Custodia incautelare

Ritengo che la notizia più bella dell’anno – dopodiché potete anche impiccarmi – sia che la Corte Costituzionale ha bocciato la norma che prevedeva il carcere automatico per tutti i sospettati (solo sospettati) di violenza sessuale e pedofilia: si parla cioè di quella norma popolar-forcaiola che il governo varò frettolosamente quando sembrava, l’anno scorso, che in giro ci fossero solo romeni che stupravano donne.

E invece, parentesi, era la classica bufera mediatica: sia perché molti accusati erano innocenti, sia perché gli stupri risultavano inferiori agli anni precedenti. La galera obbligatoria, senza che un giudice possa valutare da caso a caso, deve esserci solo per i colpevoli accertati da un giudizio: questo ha detto la Consulta così come lo dicono il Codice, la Costituzione e tutto il diritto d’Occidente. Si chiama presunzione di non colpevolezza. Il principio è di un’ovvietà tale – il carcere dev’essere obbligatorio per i colpevoli accertati, non per gli innocenti ancora da processare – che le proteste rivolte contro la Consulta paiono fatte davvero per dividere, in Parlamento, gli ignoranti populisti da chi abbia almeno un’istruzione di base. È il destino di un governo e di un Paese: ti distrai e la giusta oscillazione tra la cultura della legalità e il rispetto delle garanzie, d’un canto, diviene l’oscillazione tra il peggior forcaiolismo e il garantismo più peloso.

Filippo Facci

Giornalista e scrittore, lavora a Libero, ha collaborato con il Foglio, il Riformista e Grazia. È autore di Di Pietro, La storia vera