Operai, sindacati e imprenditori durante una manifestazione contro la chiusura dell'ex Ilva a Taranto, il 29 gennaio 2024 (ANSA/ Angelo Ingenito)

Il tribunale di Milano ha respinto il ricorso di Acciaierie d’Italia contro l’amministrazione straordinaria dell’ex ILVA

Il tribunale di Milano ha respinto il ricorso di Acciaierie d’Italia contro l’amministrazione straordinaria del suo impianto di Taranto, noto come ex ILVA. L’acciaieria pugliese è da tempo in gravissima crisi finanziaria, e recentemente è diventata sempre più probabile l’ipotesi che sia messa in amministrazione straordinaria, ossia una procedura per cui l’azienda può restare in attività sotto la vigilanza del tribunale e concordando un piano di pagamento verso i debitori. Il 68 per cento di Acciaierie d’Italia è di una multinazionale franco indiana, ArcelorMittal, che però non vuole più investire negli impianti, mentre il 32 per cento è dello Stato, che vuole liberarsi di ArcelorMittal per non portare l’acciaieria verso una graduale chiusura con migliaia di licenziamenti: in sintesi il governo vuole l’amministrazione straordinaria, ArcelorMittal no.

Ma il governo ha comunque fatto richiesta per l’avvio della procedura, perché lo scorso anno aveva approvato un decreto-legge che stabiliva che in caso di aziende in crisi controllate dallo Stato e ritenute “strategiche” l’azionista pubblico avrebbe potuto chiedere l’amministrazione straordinaria senza l’assenso degli altri soci. Acciaierie d’Italia è controllata da manager vicini ad ArcelorMittal e ha fatto ricorso, invocando l’incostituzionalità del provvedimento, ma il tribunale di Milano l’ha respinto. In più a metà gennaio il governo aveva approvato un decreto-legge per garantire più tutele ai lavoratori nelle aziende sotto questa procedura: era un decreto di valenza generale ma approvato proprio per la crisi dell’ex ILVA.

– Leggi anche: Il governo ha approvato un decreto per aiutare l’indotto dell’ex ILVA

Continua sul Post