I piccoli borghi dell’entroterra da visitare

Come sono cambiati i piccoli comuni italiani da quando 25 anni fa venne assegnata la prima Bandiera Arancione

Un particolare dell'installazione "RB Ride, la giostra più lenta del mondo" dell'artista tedesco Carsten Höller, a San Severino Lucano, in provincia di Potenza, in Basilicata (Touring Club Italiano)
Un particolare dell'installazione "RB Ride, la giostra più lenta del mondo" dell'artista tedesco Carsten Höller, a San Severino Lucano, in provincia di Potenza, in Basilicata (Touring Club Italiano)

In questi anni i piccoli borghi dell’entroterra italiano hanno spesso attirato l’attenzione, a vario titolo. Ad esempio per il loro spopolamento, che va avanti ormai da decenni: alcune amministrazioni hanno cercato di combattere questo fenomeno anche con iniziative originali e di forte effetto mediatico. Per cercare di sostenere queste realtà, nel 2022 il governo ha deciso di intervenire in maniera più strutturale con un DPCM con cui predisponeva un piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni.

Allo stesso tempo alcuni di questi comuni sono stati progressivamente riscoperti come mete turistiche, anche grazie alle iniziative del Touring Club Italiano, associazione privata senza scopo di lucro che si occupa proprio della tutela dei piccoli borghi dell’entroterra. Nel 1998, venticinque anni fa, ha ideato il riconoscimento Bandiera Arancione, un marchio turistico-ambientale per i piccoli comuni (sotto i 15mila abitanti) che Touring concede dopo un’accurata selezione. Oggi i borghi Bandiera Arancione sono 279 (su oltre 3.300 candidature) e ce n’è almeno uno in ogni regione.

Il marchio Bandiera Arancione nacque alla fine degli anni Novanta per rispondere a una specifica richiesta locale: la regione Liguria era alla ricerca di uno strumento che valorizzasse i piccoli comuni dell’entroterra, spesso sottovalutati rispetto a quelli della costa. Nel 1998 si rivolse proprio al Touring Club, che inventò un metodo di selezione e certificazione e individuò in Sassello, in provincia di Savona, il primo borgo a ottenere il riconoscimento, la “bandiera arancione” che certifica la qualità del servizio offerto ai turisti e il rispetto di requisiti di tutela dell’ambiente. Il prolungarsi di questa iniziativa per 25 anni ha permesso al Touring Club Italiano di diventare un punto d’osservazione privilegiato sui piccoli comuni dell’entroterra.

Abbiamo chiesto di raccontarci l’evoluzione di questi borghi a Isabella Andrighetti, che lavora all’associazione dal 2005 e dal 2012 è responsabile del programma Bandiere Arancioni. La certificazione nacque per valorizzare l’entroterra ligure, e il primo borgo fu appunto Sassello, «un comune che ha un tessuto sociale molto vivace, uno dei pochi piccoli borghi a non avere un declino demografico consistente», ci ha spiegato Andrighetti. Il Touring Club è riuscito però successivamente a estendere il modello in tutta Italia.

Nel creare il metodo di selezione dei comuni – devono essere superati 250 criteri di valutazione suddivisi in cinque macro-aree, tra cui ricettività, accoglienza e sostenibilità ambientale – l’associazione è stata in qualche modo anche in anticipo sui tempi. Fin da subito nella valutazione delle potenzialità turistiche dei borghi si puntava l’attenzione sulla sostenibilità ambientale: «25 anni fa già era una scommessa parlare di valorizzare i borghi dell’entroterra, figuriamoci premiando chi aveva alte percentuali di raccolta differenziata». Avere un servizio di questo tipo era infatti uno dei parametri richiesti per ottenere la bandiera arancione.

 

Proprio l’attenzione per l’ambiente ha avuto un ruolo sempre più importante in questi anni: «Oltre il 60 per cento dei comuni è dotato di colonnine elettriche per la ricarica, una diffusione che fa invidia anche a centri più grandi», ci ha spiegato Andrighetti. Nel selezionare i borghi a cui assegnare la Bandiera Arancione, si punta poi sull’innovazione digitale e soprattutto su quella sociale, anche se «non sono evoluzioni direttamente connesse con i servizi turistici. Ad esempio giudichiamo un valore aggiunto per una piccola comunità la presenza di organizzazioni che favoriscano l’interesse collettivo come un’associazione fondiaria oppure una cooperativa di comunità».

Dal 1998 quando fu assegnata la prima Bandiera Arancione a Sassello ad oggi il Touring Club Italiano ha avuto modo di registrare alcune tendenze positive. Una di queste è legata alla nuova imprenditoria giovanile che si è sviluppata in questi comuni. «Ci sono giovani – ci ha detto ancora Andrighetti – che lasciano il piccolo paese d’origine per andare a formarsi professionalmente in città, nel settore della panificazione o in quello vitivinicolo ad esempio, ma poi tornano al paese e aprono lì un’attività. E puntano sulla qualità: ci sono giovani panificatori che utilizzano il lievito madre, le farine macinate o che recuperano grani antichi».

Fra gli esempi più interessanti di piccoli borghi che in questi ultimi anni sono stati maggiormente attivi, grazie soprattutto all’intraprendenza dei giovani, Andrighetti ci ha segnalato San Severino Lucano, che si trova in provincia di Potenza in Basilicata, all’interno del parco nazionale del Pollino. A San Severino Lucano tra le altre cose si può vedere “la giostra più lenta del mondo”, che favorisce così la contemplazione del paesaggio. Sempre nel piccolo borgo lucano si può visitare un parco avventura pensato per essere accessibile anche alle persone disabili.

Anche quest’anno, come negli ultimi quattro anni, per far conoscere i comuni che hanno ottenuto il riconoscimento, il Touring Club Italiano organizza la “Caccia ai Tesori Arancioni”. Quest’anno la Caccia si svolgerà domenica 8 ottobre in 100 borghi Bandiera Arancione, e sarà appunto anche l’occasione per il Touring Club Italiano di festeggiare i 25 anni dal conferimento del primo riconoscimento. Come per le precedenti edizioni consisterà in un percorso di sei tappe attraverso cui i partecipanti potranno scoprire storie, persone, monumenti e piccole curiosità nascoste. Ogni squadra che completerà correttamente il percorso riceverà in premio un prodotto rappresentativo del territorio. Alla caccia al tesoro si può partecipare versando una donazione a importo libero. Bisogna prenotarsi per tempo: i posti sono limitati (ci si può iscrivere qui).

Andrighetti ci ha detto che l’idea di una giornata dedicata a far conoscere i borghi Bandiera Arancione era nata nel 2010 come una “festa d’autunno”. Nel 2019 poi si era scelto il format della caccia al tesoro per rendere più coinvolgente e divertente l’esperienza. In questi quattro anni la partecipazione è stata di circa 15mila visitatori per ogni edizione. Oltre alla classica formula della scoperta delle principali attrazioni, quest’anno Touring ha deciso di dare la possibilità a ogni borgo di personalizzare l’esperienza partendo da tre diverse declinazioni tra cui scegliere: c’è la caccia musicale, quella che punta sui prodotti enogastronomici e quella che vuol far conoscere gli abiti tradizionali.