Sinistra italiana: serve un nuovo partito o un nuovo leader?

Le cose che sono successe negli ultimi mesi alla sinistra del Partito Democratico non suscitano alzate di spalle solo per come contraddicono il dato di realtà emerso a ogni elezione nazionale dal 2008 in poi, cioè che non esiste uno spazio a sinistra del PD – né quello di Veltroni, né quello di Bersani, né quello di Renzi – che valga più del 5-6 per cento. Nemmeno per come questi soggetti politici vecchi e nuovi – Sinistra Italiana, Possibile, la cosiddetta “Coalizione Sociale”, quello che resta delle liste Tsipras e Ingroia – appaiano allo stesso tempo sovrapponibili e litigiosi tra loro, e nonostante questo prevedibilmente almeno alcuni tenteranno di formare un’unica lista-calderone alle prossime elezioni politiche. E ancora, nemmeno per come le istanze di questi soggetti appaiano oggi schiacciate dalla povera concretezza della speculazione immediata – tutto viene detto o fatto in reazione a cosa dice o fa da Renzi – e da un astrattismo identitario da due soldi che difficilmente sarà in grado di attrarre elettori che oggi votano altrove. [CONTINUA]

Francesco Costa

Vicedirettore del Post, conduttore del podcast "Morning". Autore dal 2015 del progetto "Da Costa a Costa", una newsletter e un podcast sulla politica americana, ha pubblicato con Mondadori i libri "Questa è l’America" (2020), "Una storia americana" (2021) e "California" (2022).