La crisi dei modelli troppo facili

Sono tempi veloci, che smontano le certezze e chiedono rapidi adeguamenti. Non si fa in tempo a darsi dei modelli che i punti di riferimento cambiano, in genere sotto l’incalzare di una crisi che non tollera pigrizie intellettuali e tanto meno politiche.

La narrazione preferita in casa Pd era quella di una nuova alleanza progressista europea che invertisse le politiche recessive e di cieco rigore, facendo perno sulla vittoria dei socialisti in Francia, sull’ascesa della Spd ai danni della Merkel e, giustamente, sul meritato premio del governo per i democratici italiani. Purtroppo è un po’ più complicato di così. La Spd incalza sì la Merkel, ma soprattutto in nome degli interessi dei lavoratori e dei pensionati tedeschi: non esattamente i più euroentusiasti del continente. E François Hollande, bruciato in un amen il proprio capitale di consenso, per rimontare la montagna del deficit carica pesantemente sul fisco (non solo i ricchi) e mette mano al mercato del lavoro ispirandosi alla stessa flexsecurity che qui aveva causato svenimenti nella sinistra Pd.

Finiscono così spiazzati gli hollandiani di casa nostra. Ma possono consolarsi, perché peggio di loro stanno i militanti del cosiddetto partito dei giudici. Lì la frattura ormai è verticale. La campagna d’estate contro il Quirinale sarà stata utile alle vendite del Fatto ma ha procurato ai pm di Palermo che hanno dato corda a Travaglio il dissenso dei loro colleghi e di tutta l’Anm, gettando anche un’ombra sulla probabile carriera politica dell’esuberante Ingroia.

Su tutt’altro terreno, dura ancora meno l’astuta operazione di Casini per mettere il cappello sul Monti bis, arenata sulla reiterata indisponibilità dell’interessato (che ha altri traguardi in testa) mentre tramonta anche l’illusione di rifarsi una verginità al riparo dell’icona di Montezemolo.

Un dato che accomuna tutti, in questa transizione concitata, è l’impossibilità di sfruttare per sé la forza, le idee o anche solo il buon nome altrui. Chi ha capacità di leadership propria deve tirarla fuori: non può pensare di prenderla in affitto da altri.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.