Cos’è successo alla Camera

La maggioranza è in difficoltà: alla fine si decide di rinviare alla settimana prossima la discussione sulla prescrizione breve

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
31-03-2011 Roma
Politica
Camera - Processo breve
Nella foto: esultanza dell'opposizione dopo il voto sul processo verbale
Photo Mauro Scrobogna /LaPresse
31-03-2011 Roma
Politics
Chamber of Deputies - bill to cut the length of trials
In the picture: opposition exultation after the vote
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 31-03-2011 Roma Politica Camera - Processo breve Nella foto: esultanza dell'opposizione dopo il voto sul processo verbale Photo Mauro Scrobogna /LaPresse 31-03-2011 Roma Politics Chamber of Deputies - bill to cut the length of trials In the picture: opposition exultation after the vote

Alla Camera si discute la legge sulla prescrizione breve, dopo la sospensione della seduta di ieri a causa dei disordini in aula. La maggioranza dovrebbe chiedere la fiducia, l’opposizione cercherà di allungare i tempi: inoltre si riunisce l’Ufficio di presidenza della Camera per valutare i fatti di ieri, ai quali potrebbero seguire sanzioni disciplinari. La diretta video è disponibile qui.

15,30 Insomma, seguiranno probabilmente altri interventi sul tema, ma la partita politica si chiude qui. Sconfitta questa mattina, decimata dalle assenze, la maggioranza ha proposto di fermare qui la discussione e riprenderla la settimana prossima, martedì, quando inizialmente il Governo pensava di potere addirittura arrivare a un voto finale. L’opposizione ha votato favorevolmente e d’altra parte la sua intenzione era allungare il più possibile i tempi della discussione. Non contento il deputato Baldelli del PdL ha chiesto di rinviare alla settimana prossima anche tutti gli altri provvedimenti in discussione. Il liveblogging del Post si chiude qui.

15,23 La Camera approva quasi all’unanimità: l’esame del provvedimento sulla prescrizione breve rinviato alla settimana prossima, a martedì. Secondo i piani del governo prima di questa mattina, martedì sarebbe dovuto già arrivare il voto.

15,22 Ora si vota il rinvio del provvedimento alla settimana prossima.

15,20 Ora parla Casini e chiede che il governo chiarisca dove ha intenzione di trasferire gli immigrati di Lampedusa. “Non può essere solo la Puglia a pagare per tutti”. Si discute di tutto meno che della prescrizione breve.

15,17 Parla Franceschini, l’aula rumoreggia, lui ritorna a commentare quanto accaduto ieri.

15,16 La Camera respinge la proposta di Giachetti per due voti di differenza: niente rinvio della legge in commissione.

15,15 Si vota, allora.

15,14 Baldelli del PdL e Reguzzoni della Lega chiedono di non votare sulla richiesta di Giachetti.

15,07 Si ricomincia: Giachetti del PD chiede di rimandare il provvedimento in Commissione e chiede il voto.

13,47 Seduta sospesa, si ricomincia alle 15.

13,42 Iannaccone interviene e chiede, a nome di Iniziativa Responsabile, di trovare un nuovo posto nell’emiciclo al suo gruppo, che è separato in due parti e lontano dal resto della maggioranza.

13,41 Sandra Zampa del Partito Democratico interviene per porre il problema dei minori immigrati.

13,39 Nel frattempo Scilipoti ha detto alle agenzie di stampa che “il clima di scontro potrebbe portare alla guerra civile”.

13,37 Parla Zacchera del PdL, per lamentarsi del fatto che in mattinata Fini non gli ha concesso la parola.

13,36 Turco lamenta il mancato congelamento dei beni della Tamoil, compagnia petrolifera di proprietà riconducibile al governo libico.


13,34 Parla Maurizio Turco del Partito Democratico. Si fa melina: la presidenza della Camera due interventi fa aveva già provato ad aggiornare la seduta a dopo pranzo.

13,30 Interviene Patarino, di Futuro e Libertà.

13,28 “Siamo al punto finale del ventennio”, dice Formisano. Quante volte è stata detta questa frase negli ultimi – siamo buoni – sei mesi?

13,24 Barbato dice che l’Italia dei Valori fa dei suggerimenti al Governo “in modo propositivo e costruttivo”. Ora parla Formisano, sempre dell’IdV. Parleranno tutti?

13,22 Da parecchio ormai l’obiettivo dell’Italia dei Valori è semplicemente perdere tempo.

13,18 Parla Barbato, IdV.

13,12 Parla Di Stanislao, IdV. Si comincia a parlare di prescrizione e riforma della giustizia, approfittando della maggior calma indotta dall’ora. Anche Fine è stato rimpiazzato dal vicepresidente Leone del PdL.

13,07 Parla Cimadoro, IdV. Sarcasmo sulla visita di Berlusconi a Lampedusa.

13,04 È ora di pranzo, si cominciano a vedere posti vuoti intorno agli oratori.

13,01 Parla Cambursano, anche lui dell’IdV. “Il mondo arabo che sta esplodendo”. “E noi siamo esclusi dai consessi internazionali perché non siamo affidabili”. Urla molto.

12,58 Favìa attacca Fini sulla gestione di ieri, mentre Fini se ne va. Poi parla degli attacchi alla giustizia da parte della maggioranza. “Cittadini indignati dalla schifezza che sta avvenendo in quest’aula”.

12,57 “È di scena soltanto l’assassinio del processo Mills”

12,55 Parla Favìa dell’Italia dei Valori: indovinate se abbassa i toni.

12,54 Casini chiede che il ministro dell’Interno risponda sulle destinazioni della navi che partono da Lampedusa, perché le dimissioni di Mantovano non possono essere ignorate.

12,54 Fini spiega che gli interventi per commentare saranno accolti solo a fine seduta.

12,52 Evangelisti chiude, e Fini “avverte che non darà più la parola” a interventi che non siano nel merito dell’Ordine del Giorno. Giachetti del PdL gli chiede lumi su di cosa si parli esattamente, quindi.

12,50 Parla Evangelisti dell’IdV, e fa dell’ironia sul documento. Fini si spazientisce, Evangelisti dice che era un preambolo e ricomincia a cercare guai. Chiede di nuovo le scuse di La Russa.

12,49 Insomma, invece che dire “non succederà mai più”, l’atteggiamento sulla giornata di ieri è “meglio essere preparati, la prossima volta”.

12,46 Sul momento La Russa, il collegio parla di “un atteggiamento gravemente irrispettoso nei confronti della presidenza” e dice che dopo l’interruzione l’onorevole Porcino, e poi altri dopo di lui lanciavano dei fogli verso la Presidenza. Però, dice il documento del Collegio, non esistono precedenti di sanzioni nei confronti dei ministri, e quindi bisognerà discutere ancora di cosa fare in casi come questi. Cioè, cominciare ad abituarsi a una possibilità che finora non era stata ritenuta realistica, in sostanza.

12,42 Fini riferisce di ciò che ha concluso il Collegio dei Questori sulle gazzarre di ieri fuori dalla Camera. Ovvero che la responsabilità è della polizia e non degli impiegati della Camera. Dopo aver parlato col questore, il Collegio parla di “una difficoltà” verificata ieri e di una scarsa informazione fornita all’interno della Camera di ciò che avveniva fuori. Una conclusione un po’ fumosa e assolutoria di tutti.

12,40 L’onorevole Iannaccone non fa in tempo a pronunciare le parole “il gruppo di Inizativa Responsabile” che viene travolto dai buuu. Fini lo interrompe per far calmare i buu, lui ricomincia daccapo e ripete “il gruppo di Inizativa Responsabile”: e buuu di nuovo. Alle sue spalle un dritto Scilipoti.

12,39 Reguzzoni della Lega protesta che si stia perdendo altro tempo e chiude rapidamente il suo intervento.


12,38 Cicchitto nega che La Russa ieri sia uscito a provocare i manifestanti e cercare l’incidente, come sostenuto da Franceschini; che però aveva sostenuto solo la prima delle due cose.

12,36 Parla Cicchitto e contesta i legami e i contatti tra “un movimento dentro l’aula e un movimento fuori dall’aula”

12,31 Casino nuovo. Prima che parli Cicchitto ci sono interruzioni e confusione, poi si capisce che l’onorevole Ileana Argentin del PD, disabile e assistita da un “operatore“, sta protestando perché un deputato della maggioranza ha ordinato all’operatore di non applaudire Bocchino. Alle parole di Argentin nasce una nuova gazzarra, Fini si arrabbia, poi il leghista Poliedri si scusa per essere intervenuto sopra le righe.

12,29 Bocchino ironizza sull’intervista di ieri in cui Nicole Minetti diceva di ambire al ministero degli esteri. La maggioranza rumoreggia. Fini richiama l’onorevole Barbaro. Bocchino si interrompe.

12,27 Parla Bocchino e difende Fini: “non si può prendersela con l’arbitro quando si prende un gol”. Non si sa quale fosse il gol preso dalla maggioranza.

12,26 “Gli italiani stanno finalmente aprendo gli occhi”, un classico (tra l’altro usato male, perché significa che è tutta colpa degli italiani che fino a ieri se ne fregavano)

12,25 – Franceschini sottolinea che i ministri ieri in aula non sono mai stati interrotti da niente che riguardasse la situazione internazionale: “i loro telefonini non hanno mai squillato”.

12,24 – Parla Franceschini.

12,23 – Sintetizziamo il contenuto dell’intervento di Casini: anche voi del centrodestra eravate imbarazzati per quanto combinato da La Russa, ce lo avete detto. Non è successo un dramma, sono cose che capitano, tutto si sarebbe risolto se stamattina in apertura di seduta La Russa si fosse scusato. Invece La Russa è assente.

12,21 – Ordine degli interventi: Casini, Franceschini, Bocchino.

12,20 – Alfano se la ride, Donadi s’arrabbia.

12,19 – Interviene Massimo Donadi dell’Italia dei Valori. Sventola il tesserino del ministro Alfano. “Lo invito a venire qui a riprenderselo”.

12,17 – Non ci sono obiezioni, il nuovo verbale è approvato.

12,16 – Il nuovo verbale tiene conto del comportamento “irriguardoso” di La Russa e dice che la seduta è stata sospesa “a seguito di scambi di apostrofi” tra maggioranza e opposizione.

12,15 – Mentre in aula si legge il verbale, Sarubbi twitta: “breaking news: testamento biologico calendarizzato alla Camera per il 26 aprile 2011”


12,13 – Si legge il nuovo verbale, redatto tenendo conto delle osservazioni dell’opposizione.

12,12 – Ricomincia la seduta alla Camera.

12,10 – Altri commenti, intanto che aspettiamo. Franceschini risponde così a Rosy Bindi e a chi chiedeva “azioni eclatanti” al PD: «In questo clima le opposizioni devono fare battaglia in aula, e finchè io sarò capogruppo non ci sarà da parte del Pd nessun ‘Aventino’ o abbandono dell’aula». Il finiano Briguglio, poi: «In quale democrazia occidentale i ministri di un governo riunito lasciano precipitosamente la riunione per votare sul processo verbale della Camera di appartenenza in soccorso della maggioranza? Parliamo di ministri di un Paese impegnato in un’azione militare o meglio, se vogliamo usare un’immagine cruda ma che rende, ministri di un Paese in guerra a pochi chilometri dalle sue coste. Che spettacolo…».

11,55 – La possibilità che si potesse arrivare a un voto entro oggi era già esclusa, ma il fatto di dover redigere un nuovo verbale allunga ulteriormente i tempi. Il tutto, lo ricordiamo, sempre e solo a causa di quanto combinato ieri dal ministro La Russa. Chissà che ne pensano i suoi colleghi.

11,48 – È opportuno chiarire una cosa, approfittando di questo momento di pausa. Molti giornali stanno continuando a parlare di “processo breve”, facendo molta confusione. Il “processo breve” e la “prescrizione breve” sono due cose diverse e non hanno nulla a che fare l’una con l’altra. Il “processo breve” è il disegno di legge – presentato quest’estate, poi accantonato – che prevedeva che i processi relativi a reati con pene non superiori a dieci anni sarebbero stati automaticamente estinti dopo il passaggio di due anni senza alcun grado di giudizio. La “prescrizione breve”, che è quella di cui si sta discutendo adesso, è invece una misura che ridurrebbe i termini della prescrizione per i processi a carico di incensurati.

11,43 – In questo momento si sta tenendo la conferenza dei capigruppo. Il prossimo passo è redigere un nuovo verbale che tenga conto delle osservazioni dell’opposizione: questo sarà poi presentato all’aula e solo dopo la sua approvazione si procederà con la discussione sulla prescrizione breve.

11,39 – Riassunto per chi arriva solo ora. È ricominciata la discussione sulla prescrizione breve, dopo il caos di ieri. Da prassi, ogni seduta inizia con la lettura e l’approvazione del verbale della lettura precedente: una formalità, approvata il più delle volte senza neanche votare, in mancanza di obiezioni. Il verbale non riportava traccia del caos di ieri, perché a norma di regolamento deve riportare solo “le deliberazioni della Camera”. L’opposizione se n’è lamentata, Fini ha detto che non c’erano le condizioni per dare il verbale per condiviso e ha fatto votare. Nel frattempo molti ministri – a loro volta anche deputati – erano impegnati in Consiglio dei ministri. La votazione è stata chiusa dopo il tempo canonico e i voti favorevoli sono stati pari ai voti contrari: a norma di regolamento, quindi, il verbale è stato respinto. Ora la maggioranza ce l’ha a morte con Fini, che a suo dire non avrebbe aspettato a sufficienza i ministri. La seduta è stata sospesa.

11,35 – Ancora un gran casino. Il vicepresidente del PdL alla Camera, Corsaro, sostiene che Fini non sia stato imparziale: «Tutte le barzellette hanno un inizio e una fine, oggi è finita quella sull’imparzialità del presidente Fini». Napoli, sempre del PdL: «È stato scorretto dal punto di vista istituzionale, si dovrebbe dimettere». L’opposizione la pensa diversamente: Bersani dice che «nella mia pur non lunga vita parlamentare non ho mai visto una votazione così lunga. Il parlamento non può aspettare i comodi dei ministri che arrivano a uno a uno a votare, lasciando il Consiglio dei ministri. Non si azzardino a lamentarsi».

11,30 – Intanto Sarubbi su Twitter ci aggiorna sulla tessera di Alfano. “Ha colpito Sandro Bratti, che sta sotto di me. Ora l’ha presa Fabio Evangelisti (Idv)”.

11,21 – Un tweet di Generazione Italia riprende un’altra agenzia: “P. BREVE: CAMERA, FINI COLPITO DA GIORNALE LANCIATO DA PDL”


11,19 – Secondo le agenzie, per la frustrazione Alfano avrebbe lanciato la tessera magnetica che si usa per votare contro i banchi dell’opposizione. “Contro Di Pietro”, dicono i dispacci. “Contro il nostro Bratti”, dice Sarubbi.

11,17 – Il governo è in difficoltà numerica anche per il contemporaneo Consiglio dei ministri (molti ministri sono anche deputati, sì). Questo tempo di pausa serve a loro anche per riorganizzarsi. La giornata in ogni caso si prospetta piuttosto vivace.

11,12 – Di fatto ora si sta aspettando che si plachino gli umori del centrodestra per riprendere la seduta: ce l’hanno con Fini, reo di non avere aspettato l’arrivo dei ministri per chiudere la votazione (i cinque minuti previsti dal regolamento erano passato, però).

11,10 – Sarubbi: “per mandare i ministri in Aula a votare il verbale alla Camera, il governo ha addirittura sospeso il cdm su Lampedusa”.

11,08 – Sarubbi: “ministri col fiatone: Prestigiacomo, Gelmini, Brambilla, Meloni, Alfano (che per la rabbia ha tirato la tessera addosso al nostro Bratti)”

11,04 – Sarubbi: “Fini si è rifugiato in presidenza: se torna in Aula, lo menano”. Ovviamente tutto questo fa comodo all’opposizione, visto come allunga i tempi della seduta.

10,58 – La diretta video è sospesa, siamo aggrappati ai resoconti di chi si trova in aula. Qui sempre Andrea Sarubbi, deputato del PD: “spero che le tv facciano vedere i ministri che arrivano di corsa alla #Camera per approvare il processo verbale di ieri”.

10,55 – Sarubbi su Twitter: “caos in Aula: #Pdl e Lega in rivolta contro Fini, che non ha aspettato l’arrivo di tutti i ministri per chiudere la votazione”.

10,52 – Insomma, al primo voto la maggioranza è stata battuta. Si tratta di un voto sul verbale di ieri, concretamente vuol dire poco, politicamente è certo un segnale di tensione e debolezza: il centrodestra sulla carta ha venti voti di maggioranza e molti ministri sono in aula.

10,50 – Votazione chiusa. La Camera respinge il verbale a parità di voti. Seduta sospesa tra il gran casino.

10,49 – Votazione ancora aperta, tra urla e rumore.

10,47 – Si vota.

10,46 – Andrea Sarubbi su Twitter: “Palla di vetro: oggi non si vota alla Camera sul processo breve. Perché se no, i ministri sarebbero già arrivati”.

10,42 – Si vota alle 10,45: si tratta, in sostanza, di accogliere o no il verbale riguardo quanto accaduto ieri, che non fa menzione degli scontri e del caos durante e dopo l’intervento del ministro La Russa.

10,41 – Si voterà sul verbale, dice Fini. Poco fa un altro deputato del PdL aveva chiesto di non votare, anche per non intralciare i lavori dell’Ufficio di presidenza che deciderà se emettere sanzioni su quanto accaduto ieri.

10,36 – Anche Galletti, dell’UdC, chiede che nel verbale si inserisca il racconto del casino occorso con La Russa. Fini ha già spiegato che, a norma di regolamento, il verbale deve contenere solo “le deliberazioni e gli atti della Camera”. L’opposizione chiede di votare sul processo verbale.


10,34 – Paolo Colonnello sulla Stampa riassume gli effetti sui processi di Berlusconi che avrebbe la legge sulla prescrizione breve, qualora entrasse in vigore.

Se, come sembra, oggi nell’aula di Montecitorio verrà votata la nuova legge sulla prescrizione breve che il Senato dovrebbe licenziare definitivamente tra un mese, due processi e mezzo sui quattro ancora in corso per Silvio Berlusconi prenderanno definitivamente la strada dell’oblio. E alla fine rimarrà in piedi soltanto il dibattimento sul cosiddetto Rubygate, sempre che la mozione sull’improcedibilità proposta dalla maggioranza, che pure dovrebbe essere votata in questi giorni, non ponga una pesante ipoteca d’innanzi alla Corte Costituzionale impedendo, per lo meno, il pronunciamento di una sentenza.

Per [i processi] già in corso, come il processo Mills, dove il Cavaliere deve rispondere di corruzione in atti giudiziari, è in pratica la morte definitiva già alla fine di maggio. Tenendo presente che la prossima udienza è stata fissata per il 9 maggio, si capisce bene che già da oggi lo si può considerare un’altro processo finito in cavalleria. Sugli altri bisogna fare qualche conto più complesso, ma ieri in procura davano in pratica per spacciato anche il processo sui fondi neri Mediaset per la compravendita dei diritti televisivi, la cui data di prescrizione era prevista per il 2014 mentre, quando la “norma Paniz” diventerà legge, deraglierà sui binari morti già a febbraio del 2012. E se si calcola che tra affollamento di udienze e pausa estiva, andranno via velocemente almeno altri 3 o 4 mesi, si può dire che da qui alla dichiarazione di estinzione non passeranno che altri 6-8 mesi. Discorso diverso per il processo Mediatrade, ancora non incardinato in aula ma solo davanti al giudice delle indagini preliminari.

10,31 – Pausa di cinque minuti, si riprende alle 10,36.

10,30 – Cirielli, PdL: “Ho visto membri del centrosinistra insultare La Russa con l’epitéto ‘scemo’. L’onorevole Barbato insulta da anni i colleghi senza che accade nulla”.

10,28 – Parla Fabio Evangelisti dell’Italia dei Valori. “Quello che è successo ieri sera non è mai accaduto, e il resoconto del segretario d’aula non rende minimamente la pesantezza e lo sfregio al decoro che si è registrato ieri”.

10,26 – Giachetti chiede che gli improperi di La Russa, riportati nel rapporto stenografico, siano menzionati anche nel processo verbale. Quando Di Pietro disse “conigli” al governo, Fini lo richiamò e lo censurò: ieri La Russa ha dato dei “conigli” all’opposizione, senza incorrere in censure e richiami.

10,25 – Cominciano gli interventi. Parla Roberto Giachetti del PD, che ieri era uno dei più scatenati contro La Russa dai banchi dell’opposizione.

10,20 – Si comincia, con venti minuti di ritardo. Il segretario legge il verbale della seduta di ieri, a cui probabilmente seguiranno gli interventi di commento da maggioranza e opposizione.

10,10 – Se non fosse successo il casino in aula, ieri, oggi uno dei temi centrali di discussione sarebbe il comportamento del PD. Ieri Rosy Bindi e Massimo D’Alema hanno discusso animatamente sulla linea da tenere in Parlamento. Così oggi Maria Teresa Meli sul Corriere.

La vicepresidente della Camera in mattinata arringa i deputati del Pd nell’emiciclo: «Quello che sta succedendo è tremendo e quindi noi dobbiamo dare una risposta straordinaria, dobbiamo uscire dall’Aula, dobbiamo combattere» . D’Alema che la sta ascoltando la guarda ironico e le chiede gelido: «Che vuoi che faccia? Mi tolgo gli occhiali e vado a menare quelli del centrodestra?» . Il presidente del Copasir fa seguire un sorriso alla sua replica. Ma non si tratta certo di un sorriso di simpatia. L’alterco prosegue per una manciata di secondi, poi tra i due cala il silenzio. Bindi si rivolge altrove, cercando interlocutori più disponibili ad ascoltare la sua chiamata alle armi. È una scena che fotografa le divisioni che attraversano il Partito democratico in questo momento.

10,02 – Sono le 10 passate, ancora niente.

9,55 – Si comincia tra cinque minuti. Il disegno di legge in discussione si può leggere qui.

foto: Mauro Scrobogna /LaPresse