La giunta militare del Myanmar ha graziato quasi 10mila prigionieri

Kaung Sett Lin, fotogiornalista birmano, accolto dai suoi familiari dopo la liberazione (AP Photo/Thein Zaw)
Kaung Sett Lin, fotogiornalista birmano, accolto dai suoi familiari dopo la liberazione (AP Photo/Thein Zaw)

Giovedì la giunta militare che governa il Myanmar ha graziato quasi 10mila prigionieri, come atto celebrativo nel giorno in cui il paese festeggia il 76esimo anniversario da quando ottenne l’indipendenza dal Regno Unito. Non è chiaro se tra le persone liberate ci siano anche quelle che negli ultimi anni sono state detenute per essersi opposte al regime della giunta, che in ogni caso sono assai più 10mila: secondo l’Assistance Association for Political Prisoners, un’organizzazione non profit del Myanmar che assiste i prigionieri politici nel paese, da quando l’attuale giunta militare ha preso il potere sono state imprigionate per motivi politici quasi 26mila persone.

La giunta militare del Myanmar prese il potere nel febbraio del 2021 con un colpo di stato, imprigionando la prima ministra democraticamente eletta Aung San Suu Kyi, che attualmente sta scontando una pena di 27 anni di carcere con accuse giudicate politicamente motivate e risibili da moltissimi paesi e osservatori indipendenti. Il colpo di stato comportò la fine di un periodo di parziale ripristino della democrazia, iniziato nel 2015 dopo decenni di governi militari. Al colpo di stato seguirono enormi proteste in tutto il paese che andarono avanti per mesi, represse dalla giunta con la violenza: molte persone furono uccise e migliaia arrestate.

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