Abramo e Isacco

Verifico con un certo disappunto che a sette giorni dal voto non accennano a diminuire le descrizioni caricaturali, l’approccio fra intimidatorio ed estorsivo, il vero e proprio stalking nei confronti del Partito Democratico perché faccia qualcosa di diverso dall’unica cosa che può e deve fare: stare all’opposizione.

Ultimo in ordine di tempo l’ineffabile appello di Pif che ci chiede di sostenere un Governo Cinquestelle con il fantastico argomento che, avendo fatto un Governo “con Alfano e Verdini”, e avendo in coalizione Pierferdinando Casini (identificato con Totò Cuffaro e quindi con Cosa Nostra) noi non si abbia titolo a fare gli schizzinosi con i pentastellati. A parte l’aberrante costruzione logica e la falsificazione storica ai limiti dell’analfabetismo, è un po’ come quando ragazzotti un po’ frustrati inveivano contro quelle ragazze che – essendo ritenute disinvolte e facili – la “davano” a tutti ma non a loro.

Su un livello un poco meno indecente c’è l’appello al “senso di responsabilità”, che il Pd dovrebbe mostrare nei confronti del Paese. In questa accezione, sulla scorta della vecchia narrazione biblica, obbedendo ad un comandamento supremo, Abramo, cioè i parlamentari del Pd, dovrebbe immolare Isacco, cioè il voto dei suoi elettori, sull’altare di un supremo sacrificio. Poi, come si sa, il Dio della Bibbia opera una repentina sostituzione del piccolo con un agnello, con relativo happy ending. E qui c’è forse la più importante e sostanziale differenza.

Perché, sconfitti come siamo stati, noi continuiamo ad amare il nostro Paese, e non giocheremmo mai allo sfascio sulla sua pelle. Lo abbiamo dimostrato plasticamente nel 2013 quando ci siamo fatti carico della nostra responsabilità di partito di maggioranza relativa e ci siamo sciroppati un accordo con il nostro peggior nemico, Berlusconi, mentre il senso di responsabilità del M5S di allora si risolse nello sbertucciamento di Bersani in diretta nazionale via streaming.

Proprio perché non giochiamo mai (né allora né ora) sulla pelle del Paese pensiamo in coscienza di non poter sostenere un programma (quello del Movimento Cinque Stelle) che riteniamo inconsistente e disastroso. E se è surreale chiederci di sostenere l’attuazione di un programma che non condividiamo, penso sarebbe diciamo così abbastanza improbabile che si possano sostenere i Cinque Stelle al fine di impedire che attuino il loro programma.

Come dice il sergente Lorusso-Diego Abatantuono nelle ultime scene di Mediterraneo: “Non farete di me un vostro complice”. Saremo in Parlamento facendo ogni sforzo per evitare avventure, prevenire disastri, limitare danni (e pure per votare magari qualche provvedimento: aspetto con ansia ius soli, stepchild adoption per le coppie gay e lesbiche e legge contro l’omotransfobia). Lo faremo nel rispetto della dialettica democratica e del voto degli elettori. Forse questo ci farà recuperare consenso, forse no. Ma la ricerca del consenso è solo una parte della contesa politica; l’altra è la forza e la coerenza delle idee.

Suggerirei quindi di lasciare le narrazioni bibliche nelle Sacre Scritture: gli unici Abramo ed Isacco la cui eredità e il cui insegnamento ci sono oggi più che mai preziosi sono Abramo Lincoln e Isacco Newton.

Ivan Scalfarotto

Deputato di Italia Viva e sottosegretario agli Esteri. È stato sottosegretario alle riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento e successivamente al commercio internazionale. Ha fondato Parks, associazione tra imprese per il Diversity Management.