Ha chiuso il noto sito Omegle, che permetteva a sconosciuti abbinati casualmente di chattare e videochiamarsi

Il comunicato che annuncia la chiusura del sito
Il comunicato che annuncia la chiusura del sito

Mercoledì notte ha chiuso Omegle, noto sito che permetteva a persone sconosciute abbinate casualmente di chattare e videochiamarsi anonimamente. Fondato nel 2009, negli anni il sito era divenuto molto popolare, ma era stato anche accusato di essere stato usato da pedofili e predatori sessuali: nei giorni scorsi aveva accettato di pagare un risarcimento a una persona che aveva sostenuto di essere stata abusata sessualmente quando era minorenne da una persona, già condannata per pedofilia, con cui era stata messa in contatto dalla piattaforma. Accedendo al sito ora è possibile solamente vedere il comunicato con cui il fondatore, noto come Leif K-Brooks, ne annuncia la chiusura.

Nel comunicato K-Brooks riconosce che il sito è stato usato per commettere crimini, e nonostante sostenga che le richieste di chiudere il sito fossero sproporzionate – paragonandole a chiedere la chiusura di Central Park perché vi è stato commesso un crimine – spiega che la gestione di Omegle «non è più sostenibile finanziariamente né psicologicamente» a causa delle critiche e del cattivo comportamento di una piccola minoranza degli utenti.

Il sito era conosciuto anche da persone che non lo usavano attivamente, soprattutto fra i giovani, perché su YouTube e TikTok erano molto diffuse le registrazioni delle conversazioni fra sconosciuti sul sito. L’anonimità garantita dalla piattaforma faceva sì che gli incontri fossero spesso bizzarri e sorprendenti, ma permetteva anche ad alcune persone di aggredire e molestare gli altri utenti senza ripercussioni. Dopo la notizia della chiusura, molte persone hanno raccontato online di aver conosciuto il proprio partner sul sito, o di aver avuto conversazioni divertenti o toccanti, mentre altri hanno detto di aver visto scherzi di cattivo gusto, scene di violenza e quello che il Washington Post ha riassunto come «una cloaca di molestie sessuali online».

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