Fuori e dentro la bolla

Se c’è un errore che possiamo fare nella ormai quotidiana analisi politica del Movimento 5 Stelle e dei rapporti con la sua dirigenza (cfr. Grillo e Casaleggio) è quello di riferirci al blog di Grillo ed ai suoi umori come termometro assoluto della reputazione del movimento.

Si tratta del ben noto effetto Scalfarotto* (Ivan mi perdonerà) che chi frequenta le discussioni politiche in rete da un po’ di anni ricorderà perfettamente. Per ovviare ad un simile avvolgente ammaliamento che ci porta a ritenere che quanto osserviamo in rete dall’interno della nostra bolla sia la rappresentazione esatta della realtà, sarebbe buona norma, come dicevano i vecchi internet user californiani 15 anni fa, ogni tanto alzarsi dal computer ed uscire fuori a zappare l’orto. O se preferite, nella versione europea contemporanea, uscire fuori e fare un giro al mercato o a prendere un caffè al bar. Interrompere il filtro che ci avvolge in rete non è poi così difficile: quando e se avremo la costanza di farlo, il mondo, perfino l’universo dei grillini, ci apparirà meno scontato.

Osservato da dentro la mia bolla ieri, per Grillo ed il suo blog, è stata una pessima giornata. Per la prima volta da molti anni a questa parte un fronte compatto molto ampio di commentatori si è apertamente schierato contro la linea del capo. Poiché in rete le cose si ripetono con estrema accuratezza, non sono mancate le furibonde polemiche ed i tristi mezzucci. Per esempio a riguardo della cancellazione dal post di Grillo sulla “Trasparenza” (guarda te a volte le coincidenze) dei commenti maggiormente critici. Così, sempre per parlare del già visto, nella strategia usuale dell’utilizzo del blog nei momenti di crisi al post contestato ne è rapidamente seguito un altro su Massimo d’Alema: un’ottima idea per distogliere gli occhi degli astanti dalle proprie beghe con argomenti forti e di sicuro impatto. Del resto ormai Massimo D’Alema è un collante universale buono per svariati utilizzi.

Fuori dalla bolla internet lo scenario politico potrebbe invece essere assai meno compromesso e drammatico: senza ostinarsi a citare Tullio De Mauro e l’analfabetismo funzionale (la spiacevole complicazione secondo la quale un italiano su due legge il post di Grillo ma non capisce cosa ci sia scritto), se non fosse per la grancassa disperata dei mezzi di informazione, l’elettore grillino medio sarebbe assai poco impressionato dagli eventi. Anzi, probabilmente, lo sarebbe quasi per nulla, per la semplice ragione che simili contenuti sovente non hanno modo di raggiungerlo. In un numero molto ampio di casi è l’elettore stesso che non ha grandi interessi ad esserne raggiunto.

Così quando diciamo che mediamente Internet non sposta un voto (quindi figuriamoci Twitter) diciamo forse una banalità inesatta ma la diciamo considerando due aspetti egualmente importanti. Il primo che i voti spostati da Internet sono in grandissima parte legati al trascinamento di temi politici nati in rete verso la TV, il secondo che Internet non sposta un voto per la semplice ragione che una fascia maggioritaria dell’elettorato non è in servizio permanente effettivo ad analizzare ogni santo giorno il proprio orientamento politico ma viene raggiunta dalla discussione pubblica in maniera incostante e casuale. In altre parole la maggioranza degli italiani vive fuori dalla bolla dei propri interessi in rete e solo incidentalmente, e con frequenze da paese sottosviluppato, lascia l’orto per sedersi al computer e scoprire cosa pensano i loro pari. Ed anche fra quelli maggiormente alfabetizzati non è scontato che i temi della politica siano compresi all’interno dei loro interessi di riferimento.

Che poi il Movimento Cinque Stelle abbia scelto di vivere dentro la bolla, con l’autolesionismo tanto eroico quanto inconsapevole di chi è stato illuminato da Internet in una sua versione semplificata e giovanile, non muta granché la qualità del suo elettorato e dell’elettorato in generale. Che mediamente non legge il blog di Grillo né lo commenta e che certo non si scandalizzerà più di tanto se lo stratega della presenza on line di Grillo improvvisamente cancella un commento sgradito che aveva ricevuto 267 apprezzamenti.

*Quando nel 2003 Ivan Scalfarotto si presentò per la prima volte alle Primarie dell’Unione riuscì a mobilitare un ampio movimento di sostenitori on line; poi alle elezioni vinte da Romano Prodi, raggranellò lo 0,6% dei voti, arrivando sesto su sette candidati.

p.s. il titolo di questo post doveva essere “La Grillobolla” poi mia moglie ha detto che faceva schifo e l’ho cambiato.

Massimo Mantellini

Massimo Mantellini ha un blog molto seguito dal 2002, Manteblog. Vive a Forlì. Il suo ultimo libro è "Dieci splendidi oggetti morti", Einaudi, 2020