• Brevi
  • Sabato 29 settembre 2012

Tutte le inchieste sui Consigli regionali

Quello che era un "caso Lazio" è arrivato in Piemonte, Emilia Romagna e Sicilia, altrove era già iniziato o sta per: la mappa delle indagini in corso

L’inchiesta che ha coinvolto il PdL del Lazio ha attirato l’attenzione dei media e della magistratura su come vengono gestiti i rimborsi spese assegnati dalle regioni ai gruppi consiliari. Al momento gli “scandali” riguardano in tutto nove regioni. In alcuni casi, Piemonte, Emilia Romagna e Sicilia, la magistratura ha cominciato delle indagini “conoscitive”, cioè senza persone indagate e senza che vengano ancora ipotizzati dei reati.

(8 cose da sapere sul Lazio)

In Campania un’inchiesta partita da un caso di corruzione si è estesa all’assemblea, con il sospetto che siano avvenuti fatti simili a quelli accaduti in Lazio. Nel caso della Sardegna e della Basilicata le indagini sono cominciate diversi anni fa e alcuni politici sono già stati rinviati a giudizio (saranno processati, insomma). In Calabria e Veneto, invece, la magistratura non ha ancora annunciato l’apertura di inchieste, ma sui giornali sono già cominciate le polemiche su come sono stati spesi i soldi destinati ai rimborsi spese per i gruppi consiliari.

Questi rimborsi sono dei fondi che in tutte le regioni le giunte (cioè i “governi” regionali) assegnano in maniera del tutto autonoma ai gruppi consiliari delle assemblee regionali (cioè i “parlamenti” delle regioni). Questo denaro dovrebbe servire come rimborso per le spese “di rappresentanza” e politiche che sostengono i vari gruppi. L’obiettivo delle inchieste è scoprire se invece questi fondi siano stati utilizzati per scopi privati (cene, vacanze, acquisto di automobili o altro). Si tratterebbe del reato di “peculato”, cioè dell’appropriazione di denaro pubblico per scopi privati da parte di un funzionario o di un incaricato di pubblico servizio.

Piemonte
Qualche giorno fa la procura di Torino ha aperto un’indagine “conoscitiva”, cioè nella quale non si ipotizza ancora nessun reato, sui rimborsi assegnati ai consiglieri e ai membri della giunta della regione Piemonte. L’inchiesta è cominciata a causa della denuncia fatta in una televisione locale da Roberto Rosso, un deputato del PdL. Secondo Rosso un consigliere regionale ha usato i rimborsi per pagarsi le vacanze, mentre altri hanno truccato i rendiconti. Ieri quindici uomini della Guardia di finanza sono andati al palazzo della regione per acquisire la documentazione sui rimborsi consiliari dal 2008 ad oggi.

Emilia Romagna
Anche in Emilia Romagna l’indagine sui rimborsi ai gruppi consiliari è, per il momento, senza ipotesi di reato. A lavorarci sono due magistrati accompagnati da cinque finanzieri. Secondo Repubblica per il momento saranno acquisiti i rendiconti delle spese dei gruppi consiliari nella scorsa legislatura (2005-2010) ma, quando arriverà il momento di procedere al sequestro, i magistrati potrebbero decidere anche di richiedere i rendiconti annuali del 2011.

Sicilia
Indagine senza indagati e ipotesi di reato anche in Sicilia, dove questa settimana la procura di Palermo ha annunciato di aver aperto un’inchiesta sui rimborsi ai gruppi dell’Assemblea regionale siciliana (ARS). In tutto ai gruppi che fanno parte dell’ARS nel 2012 sono stati versati 12,65 milioni di euro (in Lazio erano 14).

Campania
Qui le indagini sono più precise e avanzate. Ipotizzano il reato di peculato e hanno già un indagato, il capogruppo dell’UDEUR (il partito dell’ex-ministro della giustizia Clemente Mastella) nel Consiglio regionale, indagato per un’altra faccenda. Il 21 settembre la Guardia di Finanza ha sequestrato tutta la documentazione sui rimborsi nel periodo 2008-2012 dalla sede della regione. Secondo i magistrati potrebbero esserci state irregolarità sia in questa che nella precedente legislatura.

Sardegna
In Sardegna le indagini sono cominciate nel 2009, molto prima del caso Fiorito, e proprio questa settimana il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per 17 consiglieri regionali con l’accusa di peculato. Secondo il pm nella scorsa legislatura i 17 consiglieri avevano trasformato i 2.500 euro a testa di rimborso spese in una sorta di automatica aggiunta al loro stipendio.

Basilicata
In Basilicata quattro consiglieri regionali sono stati rinviati a giudizio  per aver ottenuto falsi rimborsi per spostamenti in automobile. L’indagine fu aperta nel 2009 dal pm Henry John Woodcock. L’indagine si riferiva alla scorsa legislatura e tutti e quattro i consiglieri rinviati a giudizio sono stati rieletti nel 2010.

Calabria e Veneto
Non è stata ancora annunciata l’apertura di inchieste né in Calabria né in Veneto, ma sui giornali sono già cominciate delle polemiche sulla quantità e l’uso dei rimborsi che sono stati fatti nelle due regioni. La Calabria ha pubblicato sul sito della regione il rendiconto dei rimborsi forniti ai gruppi: 4 milioni e 462 mila euro nel 2011. Il gruppo consiliare di Autonomia e Diritti, composto da un solo membro, l’ex-governatore Agazio Loiero, percepisce da solo 335 mila euro, di cui 212 mila per pagare i suoi collaboratori. In un’intervista a Repubblica, Loiero (che oggi è un semplice consigliere regionale) dice di avere circa sette-otto collaboratori.

In Veneto, secondo il Gazzettino del Veneto, i consiglieri regionali percepirebbero uno stipendio aggiuntivo di 2.100 euro al mese che non sarebbe altro che un rimborso per le spese fissato mensilmente e senza obbligo di essere giustificato: la stessa accusa, in sostanza, che è stata fatta ai consiglieri regionali sardi rinviati a giudizio. I consiglieri veneti hanno annunciato che quereleranno il Gazzettino.

 Foto: LaPresse