La Corte di Cassazione ha annullato la condanna in appello per abuso d’ufficio per Giuseppe Falcomatà, sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria

Giuseppe Falcomatà
Giuseppe Falcomatà in una foto del 2019 (ANSA/ Cesare Abbate)

La Corte di Cassazione ha annullato la condanna della Corte d’appello di Reggio Calabria a un anno di reclusione per abuso d’ufficio, con pena sospesa, per Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria dal 2014 e della stessa città metropolitana dal 2017. Nel novembre del 2021 Falcomatà era stato sospeso dal suo ruolo nell’ambito di un’inchiesta sulle presunte irregolarità nel bando per la concessione del Grand Hotel Miramare, un palazzo storico della città di proprietà del Comune: il bando era stato vinto da un’associazione riconducibile a Paolo Zagarella, un imprenditore che aveva concesso gratuitamente alcuni locali di sua proprietà per ospitare la segreteria politica di Falcomatà durante la campagna elettorale per le elezioni comunali del 2014.

La Cassazione ha accolto la richiesta della procura, che aveva chiesto l’annullamento della sentenza di appello per la prescrizione del reato. In virtù della cosiddetta legge Severino, che prevede la sospensione temporanea dall’incarico per gli amministratori pubblici condannati anche solo in primo grado per una serie di reati, Falcomatà potrà quindi tornare a essere sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria.

La Cassazione ha annullato anche la sentenza per altri dieci imputati che erano stati condannati in appello a sei mesi di reclusione, tra cui Zagarella, l’allora segretaria comunale Giovanna Antonia Acquaviva, l’ex responsabile dei Servizi alle imprese e sviluppo economico del Comune, Maria Luisa Spanò, e sette assessori.