La Corte Suprema del Bangladesh ha vietato la cattura degli elefanti asiatici, a rischio di estinzione

Un elefante asiatico nel Parco nazionale di Bandipur, in India (Wikimedia Commons, Yathin S Krishnappa)
Un elefante asiatico nel Parco nazionale di Bandipur, in India (Wikimedia Commons, Yathin S Krishnappa)

Domenica la Corte Suprema del Bangladesh ha emesso un’ordinanza che vieta la cattura e lo sfruttamento degli elefanti asiatici, una specie a rischio di estinzione che si trova principalmente in India e nel sud-est asiatico. In Bangladesh al momento ci sono solo circa 200 elefanti asiatici, di cui la metà vive in cattività. Il loro numero è notevolmente diminuito negli ultimi anni a causa del bracconaggio e della perdita di habitat, principalmente causata dalla deforestazione, e continua a scendere per via dei modi impropri in cui gli ultimi animali rimasti vengono trattati.

Finora i giovani elefanti che vivevano in natura potevano essere catturati e sfruttati grazie a licenze rilasciate dal dipartimento delle foreste, che ne permettevano l’utilizzo per trasportare tronchi. Tuttavia, la Corte ha giudicato che questo sistema permetteva uno sfruttamento degli animali che violava i termini delle licenze: con la scusa di doverli addestrare, gli elefanti venivano spesso dati alle compagnie circensi che li maltrattavano e li usavano per gli spettacoli. Alcuni finivano per essere usati per chiedere l’elemosina in strada, dove vengono costretti a eseguire coreografie: nel 2023 un giovane elefante era stato ucciso dal passaggio di un treno mentre veniva usato per accattonaggio e ci sono stati diversi casi in cui la polizia ha requisito altri elefanti tenuti in pessime condizioni in simili contesti.

La richiesta che la Corte analizzasse il caso era stata depositata dall’attrice e produttrice Jaya Ahsan insieme alla Fondazione delle persone per il benessere degli animali in Bangladesh. Rakibul Haque Emil, responsabile della fondazione, ha definito «storica» la decisione di domenica.