L’Iran ha condannato uno zio di Mahsa Amini a più di 5 anni di prigione per aver protestato contro il regime

Un cartello con la foto di Mahsa Amini durante una manifestazione a Parigi
Un cartello con la foto di Mahsa Amini durante una manifestazione a Parigi (AP Photo/Aurelien Morissard, File)

Un tribunale iraniano ha condannato Safa Aeli, zio materno di Mahsa Amini, a 5 anni, 4 mesi e 17 giorni di prigione per aver partecipato a proteste che hanno messo a rischio la sicurezza nazionale, diffuso propaganda antigovernativa e insultato la guida suprema Ali Khamenei. Lo hanno annunciato le organizzazioni non governative Human rights activists in Iran (che cita anche l’avvocato di Aeli) e Hengaw (che ha sede in Norvegia), che si occupano di diritti umani in Iran.

Mahsa Amini era una donna di 22 anni morta il 16 settembre del 2022 a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non avere indossato correttamente il velo islamico, o hijab, come prescritto dalle leggi iraniane. La sua morte aveva provocato estese proteste in tutto il paese, represse con la violenza.

Aeli era stato arrestato il 5 settembre 2023, poco prima dell’anniversario della morte della nipote, ed era stato rilasciato su cauzione a ottobre. Un terzo della sua pena è stata sospesa: non dovrà scontarla a meno che nei prossimi anni abbia contatti con altre persone condannate per le proteste. Dovrà quindi passare tre anni e 6 mesi in carcere, e non potrà uscire dall’Iran per due anni; come ulteriore pena accessoria il tribunale ha stabilito che Aeli scriva una biografia di un agente delle forze di sicurezza iraniane ucciso nel corso delle proteste.

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