WeWork, azienda statunitense di uffici in affitto che era stata una delle startup di maggior valore al mondo, ha chiesto l’amministrazione controllata

(AP Photo/Mary Altaffer, File)
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Lunedì WeWork, azienda statunitense che affitta spazi per il co-working a lavoratori autonomi e ad aziende in tutto il mondo, ha chiesto l’amministrazione controllata. SoftBank, il conglomerato di compagnie giapponese che possiede WeWork dal 2019, ha chiesto di poter far ricorso al Chapter 11, una legge fallimentare statunitense simile all’amministrazione straordinaria italiana. Fino al 2019 WeWork era una delle startup di maggior valore al mondo, e per un periodo era stata quella di maggior valore negli Stati Uniti.

Con il ricorso all’amministrazione controllata, che riguarderà solo gli Stati Uniti e il Canada e non dovrebbe influenzare le operazioni dell’azienda negli altri paesi, WeWork intende annullare alcuni costosi contratti di affitto per ridurre le spese. L’azienda inoltre si è accordata con la maggior parte dei suoi creditori per convertire il denaro dovuto da WeWork in azioni dell’azienda, facendo rientrare in questo modo debiti per una cifra di circa 3 miliardi di dollari.

WeWork è cresciuta molto rapidamente, ma aveva avuto al contempo grosse perdite finanziarie: alcuni problemi di gestione e la pandemia di COVID-19, che ha molto diffuso il lavoro da remoto, hanno contribuito a diminuire la domanda per gli uffici, aggravando un processo in atto già in precedenza. L’azienda si è quindi trovata a dover pagare affitti molto alti per spazi per il co-working che rimanevano vuoti o poco usati, e questo ha provocato grosse perdite.

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