conversazioni da tifosi. Una delle ragioni della sua diffusione è probabilmente il fatto che la Juventus sia la squadra di calcio italiana più “odiata”, nonostante sia contemporaneamente quella con più tifosi in Italia: il termine “gobbi” ha per molti una connotazione negativa, nonostante sia spesso utilizzato con autoironia e orgoglio dagli stessi tifosi della Juventus.

Ci sono diverse versioni sulle origini del soprannome: alcuni lo fanno risalire ai primi anni del Novecento – lo Juventus Football Club fu fondato nel 1897 – mentre secondo altre versioni fu introdotto solo nella fine degli anni Cinquanta. La versione più accreditata e condivisa è che il termine “gobbi” sia stato nato per via di una divisa adottata dalla Juventus a partire dalla stagione 1956/1957. Claudio Moretti racconta – nel libro 1001 storie e curiosità sulla grande Juventus che dovresti conoscere – che questa maglia per il tessuto e per la forma era più simile a una larga camicia che a una maglietta, con un ampio scollo a “V” sul davanti. Quando i giocatori della Juventus correvano, da questa scollatura entrava dell’aria che formava un rigonfiamento – una gobba, appunto – sulla schiena dei giocatori, all’altezza della nuca. Secondo alcune versioni i primi a far notare questa particolarità furono i tifosi del Torino nei loro cori allo stadio.

Questa versione è stata riportata anche dal giornalista sportivo Fabio Caressa durante il commento per Sky della cerimonia di inaugurazione dello Juventus Stadium, nel 2011.

Altre versioni associano la parola “gobba” all’idea di fortuna – riferendosi alla superstizione per cui toccare una gobba porterebbe fortuna – o all’altro principale soprannome della Juventus, “vecchia Signora” (quindi con la gobba). Ci sono poi altre due versioni, più probabilmente nate successivamente all’interno delle tifoserie di Juventus e Torino: che la gobba sia quella degli juventini, costretti a guardare costantemente le altre squadre dall’alto al basso, o che sia venuta loro per il continuo inchinarsi di fronte alla superiorità del “Grande Torino”, la fortissima squadra che vinse cinque scudetti tra il 1942 e il 1949, prima che l’aereo che trasportava i giocatori si schiantasse sul colle di Superga, appena fuori Torino.