Domenica 25 febbraio in Burkina Faso alcuni uomini armati sono entrati in una chiesa cattolica dove era in corso una messa e hanno sparato contro i fedeli, uccidendone quindici e ferendone due. L’attacco è stato compiuto a Essakane, un villaggio nel nord del paese vicino al confine con il Niger, e non è stato ancora rivendicato. Non è chiaro quante persone vi abbiano partecipato. L’abate Jean-Pierre Sawadogo, vicario della diocesi dove è stato compiuto l’attacco, l’ha definito un «attacco terroristico».
La sparatoria è avvenuta in una regione in cui i gruppi armati, alcuni dei quali jihadisti, hanno compiuto moltissimi attacchi negli ultimi anni. Alcuni di questi erano rivolti proprio contro le comunità cristiane, colpendo chiese e rapendo anche membri del clero. Da anni gruppi armati locali controllano molte delle regioni nella parte nord del Burkina Faso. Questo ha provocato la morte di migliaia di civili e costretto circa due milioni di persone (su 22 milioni di abitanti) ad abbandonare le proprie case. Il paese è politicamente sempre più instabile: ha subito due colpi di stato nel 2022 e un terzo tentativo nel 2023.
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