L’emergenza passaporti non è più un’emergenza

Dopo un anno di lentezze e disagi, adesso ne vengono rilasciati molti di più grazie a una migliore organizzazione degli appuntamenti

Un ufficio dove vengono rilasciati passaporti
(LaPresse)
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Nei primi mesi dell’anno in quasi tutte le province italiane sono stati fatti molti più passaporti rispetto allo stesso periodo del 2023: in totale 301.674, il 38,1 per cento in più rispetto all’anno precedente. È un miglioramento che era atteso da tempo, dopo i tanti problemi segnalati negli ultimi due anni, in cui centinaia di migliaia di persone in tutta Italia avevano dovuto aspettare mesi per prendere un appuntamento e in molti casi non erano riuscite a ottenere il documento in tempo utile per un viaggio. C’erano state proteste e diverse interrogazioni parlamentari al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, una situazione così grave da essere definita dai media “emergenza passaporti”. È ancora presto per dire che tutti i problemi sono stati risolti, ma di sicuro ora non si può più parlare di emergenza.

Fino allo scorso anno i tempi di attesa per un appuntamento in questura erano lunghissimi. Secondo un’inchiesta del Sole 24 Ore, a Bari e Cosenza era addirittura impossibile trovare un posto anche a mesi di distanza. A Torino, Bologna e Milano e in molte altre grandi città bisognava attendere almeno cinque mesi. Si erano persino diffuse tecniche più o meno funzionanti per prendere appuntamento, come tentare di accedere al portale Passaporto Online (gestito dalla Polizia di Stato e quindi, in ultimo, dal ministero dell’Interno) alla mezzanotte in punto. Anche la soluzione dei cosiddetti open day, ovvero giornate con orari di apertura degli uffici più estesi e con più funzionari in servizio, non era stata risolutiva: fuori dalle questure si formavano lunghe code di persone dalle prime ore del giorno, con inevitabili momenti di tensione. Erano tutte soluzioni di emergenza per smaltire le richieste più urgenti.

Secondo i rappresentanti del governo e i funzionari delle questure, i disservizi erano dovuti al notevole aumento delle richieste avvenuto dopo le restrizioni introdotte per via della pandemia di Covid, da cui però sono ormai passati quattro anni. Il 31 gennaio scorso il ministro Piantedosi aveva risposto a un’interrogazione dicendo che i ritardi erano dovuti a un «aumento esponenziale e ravvicinato» delle richieste dovuto a diversi fattori, tra cui la fine della restrizioni post-Covid e Brexit, ossia l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, avvenuta formalmente il 31 gennaio del 2020.

Dalla fine dello scorso anno, dopo molte sollecitazioni, il ministero ha formato un gruppo di lavoro per risolvere il problema. È stata introdotta la cosiddetta agenda prioritaria online, un sistema che permette a chi ha un’urgenza di avere una prenotazione separata rispetto a tutte le altre persone. L’urgenza deve essere motivata nel giorno dell’appuntamento mostrando biglietti aerei o documenti che provano la necessità di una trasferta di studio o di lavoro. Alcune questure hanno previsto anche un modulo speciale che permette di avere il documento entro 15 giorni. In molte province sono stati anche rafforzati gli organici delle questure.

Nel frattempo è partito anche Polis, un progetto di Poste Italiane per gestire tra le altre cose la richiesta e la consegna dei passaporti negli uffici postali dei comuni con meno di 15mila abitanti senza passare dalla questura. Il progetto è partito in via sperimentale in due comuni della provincia di Bologna, San Pietro in Casale e Dozza: secondo i piani del ministero sarà poi gradualmente esteso a tutti gli uffici postali dei 7mila comuni sotto i 15mila abitanti (in totale i comuni italiani sono poco più di 7.900).

– Leggi anche: I primi passaporti consegnati da Poste Italiane

La separazione delle agende permette di gestire i flussi delle richieste in modo più ordinato. Come riportato dal Sole 24 Ore, le province dove nei primi quattro mesi dell’anno sono stati rilasciati più passaporti rispetto al 2023 sono state Prato (+213%), Caserta (173%), Barletta-Andria-Trani (156%), Biella (151%). I capoluoghi di regione con più passaporti rilasciati sono stati Campobasso (120%), Trento (103%), Venezia (73,5%), Napoli (69%). In molte città continuano a esserci problemi, comunque. A Perugia da gennaio ad aprile il numero di passaporti è calato dell’11,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre a Firenze il calo è stato più contenuto, -2,9%, così come a Cagliari, -2,4%.

Tutto questo a fronte di una crescita degli appuntamenti che sono stati 320mila, contro i 230mila dello scorso anno. Circa 30mila sono stati gestiti dall’agenda prioritaria, 4.500 con il modulo per le emergenze. Il ministero dell’Interno ha stimato che a questi ritmi entro la fine dell’anno verranno rilasciati 3,4 milioni di passaporti, il 25% in più rispetto al 2023.