In Iran un uomo è stato condannato a morte per l’omicidio del regista Dariush Mehrjui

Vahideh Mohammadifar e Dariush Mehrjui (Abdolvahed Mirzazadeh, ISNA via AP)
Vahideh Mohammadifar e Dariush Mehrjui (Abdolvahed Mirzazadeh, ISNA via AP)

In Iran un uomo è stato condannato a morte per l’omicidio del regista Dariush Mehrjui e di sua moglie, la sceneggiatrice Vahideh Mohammadifar. Mehrjui aveva 83 anni ed era stato uno dei più importanti esponenti del cinema iraniano degli anni Settanta. L’uomo condannato è un ex dipendente di Mehrjui, che secondo i giudici aveva litigato con il regista per motivi economici. Altre tre persone sono state condannate a pene fra gli 8 e i 36 anni di carcere per aver aiutato a organizzare e compiere l’omicidio. Tutte le persone condannate potranno presentare ricorso contro la sentenza.

L’uomo – la cui identità non è stata resa pubblica – è stato condannato a morte sulla base della qisas, un principio legale islamico secondo cui la punizione deve essere pari al crimine. L’applicazione della qisas è stata richiesta dai familiari di Mehrjui.

Il regista e la moglie erano stati accoltellati a ottobre nella propria abitazione, vicino a Teheran, la capitale dell’Iran. Mehrjui nei primi anni Sessanta aveva studiato cinema a Los Angeles e negli anni Settanta era stato uno degli esponenti della cosiddetta “nouvelle vague” del cinema iraniano. Il suo film più celebre è Gaav (che in persiano significa “mucca”, uscito nel 1969), che parla dell’attaccamento dell’abitante di un villaggio rurale alla propria mucca.