Palle di neve

Ho quasi provato compassione. Venerdì pomeriggio la Rai mi ha invitato a collegarmi con Lineatre per commentare le notizie a tarda sera. Ho chiesto chi fossero gli ospiti in studio e mi hanno risposto che forse non ce ne sarebbero stati, perché la neve aveva bloccato Roma. Ho chiesto se non ci fossero degli spazzaneve al lavoro e mi hanno risposto che boh, Alemanno ne aveva parlicchiato, ma poi non si era capito bene. Allora, in serata, ho guardato su internet: come primo risultato mi è uscito «spazzaneve a Roma». C’erano delle foto recentissime sul sito fotografico Flickr. Ho guardato bene: risultavano postate – cioè messe – da Gianni Alemanno. E provenivano dal suo sito personale, che le riportava anche ieri. Stavano a dire: vedete? Gli spazzaneve ci sono. Il dettaglio è che non erano spazzaneve: si vedeva una camionetta con dei sacchi e delle pale, una spazzatrice per pulire le strade e poi una scavatrice. Che non sono spazzaneve: una spazzatrice non fa quasi nulla, mentre una scavatrice si limita a spingere la neve in avanti (senza soffiarla a lato) col rischio di rovinare il manto stradale. Non sono spazzaneve, e neanche spargisale: perché non li hanno voluti, ma soprattutto perché non ne hanno. E se mai ne avessero avuti, oltretutto, gli anticasta e gli antisprechi li avrebbero spolpati vivi. Ho quasi provato compassione.

Filippo Facci

Giornalista e scrittore, lavora a Libero, ha collaborato con il Foglio, il Riformista e Grazia. È autore di Di Pietro, La storia vera