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  • Mercoledì 20 settembre 2023

Il sindaco di Portofino e l’accusa di vendere borse false

Secondo il Fatto Quotidiano, Matteo Viacava vende merce contraffatta in una sua tabaccheria: il caso è arrivato in Consiglio regionale

(Matteo Viacava/Facebook)
(Matteo Viacava/Facebook)
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Martedì il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo in cui si sostiene che il sindaco di Portofino, una delle città turistiche più popolari della riviera ligure, venda merce contraffatta in un negozio di sua proprietà. Matteo Viacava ha 50 anni ed è sindaco di Portofino da due mandati, cominciati nel 2016: è stato eletto con una lista civica vicina al centrodestra, e oltre all’attività di sindaco gestisce con il padre un cantiere in cui si occupa di manutenzione delle barche, ed è proprietario di una tabaccheria in piazza della Libertà, a circa 200 metri dal famosissimo porticciolo della città.

Nell’articolo pubblicato lunedì il giornalista del Fatto Thomas Mackinson ha raccontato di essere andato di persona nella tabaccheria di proprietà di Viacava, che vende anche souvenir per i turisti, e di aver trovato e acquistato merce varia che riportava il logo di famose aziende di moda e che si è rivelata contraffatta. Il giornalista cita «una borsetta griffata Fendi, una di Chanel e la pochette di Louis Vuitton» vendute a 75 euro, molte centinaia di euro in meno rispetto al costo della merce originale. Nell’articolo è stata pubblicata anche una foto di alcune delle borse in vendita nel locale.

Mackinson ne ha chiesto conto in un’intervista telefonica a Viacava, che ha ammesso che «non sono mica i marchi originali, abbiamo degli artigiani che li fanno ma sono simili, non sono quelli veri eh», ma ha poi precisato di non gestire lui direttamente la tabaccheria e senza fornire ulteriori spiegazioni.

Nel frattempo la notizia è diventata un caso politico, e se n’è discusso anche in Consiglio regionale, dove vari esponenti dell’opposizione (al governo della regione c’è il centrodestra, con il presidente Giovanni Toti) hanno chiesto che venga chiarita la vicenda e che Viacava si dimetta. «Quando a vendere le borse false per strada sono degli immigrati ecco piombare le forze dell’ordine a riempire verbali, denunce e provvedimenti di espulsione. Ma quando, stando a quanto scrive il Fatto con tanto di fotografie, lo fa addirittura il sindaco?», ha detto Ferruccio Sansa, consigliere regionale dell’Alleanza Verdi e Sinistra.

Viacava è tornato sull’argomento in un’intervista data mercoledì al Corriere della Sera, in cui ha continuato a fornire risposte vaghe e contraddittorie. Ha sostenuto prima che l’articolo del Fatto fosse stato motivato da questioni politiche («Forse diamo fastidio a una parte di stampa che fa la guerra a un sindaco solo perché ha detto che vorrebbe dedicare una via a Berlusconi»), poi ha detto di non occuparsi della tabaccheria, che «c’è una responsabile, con tanto di contratto, che si occupa degli acquisti e delle vendite» e che «non c’è nulla di strano che io sappia».

Ha continuato dicendo che farà verifiche sulle accuse avanzate dal Fatto e che «se c’è qualcosa di irregolare sistemerò tutto. Ma secondo me non c’è niente», e a domanda diretta ha risposto prima affermando con sicurezza che le borse in vendita nella tabaccheria «non sono false», e poi ha detto di non essersi mai accorto se nella tabaccheria siano in vendita borse perché «in negozio ci passo al massimo due minuti al mattino».