Cinque persone sono state rinviate a giudizio con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro in un magazzino di Mondo Convenienza 

(ANSA / MATTEO BAZZI)
(ANSA / MATTEO BAZZI)

Cinque persone sono state rinviate a giudizio con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il cosiddetto “caporalato”, e andranno quindi a processo, per fatti successi in un magazzino di Mondo Convenienza, la grossa azienda che vende mobili a basso costo. Il magazzino è quello di Calderara di Reno, vicino a Bologna: le cinque persone, una dirigente di Mondo Convenienza e quattro responsabili di società coinvolte nella gestione del magazzino, sono accusate di aver violato una serie di norme sulla sicurezza del lavoro e sui diritti dei lavoratori per ridurre tempi e costi delle consegne dei materiali, con retribuzioni al di sotto di quelle previste dai contratti, turni troppo lunghi, obblighi di trasportare carichi pesanti senza strumenti meccanici. Sempre secondo l’accusa, chi non consegnava tutti gli ordini entro i tempi stabiliti sarebbe stato minacciato di sanzioni e punizioni.

I cinque imputati sono la presidente del consiglio di amministrazione di Mondo Convenienza Holding Spa, Mara Cozzolino, e i quattro rappresentanti delle società coinvolte nella gestione del magazzino: Beniamin Iakab, Emanuele Firicano, Andrea Bernardi, Jorge David Quesada. La Città metropolitana di Bologna e il Comune di Calderara di Reno si sono costituiti parte civile.

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